Alicia Giménez-Bartlett, famosa per i suoi polizieschi con Petra Delicato, in questo libro narra la storia vera della Pastora, donna e uomo, partigiano e bandito, accusata di ogni genere di delitto, per anni braccata invano dalla Guardia Civil del generale Franco, che fu realmente protagonista di imprese ardite e divenne infine un personaggio della leggenda popolare. La Gimenez-Bartlett mischia la vera storia della Pastora all’avventura di una coppia di investigatori che si improvvisano sulle sue tracce. Il tutto ben ambientato è descritto nella natura selvaggia e ruvida tra la Catalogna e l’Aragona. Una storia di avventura e solitudine, di suspence e di tristezza, e infine, una storia insopportabilmente crudele.
Non il genere di libro che avrei acquistato, anche se mi sono piaciuti i casi per Petra Delicado, ma l’ho ricevuto da un’amico e l’ho molto apprezzato.
Anni Cinquanta del secolo scorso. Lucien Nourissier, psichiatra di Parigi studioso di menti criminali, prende contatto con un giornalista spiantato di Barcellona, Carlos Infante, autore di un servizio sulla Pastora. Donna e uomo, partigiana e bandito, datasi alla macchia per connaturata estraneità ai legami umani, accusata di ogni genere di delitto, per anni braccata invano dalla ferocia della Guardia Civil del Generale Franco, fu realmente protagonista di imprese ardite e divenne un personaggio della leggenda popolare. Il medico parigino e il giornalista barcellonese sono due opposti temperamenti, idealista il primo, cinico e venale l’altro, raffinato borghese il francese, grossolano e abituato ad arrangiarsi lo spagnolo. Ma Nourissier riesce a convincere Infante, in cambio di danaro, a buttarsi sulle tracce della Pastora, per squarciare la cortina del suo enigma, svelarne finalmente la natura, le motivazioni, il destino. La ricerca segue i sentieri selvaggi già percorsi dalla bandita; entra nelle cittadine e nei villaggi di pietra antica dove aveva trovato odio, ma anche complicità; fruga nei segreti di comunità ermetiche e diffidenti. Il rischio per i due è mortale: finire nelle mani della Guardia Civil, che occulta perfino il nome della ribelle, oppure restare in un fosso con un coltello in petto, per una parola in più, per uno sgarbo non calcolato.
di Manuela / pagina fb