Green Deal, l’intervento di Jochum in Granconsiglio: Non creiamo un mostro burocratico

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Pubblichiamo la presa di posizione del granconsigliere Giovanni Jochum riguardo all’entrata in materia per il Green Deal esposta in data 18 ottobre 2021 quale membro della commissione per l’ambiente, i trasporti e l’energia in Granconsiglio.

Presa di posizione del granconsigliere Giovanni Jochum in occasione del dibattito per l’entrata in materia del Green Deal, 18 ottobre 2021

Gentile presidente del Granconsiglio
Stimati membri del Governo
Care colleghe, cari colleghi

Prima di entrare nella tematica vera e proprio mi permetto di segnalare che le lingue ufficiali del nostro cantone hanno un vocabolario sufficientemente ricco per trovare delle formulazioni adeguate al posto di usare anglicismi: perché non definirlo un patto per l’ambiente?

Come da messaggio oggi ci occupiamo di due tappe:

La prima tappa la possiamo chiamare realizzazione a breve – medio termine. Questa tiene in considerazione il programma 2021 – 2024 del Governo che prevede costi finanziati separatamente di CHF 31.65 milioni e ulteriori mezzi finanziari di CHF 36 milioni che servono per un rafforzamento degli incentivi per la produzione di energia da fonte rinnovabile, per l’aumento dell’efficienza e la sostituzione, per esempio del riscaldamento degli edifici come pure per investimenti nel traffico pubblico e traffico merci. Si tratta di misure già implementate che grazie a contributi supplementari rafforza l’esecuzione di investimenti allo scopo di ridurre l’emissione di CO2. In totale parliamo di CHF 67 milioni fino al 2024 e di misure già conosciute.

La seconda tappa concerne la definizione del piano d’azione a lungo termine, fino al 2050. Oggi abbiamo delle indicazioni riguardanti le misure da implementare. Nel messaggio, al capitolo 4, possiamo leggere quali misure si suppone abbiano quale impatto e quali costi. Conosciamo la problematica del settore degli edifici, del traffico, dell’industria, dell’agricoltura, della produzione di energia da fonti rinnovabili ecc. Per implementare ulteriori misure, per arrivare alla decarbonizzazione, ci servono molti, tantissimi soldi fino al 2050.

Si tratta di stime e calcoli fatti in base alle conoscenze odierne. Durante i prossimi 29 anni possono cambiare molte cose. Ci possono essere degli sviluppi tecnologici che ci fanno raggiungere più in fretta e a minor costo l’obiettivo rispetto a quanto prospettato oggi. Per questo motivo è importantissimo non legarsi a una tecnologia specifica, ma di mantenere sufficiente flessibilità in modo da poter implementare nuove tecnologie. Deve valere il principio secondo il quale il franco va investito là dove può creare il massimo effetto.

Molte leggi e ordinanze devono venir adattate. Nel messaggio si parla di 11 misure per le quali la base legale è già data, e ben 16 misure per le quali va creata o aggiornata la base legale. Questo mi fa trasalire: ogni nuova legge crea in qualche modo un aumento della burocrazia e una diminuzione della libertà individuale. In questo caso deve valere il principio secondo il quale non va creata burocrazia addizionale, se non assolutamente necessario. Ogni franco che va in misure burocratiche è un franco in meno che va a favore delle misure atte a ridurre le emissioni.

Nel messaggio si parla di settori d’investimento. C’è il pericolo che vengano definiti obiettivi per singoli settori. In considerazione del fatto che parliamo di 29 anni, sarebbe sbagliato fissare obiettivi di settore. L’obiettivo complessivo deve rimanere in prima linea. La tecnologia giocherà un ruolo fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo. In settori specifici gli obiettivi possono essere raggiunti più velocemente e a minor costo, mentre in altri non sarà possibile avvicinarsi alla meta se non usando risorse in modo sproporzionato. Il principio da seguire deve essere il seguente: raggiungere l’obiettivo complessivo in maniera più efficiente ed efficace possibile usando le tecnologie meno costose.

Finanziamento: con il piano d’azione deve venir mostrato al Granconsiglio come si vogliono procacciare i mezzi finanziari stimati in CHF 1’761 milioni. Si devono identificare soluzioni che non portino a un aumento delle imposte e che introducano il meno possibile nuove tasse e contributi.

In italiano possiamo definire Deal come affare. Stiamo parlando di un affare enorme, mai visto prima nel nostro Cantone. L’obiettivo è la salvaguardia dell’ambiente, ma l’affare di per sé coinvolge la nostra industria, l’artigianato, le nostre aziende e il cantone dei Grigione quale cantone dove venire o rimanere a lavorare. Il potenziale è molto grande. Dal punto di vista energetico possono venir ridotti costi annui fino a CHF 400 milioni riducendo l’importazione di combustibile fossile quale olio da riscaldamento, benzina ecc. Dobbiamo però renderci conto che per raggiungere questo obiettivo va investito nella produzione di energia da fonte rinnovabile indigena. Investimenti nel rinnovo di impianti esistenti o in nuovi impianti vanno valutati tenendo conto della situazione complessiva, abbandonando posizioni fondamentaliste. Si devono poter accettare compromessi sensati. Investitori devono poter realizzare impianti e non seguire per anni procedure giuridiche e ricorsi fino al tribunale federale. Anche in questo caso i soldi vanno spesi in modo efficiente.

Nel messaggio si parla di un valore aggiunto a livello cantonale di CHF 1’100 milioni cosa che corrisponderebbe a 13’000 posti di lavoro a tempo pieno. A questo riguardo, nel piano d’azione che verrà presentato al Granconsiglio, si dovranno dare alcune informazioni supplementari. Deve comunque valere il principio di creare il meno posti possibili nell’amministrazione cantonale.

Un patto di importanza mai vista prima nel nostro Cantone, un patto che se impostato in maniera oculata, può avere un impatto positivo importante anche per lo sviluppo economico delle nostre vallate. È essenziale che NON venga creato un mostro burocratico e che i soldi vengano investiti in modo efficiente e con la massima efficacia possibile tenendo conto delle particolari necessità delle regioni del nostro cantone.

Sono per l’entrata in materia.

4 COMMENTI

  1. Caro Giovanni, collega di Gran consiglio e di commissione Ambiente Traffico Energia (KUVE).
    Il MOSTRO è già tra di noi e purtroppo non fa parte della categoria dei mostri immaginari ma bensì, di quelli reali! Avrei preferito fosse un mostro immaginario al quale vengono di solito attribuite delle caratteristiche straordinarie! Malgrado ciò, personalmente continuerò sulla mia strada fedele al motto “chi combatte può perdere, chi non combatte, ha perso”!

    • Vedere MOSTRI e SORCI VERDI (intervento riportato da “Il Grigione Italiano” no. 42) non é un buon segnale. Toni preoccupanti; ritengo che non siano di contributo alla soluzione del Green Deal (avendo detto di non voler entrare in materia, non parlerà più di questo importantissimo tema; forse non tutti i Suoi elettori la pensano così), della messa in sicurezza della strada di Viano, della posa di pareti foniche a Miralago o di quant’altro. Basterebbe saper discutere, senza pensare di essere in battaglia.

  2. Concordo con il nostro Granconsigliere Jochum, avevamo tre lingue a disposizione e gli abbiamo dato un nome inglese!
    Pertinente anche la domanda sul come ricavare i 1700 milioni necessari a questo patto ambientale e concordo pure sulla necessità assoluta di non creare un mostro burocratico. Complimenti per l’ottimo intervento.