Biografia e movimenti di M13
Gli organi faunistici della Provincia Autonoma di Trento hanno pubblicato il Rapporto Orso per il 2012. All’interno si parla anche della vita di M13, di altri orsi presenti in Lombardia e di una previsione di cambiamento nella gestione dei plantigradi in Trentino.
Dalle pagine dedicate al plantigrado abbattuto in Valposchiavo nel “Rapporto Orso 2012” (pp. 35-38), presentato giovedì 7 marzo 2013 dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento, si intuisce che M13 era un osservato speciale fra gli orsi, non tanto perché fosse stato prescelto volontariamente all’interno di un qualche progetto, ma perché la sua esuberanza suggerì ai responsabili degli organi per la salvaguardia della fauna di tenerlo monitorato sia in Trentino Alto Adige come anche nel Canton dei Grigioni. Grazie al radiocollare GPS si sono potuti ricostruire i suoi viaggi e farsi un’idea più chiara sugli spostamenti dei giovani orsi di sesso maschile.

Il percorso di M13
M13 nasce nel gennaio 2010 nella zona della Paganella-Gazza, vicino a Trento, da KJ2 (il padre è Gasper) che partorisce una cucciolata di tre esemplari. Dopo la separazione dalla madre i tre fratelli, M12, M13, M14, si rifrequentano sul confine tra Trentino e Alto Adige, “confermando il fatto che in alcuni casi i soggetti della stessa cucciolata possono mantenere un legame anche successivamente al distacco dalla madre e alla conseguente dispersione“. Qui M13, dopo aver sbranato delle pecore, è munito di radiocollare che perde in febbraio, ma, mediante rilevamenti di tipo genetico (feci e peli lasciati sulla sua via) e avvistamenti, si riescono a capire i suoi spostamenti: dall’Alto Adige arriva in territorio austriaco e poi oltrepassa il confine svizzero, mentre, in primavera, entrambi i fratelli di M13 muoiono investiti da automezzi nella provincia di Bolzano.
“Anche le autorità svizzere decidono di dotarlo di un radiocollare GPS a seguito dei danni provocati. Il trasmettitore viene applicato il 12 aprile 2012. Poco dopo, il 1° maggio 2012, M13 subisce un incidente, venendo investito da un treno in Svizzera nella valle dell’Inn“. Di seguito si tiene in alta quota spostandosi tra Poschiavo, Bormio e Alta Val Camonica, attraversando anche i ghiacciai dell’Adamello, dell’Ortles-Cevedale e del Bernina. Un tour che lo conduce a toccare un’altitudine di 3’405 m.s.l.m., “la maggiore quota mai documentata per un orso in Europa”. Poi, come tutti sappiamo, si stabilisce in Valposchiavo e vi trascorre il letargo prima di essere abbattuto.

Altre notizie sulla popolazione degli orsi
La popolazione dell’areale centro-orientale alpino è stata stimata all’incirca sui 43 esemplari, 36 in provincia di Trento e 7 fuori Trentino, o meglio 6, dato l’abbattimento di M13. Nella vicina Lombardia, ovvero nelle province di Brescia, Bergamo e Sondrio, si contano 3 orsi maschi che sono, di regola, più inclini ai grandi spostamenti e alle migrazioni in nuovi territori rispetto alle femmine.
Dalle autorità competenti trentine si segnala la riuscita del progetto per l’accrescimento della popolazione dei plantigradi, ma dall’altra – come scrive il dott. Maurizio Zanin, Dirigente del Servizio Foreste e Fauna della PAT, nella pagina iniziale del Rapporto Orso 2012 – “Se il numero degli orsi è infatti ormai vicino al raggiungimento della Minima Popolazione Vitale, stimata dallo Studio di fattibilità redatto dall’ISPRA in circa 50 esemplari, a esso si accompagna ormai un calo deciso del livello di accettazione sociale”. Nel 2011, infatti, un’indagine demoscopica dimostrava un mutamento del livello d’accettazione da parte dei cittadini trentini, dal 76% del 2003 al 30% degli ultimi anni. Una brusca diminuzione che porta le autorità competenti a prevedere un adeguamento degli “strumenti di gestione a un quadro operativo sicuramente mutato rispetto al momento in cui essi furono messi a punto“, ossia negli anni Novanta e nei primi anni del nuovo millennio. Zanin continua: “Si tratta in concreto di ridefinire le tipologie degli atteggiamenti problematici manifestati dagli orsi (in relazione sia alla “pericolosità” che alla eccessiva “dannosità” eventualmente manifestate) e delle conseguenti azioni di controllo previste dal PACOBACE (Piano d’Azione per la Conservazione dell’Orso Bruno nelle Alpi Centro-orientali)”.
- Qui trovi lo studio Rapporto Orso 2012 in cui si parla del monitoraggio, dell’aumento della popolazione di plantigradi, delle cifra degli indennizzi e della prevenzione dei danni, dei casi problematici e della gestione delle emergenze in Trentino.
- Le citazioni sono estratte da Groff C., Bragalanti N., Rizzoli R., Zanghellini P. (a cura di), Rapporto Orso 2012 del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento, 2013.