Verso la metà del mese di luglio abbiamo fatto una bella gita in un posto a molti di noi molto caro: Selva. Alcuni ci hanno passato l’infanzia, per altri è un ricordo lontano di belle scampagnate estive e c’è addirittura qualcuno che quassù ha conosciuto la sua anima gemella…
Siamo partiti nel primo pomeriggio a bordo dei due pulmini dell’ATE, alla guida c’erano Maria e Mauro, non c’era tanto da fidarsi ma la voglia di andare a Selva era tanta e abbiamo deciso di correre il rischio!
All’altezza dei magazzini comunali voltiamo a destra e, passata la Calchéra, iniziano le curve che pian piano ci portano in alto. Ben presto si apre davanti ai nostri occhi la meravigliosa conca di Selva e pian piano riaffiorano i ricordi:
Lea Cortesi: “andare a Selva mi ricorda i bei tempi in cui, da bambina, andavo con la mia nonna a passarci l’estate. Dopo aver gustato la buona merenda a base di pane e formaggio che ci avevano preparato al ristorante siamo andati a fare una passeggiata lungo la stradina che va in direzione della cava e da lì sono riuscita a rivedere, con un pizzico di malinconia, la vecchia casa dei nonni.”
Rita Superti: “risalire quassù mi ha fatto ricordare il giorno della festa di Selva che si tiene tutte le estati. Ci andavo da piccola con i miei genitori ed era una festa bellissima, prima si andava a messa, i riformati nella loro chiesa e i cattolici nell’altra e poi si mangiava la polenta tutti insieme.”
Anna Albasini: “io a Selva andavo sempre in estate per aiutare mia zia e mio cugino Renato con gli animali. Mi occupavo della stalla, del pascolo ed aiutavo anche a mungere le mucche. Ho un ricordo piacevolissimo delle estati passate a Selva.”
Giuseppe Rossi: “io ci andavo per fare il fieno per i miei animali ed è proprio qui che ho conosciuto la mia amata moglie Caterina. Con mio figlio Graziano siamo anche saliti sul cucuzzolo dove c’è la chiesetta e da lì si vedeva tutta la valle e ho potuto vedere dall’altra parte della valle il mio monte Funtanìa.”
Dal cucuzzolo di cui parla il signor Giuseppe abbiamo potuto vedere i tanti monti sotto le pendici di sua maestà il Sassalbo, monti a tutti noi molto cari e che Graziano ci ha aiutato a ricordare in preciso ordine da nord a sud e da sinistra verso destra: Sandrena, Cansumé, Melera, Scagnin, Sassiglion, Li Mason, l’Albertüsc, Curlasc, la Bosca, al Plaz, Funtanìa, Balegna, Gügliel, Salina e i Barghi.
È stata una bella gita e anche il tempo ci è stato amico, a parte un nuvolone nero che ci guardava minaccioso ma che non ha osato bagnarci nemmeno con una goccia.
Grazie a coloro che l’hanno resa possibile: i volontari, gli operatori, i bravi autisti e un grazie particolare ai gestori del ristorante per la loro gentilezza e disponibilità. A bon sa vedé all’anno prossimo!
Animazione CSVP
Natalie Varisto