Il mio nome è clarinetto… non clarino

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1830

Lo strumento possiede un timbro dolce ed è capace di notevoli agilità.

 

 

 

Il clarinetto è uno strumento a fiato con camera cilindrica, padiglione svasato ed ancia semplice: l’ancia è una lamella in legno che, tramite la pressione dell’aria introdotta, vibra e ne produce il suono.

I clarinetti moderni, costruiti prevalentemente in ebano e talvolta in plastica, sono muniti sul tubo di 20 o più fori, che vengono chiusi direttamente dalle dita dell’esecutore o tramite chiavi per ottenere note di differente altezza. Lo strumento possiede un timbro dolce ed è capace di notevoli agilità, in particolare modo nell’esecuzione di scale e arpeggi. Offre inoltre grandi possibilità d’escursione dinamica: è possibile produrre dei suoni sia nel pianissimo che nel fortissimo.

Il clarinetto, le cui origini sono molto antiche, fu inventato intorno al 1700 dal costruttore di flauti tedesco Johann Christoph Denner partendo da uno strumento di carattere popolare diffuso in precedenza, lo chalumeau. Dopo il 1840 furono sviluppati due nuovi e complessi sistemi di chiavi e diteggiatura: il sistema Boehm, utilizzato in molti paesi e brevettato nel 1844 dal costruttore francese Auguste Buffet, che adattò il sistema inventato per il flauto dal costruttore tedesco Theobald Boehm. I clarinetti furono introdotti nell’orchestra a partire dal 1780.

Per comprenderne il suono e le possibilità espressive, vi invito all’ascolto di due brani dalle caratteristiche molto diverse e contrastanti. Il concerto di Mozart KV 622 è un vero capolavoro musicale. Il brano ha inizio con una breve introduzione strumentale del tema, ripreso poi da il clarinetto e variato con passaggi virtuosistici. Si possono in questo modo cogliere le possibilità tecniche dello strumento. Il concerto fu scritto per il clarinettista austriaco Anton Stadler, al quale Mozart lo dedicò.

 

Avendo studiato e conseguito il diploma di Conservatorio in clarinetto, sono particolarmente legato al brano proposto in quanto ha fortemente influenzato il mio percorso scolastico e di conseguenza la mia professione. Sono rimasto ammaliato ascoltando il brano mozartiano e dalla sua “poesia”. Non trovo espressione migliore per descrivere questo linguaggio in quanto riesce a scaturire delle emozioni indescrivibili con le parole: questa è la musica!!!

Lo strumento in questione da sempre trova largo spazio nella musica jazz. Propongo l’ascolto di un grande solista, il più grande forse in questo genere: Eddie Daniels.

Il tema accompagnato da una orchestra d’archi, viene ben presto stravolto e riproposto in versione swing con una fantastica improvvisazione dello strumentista.
Insegno clarinetto da oltre 30 anni e con grande soddisfazione. I miei studi musicali sono stati lunghi e impegnativi ma l’opportunità di insegnare a suonare lo strumento ai miei allievi rappresenta motivo di orgoglio e soddisfazione. Il clarinetto è spesso “scelto” dai giovani in quanto è abbastanza immediato (intendo che dopo poche lezioni, si è in grado di suonare gradevoli melodie). Il costo di uno strumento da studio è più che accessibile. A volte viene impiegato come “propedeutico” per poi passare al sassofono (l’impostazione e la diteggiatura si assomigliano molto).

Come possibile intuire dall’immagine a fianco, il clarino non ha nulla a che fare con il clarinetto. Si tratta di uno strumento in ottone, molto simile ad una tromba in voga nel periodo rinascimentale.

L’unica somiglianza è il nome ed è per questo che spesso si crea confusione tra i due diversi strumenti.

>>Visita il sito della Scuola Musicale Poschiavina

 


Marco Ronconi
Docente di clarinetto e sassofono presso la Scuola Musicale Poschiavo