Salvataggio castagni: dati incoraggianti, ma ci vuole pazienza

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Ci vorranno ancora tempo e pazienza, ma i primi risultati sono positivi e benché, forse, ci si augurasse qualcosa di più, si può affermare che le strategie messe in atto per contrastare il “cancro del castagno” si stanno rivelando efficaci. La sintesi, incoraggiante, emerge dai dati del primo triennio di lavoro nell’ambito del progetto per il trattamento del cancro corticale del castagno, condotto con ceppi ipervirulenti di Cryphonectria parasitica a Brusio.

I trattamenti di cancri virulenti con dei ceppi ipovirulenti di C. parasitica hanno effettivamente promosso la diffusione dell’ipovirulenza nelle selve castanili di Brusio – si legge nella relazione di Simone Propsero, referente del progetto per il WSL Swiss Federal Research Institute – tuttavia, un anno dopo il trattamento, il numero di cancri trattati in cui è stato effettivamente rilevato il virus dell’ipovirulenza era ancora piuttosto basso: 20.8% dei cancri trattati con i tronchetti e 33.3% dei cancri trattati con il metodo classico. Nel caso dei trattamenti con i tronchetti, ciò potrebbe essere dovuto alla mancanza di vettori per il trasporto delle spore ipovirulenti dai tronchetti ai cancri, come ad esempio l’assenza di piogge di rilievo subito dopo la sistemazione dei tronchetti nelle chiome dei castagni.

Nonostante questo metodo sia meno dispendioso di quello classico, il suo successo dipende infatti in buona parte anche da fattori esterni. Il risultato dei trattamenti classici è invece più difficile da interpretare anche perché sono stati trattati solo sei cancri.

I risultati della prima fase, relativa al periodo 2021-2023, possono costituire dunque anche un valido strumento di verifica delle azioni intraprese e di pianificazione delle strategie future: “Va sottolineato – spiega Franco Crameri, responsabile dell’Ufficio Forestale – che queste annate sono state caratterizzate da primavere ed estati particolarmente asciutte. Nonostante i dati non siano ottimali, si può comunque affermare che il trattamento ha dato risultati positivi.

Nel 2024, circa una decina di piante sono state trattate nelle aree di Zalende, Campocologno e presso il Viadotto. I riscontri di questa fase non sono ancora disponibili, ma – anche in questo caso – l’efficacia del trattamento dovrà essere verificata tenendo conto delle condizioni climatiche più umide che hanno contraddistinto la primavera e l’estate”.

Insomma, tutto deve essere messo in relazione con l’andamento del tempo e con i picchi registrati anche negli ultimi mesi. Intanto, per quanto riguarda la produzione di castagne, il raccolto delle scorse settimane è in linea con quello degli anni precedenti. L’Associazione Centro Raccolta ha raccolto circa 2000 kg di frutti, escludendo quelli destinati direttamente al consumo da parte dalle famiglie.

La qualità, come noto, è stata buona, con pochi problemi legati a funghi e vermi e buona soddisfazione per i molti che durante tutto l’anno si dedicano alla cura e alla produttività di queste piante.

Tuttavia, la raccolta è avvenuta con circa due settimane di ritardo; uno sfasamento sul calendario che non ha mancato di creare alcune difficoltà e complicare l’organizzazione della Sagra della Castagna: il tradizionale evento, a cura della relativa e instancabile associazione, ha dovuto fare i conti con alcune difficoltà nel reperimento della quantità di castagne necessaria a soddisfare le esigenze di tutti i partecipanti.
Un po’ di inevitabile lavoro in più, ma senza ripercussioni sulla qualità di questo appuntamento sempre molto atteso.