Il sistema proporzionale promette scintille, conteso anche governo

0
160

Il nuovo sistema elettorale proporzionale promette scintille nell’elezione per il rinnovo dei 120 seggi del Gran consiglio dei Grigioni. Molto combattuta anche la corsa per i cinque seggi dell’esecutivo, con due uscenti di PLR e Centro che non si ripresentano, perché in carica da tre legislature, e l’UDC che mira a rientrare nel governo dove non è più rappresentata dal 2008.

La distribuzione dei seggi nel parlamento retico uscita dalle ultime elezioni era la seguente: 36 PLR, 30 PDC, 23 PBD – con questi ultimi due partiti che nel frattempo si sono riuniti nell’Alleanza del Centro -, 18 PS, 9 UDC, 3 PVL e 1 senza partito.

Il nuovo sistema bi-proporzionale, noto come doppio Pukelsheim, mette fine alle tradizionali “elezioni di personalità” nelle valli retiche favorite dal maggioritario.

I 39 circoli elettorali esistenti vengono mantenuti, ma con il nuovo sistema i 120 seggi del parlamento saranno in un primo tempo ripartiti in base alla quota di elettori che i partiti ricevono a livello cantonale (sovraripartizione); in una seconda fase si terrà conto anche dei “voti residui” che altrimenti andrebbero persi nei circoli più piccoli (sottoripartizione).

Sistema più rappresentativo

Il nuovo sistema – già applicato in diversi cantoni – è stato introdotto in seguito ad una sentenza del Tribunale federale che considerava quello precedente in parte anticostituzionale. È considerato più favorevole ai partiti minoritari e meglio rappresentativo delle forze a livello cantonale.

Anche se i confronti con il passato sono difficili, un sondaggio dell’istituto Sotomo – realizzato per conto del gruppo Somedia e della Radiotelevisun Svizra Rumanstscha RTR – prevede una forte avanzata dell’UDC, controbilanciata da un “crollo” del Centro, una progressione del PS e dei Verdi-liberali, come pure perdite rilevanti per il PLR.

Stando al sondaggio, l’UDC arriverebbe a totalizzare il 26% delle preferenze e 31 seggi, esattamente gli stessi del Centro (PDC e PBD perderebbero insieme una ventina di seggi). Il PS avanzerebbe a terza forza cantonale (22%) con 26 seggi, davanti al PLR (17% e 20 seggi) e ai Verdi-liberali (9% e 10 seggi).

Seggi contesi anche in consiglio di Stato

Anche le elezioni del Consiglio di Stato si preannunciano emozionanti. Una donna e sei uomini – tra cui soltanto tre uscenti – sono in corsa per le cinque poltrone, attualmente ripartite tra 3 esponenti del Centro, 1 PLR e 1 PS.

Per il Centro si ripresentano Marcus Caduff (economia pubblica e socialità, ex PDC), Jon Domenic Parolini (educazione, cultura e ambiente, ex PBD) e per il PS Peter Peyer (giustizia, sicurezza e sanità).

Come quattro anni fa, Parolini è considerato un candidato traballante. A causa dei limiti di mandato, il Centro ha dovuto rinunciare a ricandidare Mario Cavigelli (ex PDC, infrastrutture, energia e mobilità) e manda nella corsa Carmelia Maissen: l’unica candidata donna è gran consigliera e sindaco di Ilanz.

Il PLR cerca di difendere la sua poltrona – quella dell’attuale responsabile della finanze Christian Rathgeb, che non si ripresenta per raggiunto limite di mandati – con Martin Bühler, che si è fatto conoscere in particolare in qualità di capo dello stato maggiore di condotta sul coronavirus.

Anche l’UDC ha ambizioni di entrare in governo, dove non è più rappresentata da quattro legislature, e lancia nella corsa Roman Hug, uno dei suoi esponenti più noti a livello cantonale, essendo presidente della sezione grigionese del partito, gran consigliere e sindaco di Trimmis.

Settimo candidato, considerato però un outsider, è l’architetto 72enne Hans Vetsch di Prettigovia, che con la sua candidatura dice di voler dare voce agli elettori senza partito.