Ridotta della metà la produzione di miele in Valposchiavo

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La stagione fredda e piovosa ha inciso notevolmente
In Valposchiavo l’affascinante mondo dell’apicoltura è tenuto vivo da un buon numero di apicoltori unitisi in Società (SAPB). Abbiamo chiesto come sta andando l’annata a Angela Isepponi, Franco Compagnoni e Diego Lardelli.

L’apicoltrice Angela Isepponi asserisce: “Quest’anno a causa della fredda e piovosa stagione le api non hanno potuto approfittare di alcune fioriture tra cui il tarassaco e certi alberi da frutto. Quindi la produzione mellifera sarà piuttosto scarsa rispetto all’anno precedente, ad esempio nel mese di giugno non era ancora presente il miele all’interno delle arnie. Comunque si nota un aumento di produzione mellifera in queste ultime settimane dovuto all’innalzamento delle temperature e all’alta pressione che rimane stabile”.

Angela Isepponi coltiva la passione per l’apicoltura condivisa già in passato dal nonno

 

Angela Isepponi e il papà Silvano, proprietari di dieci arnie, da tre anni coltivano la passione dell’apicoltura condivisa già in passato dal nonno ed avverando così il suo sogno nel vedere la nipote continuare il suo operato.

Inoltre Angela assieme al padre frequenta corsi per approfondire le conoscenze nel settore e per aggiornarsi sulle tecniche in continua evoluzione. Quest’anno infatti hanno frequentato un corso per allevare api regine. La loro arnia è di tipo svizzero, cioè si lavora da dietro e non dall’alto come invece avviene per il sistema dadant spesso usato in Italia. Attualmente è presente anche un sistema (misura svizzera a magazzino) che combina i due generi e permette all’apicoltore di lavorare sia dall’alto che da dietro.

Franco Compagnoni, Presidente della Società Apicoltori Poschiavo e Brusio (SAPB),

 

Franco Compagnoni, Presidente della Società Apicoltori Poschiavo e Brusio (SAPB), ha trenta arnie ed ha iniziato il mestiere di apicoltore nel 1986.

La Società Apicoltori Poschiavo e Brusio (SAPB – fondata nel 1916) aiuta i soci, organizza giornate informative e fornisce materiale divulgativo, offre l’etichetta delle scatole per la vendita del miele, l’ordinazione dei nuclei in primavera e molto altro. In questo modo comprando il materiale a livello di società si abbattono notevolmente i costi. Inoltre ogni anno viene effettuata una gita a Piacenza alla fiera apistica per potersi confrontare con altre realtà e scoprire le novità del settore. Da quest’anno la SAPB impone ai 67 apicoltori presenti nella Società (di cui 45 attivi) la cura della varroa nel medesimo periodo per cercare di contrastare in modo efficace questo parassita.

Albert Einstein: “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”

 

Anche Franco Compagnoni afferma: “Il mese di luglio ha sistemato un po’ le cose, ma la stagione in generale non è stata buona con molto freddo e pioggia. Le api non hanno potuto purtroppo usufruire del tarassaco. Quest’anno si avrà il 50% in meno della produzione rispetto agli anni scorsi. Il tarassaco è un fiore importante in quanto rifornisce sia di miele sia di polline il nido. Quest’anno il popolo è rimasto debole fino al 20 giugno, le arnie erano povere di nutrimento e quindi non hanno potuto svilupparsi in modo adeguato, la covata era scarsa e di conseguenza le api bottinatrici sono venute a mancare.


L’APICOLTURA

L’ape regina viene marcata ogni anno con un colore differente (quest’anno il marchio è rosso) che ne identifica l’anno di nascita. In media vive tre anni. Essa è indispensabile per produrre nuove api e quindi aumentare la popolazione. Un ape (femmina – durata di vita: un mese e mezzo) produce la cera, il propoli e porta il miele, mentre i fuchi (maschi) hanno il solo compito di fecondare le giovani regine. L’ape raccoglie il nettare dal fiore e lo porta all’arnia, lo rigurgita nella bocca delle sue sorelle più giovani che lo inseriscono nelle celle e ventilano con le ali per estrarre l’umidità. Successivamente il miele, una volta opercolato, cioè ricoperto da un sottile strato di cera, è maturo e pronto per essere estratto.

Diego Lardelli possiede 15 arnie ed ha iniziato questa sua attività ben 25 anni fa

 

Diego Lardelli, apicoltore per passione, spiega: “In un’arnia durante il periodo estivo risiedono circa 60 mila api. I telaini di cera vengono posti all’interno dell’arnia dove il popolo delle api li modificherà a seconda delle esigenze ossia creerà un telaino da nido dove si riproducono e vivono, o un telaino da melario dove immagazzinano il nutrimento.

L’ape regina viene marcata ogni anno con un colore differente (quest’anno il marchio è rosso)

 

Diego Lardelli possiede 15 arnie ed ha iniziato questa sua attività ben 25 anni fa ed ora anche il figlio Gianluca segue le sue stesse orme immergendosi con interesse in questo mondo. Infatti dall’anno scorso è proprietario di tre arnie.


MALATTIE E PARASSITOSI

L’apicoltura non è un mestiere sempre facile e richiede un costante impegno. Infatti le malattie che riguardano le api sono un problema da non sottovalutare, come ad esempio la peste europea e americana. Queste ultime trattansi di un fungo che fa marcire la covata. In questo caso occorre annunciare la presenza della malattia all’Ispettore apistico che constaterà lo stato dell’arnia e procederà con gli interventi necessari.

La covata calcificata si verifica a causa del freddo ed il popolo si trova impreparato. Questo comporta la morte della pupa e la sua calcificazione.

Il nosema ossia la diarrea che colpisce le api può portare anche ad altre malattie. Si notano i telaini e le entrate degli alveari sporchi a causa delle deiezioni delle api.

La varroa è un acaro che si nutre della linfa delle larve e trasmette dei virus che provocano l’indebolimento e la successiva morte delle api. Questo parassita può essere combattuto.


Negli ultimi anni spesso si è sentito parlare di un’enorme morìa di api, questo può dipendere dalla stagione, dalle malattie ma anche dai pesticidi usati in agricoltura. Come diceva Albert Einstein, con tono apocalittico, “Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”. Affermazione forse troppo forte ma che indica il ruolo importantissimo delle api nel sistema ambientale in quanto sono le impollinatrici per eccellenza e senza questo indispensabile insetto non potremmo godere a livello alimentare della frutta e degli altri prodotti che la natura ci dona.

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