Poco meno di due anni fa ho provato la stessa sensazione (Pensieri, terrorismo e incertezze). È strano come alcuni eventi, più di altri, ti colpiscano come un pugno in faccia.
È una sera come tante altre, immersa nello studio. All’improvviso mi arriva la notifica di un giornale online: “Sparatoria a Strasburgo”.
Per un attimo non respiro.
Una delle mie migliori amiche si trova lì.
Panico.
La chiamo e dopo secondi, che mi paiono interminabili, la sento rispondere. Sta bene.
Una volta attaccato il telefono, il batticuore non sembra aver intenzione di fermarsi.
Provo a rimettermi alla scrivania, ma il mio cervello è altrove.
È in quella piazza, in quelle luci, in quegli spari.
Si tratta “solo” dell’ennesima brutalità dell’uomo, che fra poche settimane avremo dimenticato, ma questa sera è stata quella a far traboccare il vaso.
Un vaso di cui ancora non riesco a concepire l’esistenza.
Matilde Bontognali