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Fine agosto davvero complicata per le terre di montagna; le piogge, accompagnate dallo zero termico per giorni tra i 4000 m e i 5000 m, hanno messo a durissima prova gli alvei dei nostri torrenti e dei nostri fiumi; smottamenti e frane hanno interrotto alcune arterie cruciali per i collegamenti europei sud – nord. Alle criticità indotte dalle condizioni meteorologiche si sono aggiunte le criticità frutto di eventi umani, anch’essi accidentali ma dalle conseguenze assai gravi; lo scorso 10 agosto Alptransit è rimasto bloccato per poco più di una decina di giorni, costringendo a ridisegnare il traffico merci e passeggeri in Svizzera e, di conseguenza, in Europa. A mitigare la tensione indotta dalle notizie legate a dissesti idrogeologici e agibilità delle infrastrutture, la notizie della firma del protocollo d’intesa tra i comuni di S-Chanf, Zernez, Livigno e il Parco Nazionale Svizzero per collegare Livigno con il Trenino Rosso.
Notizia ampiamente diffusa dalla stampa valtellinese che, letta in chiave di Macroregione Alpina, contribuisce a rendere i confini sempre più permeabili, offrendo soluzioni alternative ai collegamenti già disponibili, nella logica della ridonandanza di sistema che permette, tra l’altro, di mitigare proprio quella fragilità di cui si è detto poco fa. Nel sito del Cantone (www.gr.ch) è disponibile (in tedesco) lo studio preliminare “Percorsi e reti complementari RhB”, sviluppato nel 2004 dal gruppo di lavoro Hüsler / Hartmann & Sauter, su incarico della Ferrovia Retica, dell’Ufficio trasporto pubblico e dell’Ufficio per la pianificazione del territorio Grigioni. Tra i sottoprogetti presi in considerazione c’è anche quello dedicato a Engadina – Livigno (carico auto incluso), collocato tra i piani di cooperazione e coordinamento dei trasporti transfrontalieri, per migliorare i collegamenti dei maggiori centri turistici, con trasporti sempre più attrattivi. Il collegamento ferroviario tra S-chanf e Livigno potrebbe rendere stabile e sicuro l’accesso durante l’intero anno, “avvicinando” la zona a Zurigo, all’Altopiano svizzero, alla Germania. Lo studio del 2004 riprende anche le analisi dello studio di fattibilità, realizzato per il Comune di Livigno dall’ARGE Area Strategia – CERTeT – Transplan – FNMI nell’ottobre 2001, in cui sono state testate e confrontate diverse varianti di tracciato. In questa analisi, ormai datata, il collegamento in galleria S-chanf –Livigno S.Maria si dimostrava la soluzione più sensata, consentendo al tempo stesso un collegamento integrabile nel sistema S-Bahn dell’Alta Engadina. Un collegamento ferroviario tramite la linea del Bernina era invece da escludere per motivi tecnici (deviazione, maggiori costi operativi dovuti agli elementi di percorso).
Osservata nella sua integrità la Macroregione Alpina, con confini permeabili, ha una fragilità intrinseca legata al territorio, fragilità che può trasformarsi in forza quando spinge le genti di Paesi diversi alla collaborazione, cooperazione, coopetizione. Tra i temi trattati da Eusalp (www.alpine-region.eu), la Strategia Macroregionale Alpina, presieduta quest’anno dalla Confederazione e dai Cantoni, ci sono sia i trasporti che la mobilità. Lo studio Eusalp “Mobilità Transfrontaliera nella Regione Alpina” ha evidenziato che ogni giorno circa due milioni di persone attraversano un confine nazionale europeo per lavorare; di questi, circa seicentomila si muovono nel perimetro definito Regione Alpina, il cosiddetto perimetro Eusalp. Di fatto la Regione Alpina è un punto caldo del pendolarismo transfrontaliero, che esige progetti e soluzioni per i passeggeri.
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