Per una Cantonale***** e
per una formazione di pari rango

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Per una Cantonale***** e
per una formazione di pari rango

Ma siamo sicuri che vi siano i soldi per riflettere, formare, riqualificare, progettare, aggiornare l’insegnamento e la formazione?

La costruzione si rende necessaria dopo la mesta constatazione che una ristrutturazione del vecchio edificio di soli quaranta anni si rivela poco sostenibile, anzi quasi impossibile. Almeno così sembra, leggendo gli articoli di Patrick Lardi e di Livio Zanolari.

Nella prossima fine settimana il popolo grigione sarà chiamato a votare un credito di novantotto milioni di franchi svizzeri per la costruzione della nuova scuola Cantonale. La costruzione si rende necessaria dopo la mesta constatazione che una ristrutturazione del vecchio edificio di soli quaranta anni si rivela poco sostenibile, anzi quasi impossibile. Almeno così sembra, leggendo gli articoli di Patrick Lardi e di Livio Zanolari.
Non è facile immaginarci novantotto milioni perché non è stato facile farlo pensando all’investimento di ventiquattro milioni per il nuovo ospedale di Poschiavo. Partendo da questo paragone, sappiamo però ora che una nuova cantonale costerà circa quanto quattro ospedali di Poschiavo. Se poi andiamo avanti con i paragoni, senza voler peccare di populismo e di faciloneria, allora pensiamo che con cento milioni si possono costruire duecento case a schiera, all’interno delle quali possono essere ospitate cinque persone per casa. E quasi per magia ci si ritrova a poter disporre di un paese di mille abitanti. E alle nostre latitudini non ci sembra poco. Semmai poi il problema sarà quello di riempire le case; ma questo è un altro discorso.
Oppure ancora cento milioni significherebbe che 100 professori potrebbero insegnare contemporaneamente a 2000 studenti in aule da un milione di franchi.
Mah.

Mi sono anche chiesto quanto sia giusto investire in immobili cento milioni a Coira al cospetto di altre cinque istituti privati che offrono un tipo di studio medio superiore, come Samedan, Davos, Disentis, Zuoz e Ftan. E’ proprio necessario disporre di una grande scuola pubblica a Coira? Oppure sarebbe meglio costruire una struttura più modesta e ‘distribuire’ meglio i nostri giovani su tutto il territorio cantonale?

Poi ci si chiede ancora – questa volta al cospetto delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione – se i luoghi della formazione debbano proprio rimanere quelli classici, o se invece possano essere altri, come quello di favorire una formazione mista, che combini idealmente la formazione in presenza e quella assistita in rete.

I giovani della mia famiglia, che hanno scelto lo studio medio superiore, hanno sempre optato per la Scuola Cantonale o per la Scuola Magistrale. Ciò praticamente senza eccezioni, quasi fosse una questione di principio (perché la città ti dà di più, perché conosci meglio le varie etnie del cantone, perché conosci i Mesolcinesi, perché l’offerta culturale è maggiore, perché l’insegnamento è anche in italiano, perché c’è il Calanda, ecc. ecc ). Ma dopo tre anni di studio di mio figlio al liceo di Coira, questo mito sembra cominci a sgretolarsi: le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono praticamente assenti e poco implementate; la valutazione sembra essere delegata soltanto alla forma scritta, quindi non serve quasi più la presenza tranne per acquisire sapere, meno il saper fare; la maturità bilingue prevede un numero molto esiguo di materie in italiano per definirsi tale; poi mai una lettera, mai un regolamento, una direttiva, redatta in lingua italiana che sia stata spedita ai genitori di lingua italiana; sui siti Internet preposti all’informazione (vedi www.kanti-chur.ch oppure www.pfh-gr.ch) la nostra madrelingua brilla, come si diceva un tempo, per la sua totale assenza.

Allora per concludere le domande possibili sono anche queste: quanto si è pensato al futuro dell’insegnamento medio superiore nel cantone dei Grigioni in modo organico, dove infrastruttura, pedagogia, didattica, nuove forme d’insegnamento possano andare a braccetto ed integrarsi idealmente? Quanto si sta invece lavorando a compartimenti stagni, risolvendo solo il problema infrastrutturale di Coira? Quanto sono stati considerati i centri di formazione sparsi per il cantone? Quanto è minacciato il senso si appartenenza al cantone dei Grigioni da parte dei Grigionitaliani?

Decidiamo pure di costruire la nuova Cantonale a Coira, perché sembra essere una necessità. Ma vediamo di fare tutto il possibile per evitare che dopo le note frasi del tipo “Mesolcina – Bellinzona = mezz’ora di viaggio”, non si cominci a ragionare in analoghi termini, coniando e praticando “Valposchiavo – Tirano = mezz’ora di viaggio; Bregaglia – Locarno = Bregaglia – Coira.

Redatto da Danilo Nussio – nussio@ecomunicare.ch