Omaggio a Ernesto Ferrero (amico di Grytzko Mascioni) e alla lingua tedesca al Salone del libro di Torino

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Oltre 200mila visitatori sono previsti per i quasi 2.500 eventi in programma al Salone (e al fuori Salone) del libro di Torino (9-13 maggio).
Ospite d’onore la lingua tedesca. Sono 25 le autrici e gli autori provenienti da Austria, Germania e Svizzera. Tra questi non mancherà il ginevrino Joël Dicker, maestro del thriller, con “Un animale selvaggio”(La nave di Teseo), in testa alle classifiche anche in Italia. Le tematiche dei libri in tedesco al Salone spazieranno dalla questione delle origini e della famiglia, della memoria e dell’oblio, della fuga e della migrazione fino a quelle sulla diversità e la sostenibilità.

Naturalmente non mancheranno riferimenti pensosi ed ironici proprio alla lingua. A questo proposito anticipiamo un tema che sarà sviluppato in un prossimo articolo sul Bernina. Wolfgang Hildesheimer è noto che fu traduttore in alcuni processi celebrati a Norimberga tra il 1947 e 1949. Racconteremo di questa esperienza dal grande impatto emotivo. In questa sede ci limiteremo a due accenni. La lingua materna di Hildesheimer era il tedesco, però grazie alla sua proficua permanenza in paesi anglofoni, fu ingaggiato come traduttore simultaneo dal tedesco all’inglese (e viceversa). Ecco come presentava uno dei problemi della traduzione Paul Schmidt, interprete personale di Hitler e testimone a Norimberga: «La difficoltà (…) risiede nella particolare costruzione della frase che distingue il tedesco rispetto a ogni altra lingua usata nelle conferenze internazionali. Poiché spesso in tedesco il verbo è posto alla fine di una frase a volte piuttosto lunga e contorta, mentre in francese o in inglese viene utilizzato subito dopo il sostantivo (…) qui sorgono ostacoli quasi insormontabili da un punto di vista puramente temporale».

Molto acutamente, alla luce della sua sconvolgente esperienza norimbergense, così si espresse Hildesheimer:«Il tedesco è una buona lingua, perché in essa umano (Mensch) e uomo (Mann) non sono la stessa cosa».

Sopra si accennava a notazioni ironiche sulla lingua teutonica. Traduttrici e traduttori dal tedesco e dall’italiano saranno protagonisti di alcuni “panel” della sezione L’autore invisibile. Tra queste Laura Ladicicco che sulla “Lettura” (allegato del Corriere della sera) ricorda che Mark Twain riteneva il tedesco “la creazione di un pazzo con il mal di denti”. Per Goethe invece si trattava di “un’idioma in perenne  evoluzione che ancora non si era trasformato in farfalla”.
A Torino non mancherà occasione per ricordare illustri personalità scomparse: una per tutte Franz Kafka, di cui ricorre il centenario dalla morte.

Ed anche Ernesto Ferrero. Amico fraterno di Grytzko Mascioni, fu promotore e vicepresidente dell’Associazione dedicata all’uomo di Cultura grigionitaliano e valtellinese. Gli ammiratori ricordano lo splendido incontro a Teglio del 12 agosto 2003 in cui si confrontarono proprio “i due” sull’esperienza comune di poeti, scrittori, comunicatori, organizzatori culturali. Un mese dopo Mascioni moriva.
Dell’incontro rimane un prezioso volumetto curato da Gerardo Monizza ed edito nel 2004 dall’Associazione e da NodoLibri.

Il Salone del libro ricorda Ferrero sabato 11 maggio (Sala Blu ore 15) in un evento dal titolo “Il ricordo che porta, il ricordo che lascia”. Alessandro Barbero, Paolo Giordano, Paola Mastrocola, Melania G. Mazzucco sono alcuni degli autori, critici e storici che leggeranno le pagine più amate dello scrittore.

Bisogna inoltre ricordare che Ernesto Ferrero diresse il Salone dal 1998 al 2016. In precedenza fu per 26 anni in Einaudi e poi in Bollati Boringhieri, Garzanti e Mondadori. Della sua lunga e ricca esperienza nel mondo dell’editoria narrò in due volumi (altamente consigliabili): “I migliori anni della nostra vita” (Feltrinelli, 2005) e “Album di famiglia” (Einaudi, 2022).

Ci spiace tralasciare di citare altri suoi lavori. Tre però si impongono comunque. Un libro diventato di culto da lui tradotto fu  “Viaggio al termine della notte” di Louis-Ferdinand Céline. E poi assolutamente imprescindibili i due volumi dedicati a Italo Calvino e Primo Levi.
A Torino sarà un bel ricordo festoso.

1 COMMENTO

  1. … ma soprattutto al Salone ci sarà il pluripremiato autore grigionese che scrive in tedesco (e retoromancio) Arno Camenisch che, niente meno che sabato sera 11 maggio nella Sala della Montagna (padiglione Oval), parlerà e verrà omaggiato con il premio “Itas per il Libro della Montagna” per “Anni d’oro” (edizioni Keller). Un grande autore di casa nostra, che come pochi sa raccontare il quotidiano della periferia alpina, cogliendo l’interesse anche del lettore più distratto…