La Persona Rinaldo Boldini

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Il pensiero di Nicoletta Noi-Togni
Queste poche righe non sono per caratterizzare la figura di Rinaldo Boldini – che ci ha ormai da 25 anni lasciato – quale studioso e fondatore di opere eminenti per la nostra regione del Grigioni Italiano.

Altri l’hanno fatto – come il professor Massimo Lardi (leggi qui) e la famiglia dello stesso Rinaldo che ha dato alla stampa un suo racconto di grandissimo valore – in modo esemplare.

No, io desidero connotare brevemente la Persona Rinaldo Boldini, tramite un ricordo nitido e profondo che conservo della stessa. Ricordo ambientato purtroppo in momenti tragici attraversati dalla mia famiglia. Infatti non dimentico che il primo a giungere in casa nostra dopo che in paese si era sparsa la notizia di un tragico evento nella nostra famiglia era lui. Entrava, si levava il cappello, ci dava la mano, senza parlare si sedeva vicino alla bara e se ne stava lì per ore, sempre senza parlare. Quella presenza senza parole nella camera semibuia era nella sua immanenza così forte e intensa da venire come tale – quasi fisicamente – attraverso la luce fioca e nel profumo dei fiori, da me recepita. Mi sembrava che fiumi silenziosi scorressero attraverso la persona, scura e immobile sulla sedia, e la bara. Sentivo tutta la forza di questo fiume e di quella presenza nella stanza e ne ricavavo grande consolazione. Di più: quella presenza senza parole mi riconduceva alla serenità dell’ineluttabile, all’accettanza di ciò che era e di ciò che era stato.

Sono sempre stata grata, emozionalmente e mentalmente, per questo sostegno nei momenti tristi a Rinaldo. Ed anche di più lo sono stata sapendo che le nostre famiglie imparentate – la sua e la mia – molto unite in tempi remoti ma poi separate dai dissidi comuni alle famiglie che vivono nella realtà dei nostri paesi, non erano più in stretta comunicazione. Quella presenza silenziosa vicino alla bara trascendeva tutto ciò e diventava anche monito ed esempio di umana umiltà, di quel Bene ultimo che sta sopra tutte le vicissitudini dell’uomo e che è l’unica cosa importante e vera. Lui l’aveva capito e me lo aveva trasmesso. Per mia grande consolazione.

 

Nicoletta Noi-Togni