Provate a immaginare un mondo senza internet; per i più giovani tra noi è una richiesta che non trova risposta nell’esperienza, semplicemente perché sono nati in un mondo già connesso dalla rete; per chi è anagraficamente prossimo agli anta, lo sforzo ha un senso diverso e scavando nella memoria (molto dipende dagli “anta” a cui si appartiene) si evocano ricordi concreti. Ricordi di una vita senza Pc, se non quelli ingombranti e lenti degli anni Ottanta, memoria dei primi videogiochi (celeberrimo il tennis, con i giocatori rappresentati da un segmento), dei primi telefoni portatili, grandi e pesanti quanto un libro di qualche centinaio di pagine, da montare in macchina e ben poco portatili (non a caso si chiamavano “veicolari”); poi, erano già gli anni Novanta, ricordi del primo browser, il software per navigare nelle rete, all’epoca, ben poco popolata. Qualcuno di voi, ne sono certa, ricorda Mosaic con Eudora, quest’ultimo necessario per scaricare, leggere e inviare le mail, seguito da Netscape, il primo a inserire la gestione della posta elettronica nel medesimo software di navigazione.
Basta andare indietro di trent’anni per riscoprire un mondo che non esiste più. Protagonista di uno dei cambiamenti più radicali dell’epoca contemporanea è Tim Berners-Lee, oggi direttore del World Wide Web Consortium: il 12 marzo 1989 al Cern immaginò e realizzò ciò che tutti noi conosciamo come World Wide Web, una piattaforma aperta che permettesse a chiunque fosse interessato di condividere, scambiare informazioni, accedendo ai dati ovunque. Piattaforma che, come ama ricordare il fondatore–inventore, è cresciuta grazie alla collaborazione entusiastica degli utenti. Il 2019 è un anno davvero speciale per la rete; in questi mesi si è raggiunto un altro risultato importante: il 50% della popolazione mondiale ha oggi accesso al Web; una soglia che è al tempo stesso indicatrice di successo e di ampi margini di miglioramento. Da una parte si consolida il lavoro condotto finora, dall’altra si aprono opportunità immense di crescita e miglioramento; forse il meglio deve ancora arrivare!
Eppure proprio l’evoluzione vorticosa della rete ha indotto lo stesso Berners Lee a segnalare le tre sfide cruciali del Web nell’immediato futuro: la vulnerabilità dei dati personali, visto che l’utente, in molti casi, ha perso il controllo dei propri dati, utilizzati come “merce di scambio” per accedere a servizi gratuiti; la rapidità con cui notizie mistificate (le cosiddette “fake news”) si diffondono, infine la necessità di trasparenza e approfondimento associato alla diffusione di programmi e scelte politiche. Tre sfide difficili da immaginare solo trent’anni fa, quando chi navigava costruiva la propria esperienza sulla fiducia nelle fonti disponibili e nei colleghi in rete. All’epoca il World Wide Web era un’autentica agorà, luogo di incontro e confronto di appassionati che applicavano alla dimensione virtuale la medesima deontologia che normava la propria attività professionale e scientifica. A ben pensarci era un luogo molto più fisico di quanto non sia oggi; codici di comportamento e contenuti nascevano nel mondo fisico e si trasferivano nella dimensione digitale; i “nuovi bisogni” indotti dalla rete erano quasi sconosciuti e la navigazione faceva i conti con difficoltà di connessione oggi inimmaginabili. Nonostante tutto, l’emozione delle prime mail inviate o del primo account di posta elettronica aperto è ancora vivo in quello sparuto gruppo di pionieri del Web (tra il 1995 e il 1996 in Italia, per esempio, la popolazione degli “internauti” non superava i 500.000 utenti); non era ben chiaro dove si sarebbe arrivati, ma per tutti era evidente che si fosse imboccata una strada destinata a portarci molto lontano. Così lontano da rendere possibile, nel giro di qualche anno dalla nascita, la costruzione delle comunità online, riconoscibili da siti e portali dedicati. Comunità vivaci, dinamiche che hanno riletto i tradizionali confini geopolitici, abbracciando dimensioni davvero transfrontaliere, legate dalla condivisione di cultura, costumi, usi, passioni e interessi.
Da medium (mezzo), il Web è diventato esso stesso contenuto, allargando l’orizzonte di incontro. Trent’anni tumultuosi, che hanno cambiato la storia di un’intera generazione, a cui si deve il processo di cambiamento che osserviamo giorno dopo giorno nelle nostre società. Trent’anni di scienza e di tecnica, di grandi successi e altrettanti fallimenti, trent’anni vissuti intensamente, inizio di un’avventura umana ancora lunga, inesplorata, sorprendente!
Chiara Maria Battistoni