La chiesetta di San Romerio risale al 1055

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Fino a poco fa, si credeva che le prime tracce della chiesa di San Romerio in Valposchiavo risalissero intorno all’anno 1100. Tuttavia, lo scorso luglio è stata scoperta una tavola di legno del 1055. Conclusi i restauri esterni, sono iniziati i lavori interni.

    La ristrutturazione degli interni della chiesetta di San Romerio è simbolicamente iniziata oggi sull’Alpe omonima, proprio nel luogo dove il piccolo tempio è ubicato a strapiombo sopra il Lago di Poschiavo. Per questa occasione vi è stato l’annuncio di un importante ritrovamento: una trave di legno risalente al 1055, recentemente scoperta durante le indagini sulla chiesa a cura dell’archeologa Yolanda Alther e della sua équipe del Servizio archeologico dei Grigioni.

    L’analisi dendrocronologica (determinazione dell’età del legno) della trave del pavimento è stata effettuata dal laboratorio del Servizio archeologico cantonale a cura di Monika Oberhänsli. Grazie a questa tecnologia è stato possibile determinare l’età del reperto giungendo per la prima volta alla datazione esatta della chiesa. Finora l’età della piccola chiesetta di San Romerio poteva infatti essere indicata solo in modo impreciso, come intorno all’anno 1100, ha spiegato Alther a Keystone-ATS.

    Una storia particolare

    San Romerio, situata a 1794 metri sull’omonima alpe del comune di Brusio (GR), ha una storia travagliata, essendo stata a lungo contesa tra Brusio nei Grigioni e Tirano in Valtellina, in Italia. Nel 1517, una bolla di Papa Leone X (de’ Medici) incorporò la chiesetta e l’adiacente casa dei pellegrini al Santuario della Madonna di Tirano, rendendola proprietà italiana su suolo grigionese e successivamente elvetico, come si legge sul sito web dedicato.

    Il piccolo tempio ha subito un primo restauro negli anni Cinquanta, ma solo nel 2013 è stato possibile avviare un progetto di ristrutturazione completo grazie alla collaborazione tra il Politecnico di Milano e il Servizio monumenti del Canton Grigioni. La fase successiva, iniziata nel 2020, prevede il completamento dei lavori interni entro il 2025, ha spiegato oggi Dario Foppoli, uno degli tecnici responsabili.

    “Tuttavia, il finanziamento per il restauro interno non è ancora completamente garantito”, ha ricordato Eraldo Crameri, il responsabile delle finanze della Fondazione San Romerio. Ora i lavori sono stati suddivisi in due fasi, con l’obiettivo di concluderli entro l’estate 2025. Attualmente è in corso anche una richiesta di sostegno finanziario da parte della Confederazione, ha spiegato Crameri.

    Serve anche il sostegno politico

    Oggi San Romerio ha accolto due ospiti politici di riguardo. Il sindaco di Brusio e granconsigliere retico Pietro Della Cà (UDC) e il consigliere nazionale Martin Candinas (Centro), già anche presidente del Consiglio nazionale.

    “San Romerio è un luogo speciale. Grazie a questo restauro sta diventando un buon esempio di collaborazione regionale fra Valposchiavo e Valtellina, fra Svizzera a Italia”, ha dichiarato Candinas a Keystone-ATS. “Un antico edificio, ubicato a 1800 metri di altitudine, con una cripta del 1055 è veramente qualcosa di speciale”.

    In considerazione di questa fruttuosa e concreta collaborazione italo-svizzera Candinas è convinto che dopo comuni, cantone e numerosi enti e sponsor, anche la Confederazione possa garantire un contributo finanziario. “Si tratta di un patrimonio dal valore inestimabile e merita di essere preservato per le future generazioni”, ha aggiunto.

    “Dopo il Viadotto elicoidale della Ferrovia retica, noto ormai in tutto il mondo, San Romerio è sicuramente l’attrazione turistica più importante del comune che presiedo”, ha commentato il sindaco Della Cà. “Dopo un primo sostegno già concesso, è possibile che possa seguirne un secondo per permettere di ultimare degnamente i lavori del restauro interno”, ha dichiarato.