Niente più importazioni di petrolio e rafforzamento dell’economia nazionale: questo è ciò che vuole la maggioranza della popolazione svizzera – è quanto emerge da tre recenti studi. Anche il gap generazionale e fra i sessi è evidente: se lo scorso autunno avessero votato solo donne e giovani, l’uscita dal nucleare sarebbe già una realtà.
In tre diversi studi indipendenti, gli esperti di indagini demoscopiche provenienti dall’università di San Gallo e dall’istituto di ricerca gfs-zürich e Georg Lutz e Florence Lebert di FORS sono unanimi: la maggioranza degli svizzeri vuole siglare l’uscita dal nucleare, passare alle energie rinnovabili e rendersi indipendente dalle importazioni di petrolio. La Strategia energetica 2050 – per la quale si andrà alle urne il prossimo 21 maggio – esprime dunque la volontà popolare.
La Strategia energetica è stata chiamata in causa quando, lo scorso autunno, il popolo svizzero si è pronunciato in merito all’abbandono del nucleare. Allora, l’argomento degli oppositori dell’iniziativa era questo: con la Strategia energetica l’uscita dal nucleare ha già impostato la sua rotta, l’unica differenza è che ci lascia più tempo. Come mostrano gli studi attuali, l’argomento del tempo è stato proprio il fattore che ha condotto al No. Secondo lo Studio VOTO di Lutz e Lebert, il 76% degli intervistati era sostanzialmente a favore dell’uscita dal nucleare. Lo stesso 63% di coloro che hanno votato contro l’iniziativa ha ammesso di essere contro l’energia atomica. Inoltre, secondo gfs-zürich, l’80% dei partecipanti al sondaggio si è espresso chiaramente a favore di un maggiore utilizzo dell’energia proveniente dal territorio nazionale.
Ora l’uscita dal nucleare è di nuovo oggetto di una votazione, in quanto parte della Strategia energetica 2050, la quale prevede il divieto di costruire nuove centrali atomiche e un divieto di ritrattamento. Questa decisione si tradurrà in un abbandono definitivo del nucleare nel lungo termine. La Strategia energetica, dunque, secondo i tre studi pubblicati dall’autunno 2016, prevede esattamente ciò che il popolo svizzero desidera: abbandonare l’energia atomica e proseguire sulla strada delle rinnovabili.
Sulla politica energetica generazioni e sessi si dividono
L’uscita dal nucleare trova un consenso particolarmente forte tra le donne
Il 53% di loro ha accolto l’iniziativa per l’abbandono del nucleare proposta dai Verdi. Molto significativo è anche il gap generazionale: la grande maggioranza dei votanti di età inferiore ai 30 anni e, in buona parte, di chi ha meno di 60 anni, ha votato a favore dell’uscita dal nucleare. Quindi, se il 27 novembre avessero votato solo persone con meno di 60 anni, l’iniziativa sarebbe stata accolta, come riassume lo studio del Professor Wüstenhagen dell’università di San Gallo.
Basta importazioni di petrolio e rafforzamento dell’economia interna
Gli altri risultati emersi dallo studio dell’istituto gfs-zürich danno ulteriore fondamento agli argomenti dei sostenitori della Strategia energetica: una persona su due è d’accordo che la svolta energetica porti vantaggi all’economia e che la Svizzera debba adottare misure per rendersi più indipendente dalle importazioni di petrolio.
WWF Svizzera italiana