La Regione progetta il futuro della Valposchiavo

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La Strategia di sviluppo regionale è un importante documento, reso obbligatorio a livello nazionale dalla Nuova politica regionale e messo in pratica dal Cantone, che definisce gli obiettivi e i temi di lavoro di una Regione per diversi anni: un’occasione per riflettere sulla situazione, e, soprattutto, su “dove si vuole andare”.

Forse per questo, giovedì 2 marzo, in occasione della presentazione della Strategia 2024-2027, la sala presso Casa Torre era strapiena di pubblico. Al di là dei media e delle istituzioni politiche, ben rappresentante, la folla era quella di comuni cittadini della Valposchiavo interessati a sapere come si muove la Regione, questo ente ancora un po’ nuovo ma che lentamente sta imparando a farsi apprezzare anche a livello vallerano.

La precedente strategia era invece stata elaborata da un ambito territoriale molto più vasto che coinvolgeva anche l’Engadina alta e la Bregaglia, oltre alla Valposchiavo.

Presenti, dal lato dei relatori, Francesco Vassella (direttore della Regione Bernina), Cassiano Luminati del Polo Poschiavo, Kaspar Howald di Valposchiavo Turismo e Daniel Fischer, colui che, materialmente, si sta occupando della stesura della strategia. Il saluto istituzionale è invece toccato al Presidente della Regione e sindaco di Brusio Arturo Plozza.

Francesco Vassella ha presentato la situazione attuale. La Valposchiavo nell’ultimo decennio ha perso circa 130 abitanti: il saldo naturale (la differenza tra nati e morti) negativo non è infatti compensato da un pur presente saldo migratorio positivo. Ancora più significativo risulta andare a vedere la composizione della popolazione: le fasce in cui scende sono quella dei bambini, dei giovani e degli adulti in età lavorativa, mentre crescono i “futuri pensionati” e i pensionati. Contestualmente, cresce il numero degli stranieri, giunto oggi a rappresentare oltre il 10% degli abitanti.

Salgono, invece, gli occupati e il numero degli aziende nell’ultimo decennio. Unica flessione, il numero di imprese del settore primario (-16) con un aumento però di 58 unità nel numero degli occupati. Complessivamente, calcolando i settori primario, secondario e terziario, il saldo è di 544 lavoratori in più.
Come è ovvio, dalle cifre delle fasce d’età, venendo a mancare soprattutto la popolazione nelle fasce lavorative, in presenza di un’economia che resta però in buona salute, le aziende della Valposchiavo sono ricorse in modo crescente al frontalierato: i lavoratori, provenienti in buona parte dalla vicina Valtellina, sono passati da 726 a 1225 e rappresentano oggi circa il 35% della totalità degli impiegati. Uno scenario che desta qualche preoccupazione in prospettiva, anche visto i cambiamenti legislativi (il nuovo accordo Svizzera – Italia sui frontalieri) che rendono in parte meno appetibile il lavoro dal lato svizzero.

Dal lato agricolo, invece, Vassella ha sottolineato come il 79% delle aziende e il 92% dei terreni coltivati a scopo commerciale siano oggi in Valposchiavo biologici: numeri destinati a crescere ulteriormente con altre aziende che hanno avviato la transizione verso il biologico.

Il punto sul turismo è stato invece proposto da Kaspar Howald. Il 2021 è stato un anno eccezionale, tuttavia i numeri del 2022 sono stati molto buoni e decisamente superiori alle stagioni precedenti alla pandemia, attestandosi sui 72.000 pernottamenti. L’obiettivo dei 100.000, più volte affermato da Valposchiavo Turismo, è perciò più vicino e sembra più che legittima l’idea di integrarlo all’interno della Strategia di sviluppo.

A Cassiano Luminati, invece, è toccato l’onere della presentazione della della Visione 2040, elaborata nell’ambito del progetto Smart Valley Bio, che proietta la Valposchiavo in un futuro più lontano di quello della Strategia. Oltre a molti spunti stimolanti, alcune delle proposte (dalla metro leggera al grande parco con piscina) inserite nella Visione sono un po’ da libro dei sogni. Dal momento però che si trattava di immaginare e “desiderare” la Valposchiavo del futuro e non di verificarne la fattibilità, va comunque bene: sognare non costa nulla e chissà che dalle molte proposte non possano uscire suggerimenti anche utili per i decisori.

Daniel Fischer, infine, dopo essersi presentato (la sua società da trent’anni lavora nell’ambito della consulenza e strategia e varia collaborazioni con il Cantone, diverse regioni grigionesi e la Ferrovia Retica) ha brevemente esposto i passi della Strategia regionale. Si parte da agricoltura, economia e turismo, senza però scordare la formazione e la digitalizzazione. Devono essere però prese in considerazione anche la gestione dell’acqua, sempre più cruciale, la digitalizzazione e il coinvolgimento della politica. Affinché una strategia sia di successo – ha spiegato Fischer – occorre che sia ben elaborata, efficiente e tatticamente funzionale.

Per giungere all’obiettivo, importante è un coinvolgimento degli attori sul territorio, compresi quelli produttivi, che saranno ascoltati in una serie di incontri e di focus group.

Nelle domande finali è stata espressa, da parte di più partecipanti, qualche domanda riguardante appunto il coinvolgimento di commercio e industria, la qualità della vita e le soluzioni concrete per il ritorno dei giovani.

Una piccola “pecca” proprio nel periodo in cui si celebra la Festa della donna? Tutti i relatori intervenuti erano, come spesso accade, uomini. Chissà che nella Visione Valposchiavo 2040 non si debba includere anche qualcosa circa la parità di genere nei ruoli dirigenziali.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione