La Rezia misurata a passi e osservata con occhio umano

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Presentazione del volume La Rezia di Egidio Tschudi
Mercoledì 9 ottobre 2013 è stato presentato alla popolazione della Valposchiavo il libro La Rezia di Egidio Tschudi, all’interno della mostra sui paesaggi in Casa Console a Poschiavo.

 

Non poteva esserci ambientazione migliore per l’illustrazione di questo volume che parla del territorio retico. I dipinti, infatti, facevano da sfondo alla presentazione dell’opera di un pioniere della geografia che forse ha proprio attraversato quei paesaggi; in un momento di fantasticheria ci si poteva immaginare il giovane Tschudi camminare fra quelle incantevoli montagne dipinte, e osservare la bellezza dei paesaggi prendendo nota delle particolarità dei luoghi. Così come avrebbe presumibilmente fatto nella realtà.

 

A mostrare il lavoro svolto e ad approfondire la figura e gli intenti di Egidio Tschudi erano presenti alla serata promossa dalla Pgi, Andrea Paganini, editore della collana “L’ora d’ora” di cui La Rezia è al momento l’ultima pubblicazione, e Maria Rosa Zizzi, professoressa del Liceo Classico “Piazzi-Lena Perpenti” di Sondrio. I due curatori dell’opera, attraverso una sequenza di immagini, hanno condotto il pubblico nei luoghi descritti da Tschudi, alla scoperta di castelli e chiese della Valle del Reno, ma anche di scorci della Bregaglia, del Passo Giulia, della Valposchiavo (per la verità Tschudi ne fa solo un accenno), della Valtellina e della Valchiavenna.

Andrea Paganini e la prof.ssa Maria Rosa Zizzi

 

Purtroppo, mancavano gli studenti della classe III A del Liceo classico “Piazzi-Lena Perpenti” di Sondrio che hanno tradotto l’opera dal latino all’italiano (sicuramente il sonoro applauso finale del pubblico era rivolto anche a loro), visto che sono tuttora impegnati nei primi giorni della loro carriera universitaria. La prof.ssa Maria Rosa Zizzi ha spiegato che è stato “un lavoro che è servito a motivare i ragazzi nello studio del latino e a far comprendere a loro che nel XVI secolo era ancora una lingua viva, la lingua della diffusione della cultura.” La pubblicazione così finita ha un grande valore, poiché per la prima volta la Raetia di Tschudi vede la luce in lingua italiana.

 

Ma vediamo chi era Egidio Tschudi (1505-1575). Era un personaggio eclettico vissuto nel XVI secolo: umanista, collezionista e uomo politico, e soprattutto conosciuto come storico per la stesura del Chronicon Helveticum. In questa occasione, ne La Rezia, lo scopriamo principalmente come geografo. In età giovanile percorre in lungo e in largo la Rezia, a piedi o a cavallo, e segnala sulla carta la morfologia delle valli, le montagne, i fiumi, i laghi e la presenza dei centri abitati. Tschudi sentiva probabilmente la necessità, o aveva una certa ambizione, di disegnare la reale forma della Rezia. Da pioniere geografo e cartografo, non girava come avrebbero fatto i suoi successori con moderni strumenti di misurazione, Tschudi percorreva la Rezia misurandola con i propri passi cercando di capire l’altitudine delle montagne, la larghezza e la lunghezza delle valli e la vastità del territorio attraverso i propri occhi.

 

Da questo girare Tschudi elabora una cartina che ai tempi ebbe parecchio successo. Si impegna inoltre a stendere degli scritti in cui si permette di analizzare le varie parlate come un linguista ante-litteram, di capire la storia anche attraverso l’etimologia delle diverse località, di scoprire molti aspetti geografici del paesaggio con occhio vivo, di svelare le usanze delle popolazioni come un acerbo antropologo del Cinquecento. Da umanista le sue analisi si fondano sulla base delle fonti di autori classici, ma da “uomo nuovo in senso rinascimentale” le confronta con ciò che empiricamente osserva e assimila nel suo viaggiare.

Inizio della presentazione: da sx Arianna Nussio, operatrice Pgi Valposchiavo, Andrea Paganini e la prof.ssa Maria Rosa Zizzi

 

Tschudi scrive della storia della Rezia. Sorprendente risulta essere la presunta origine del popolo retico. Tschudi, affidandosi a fonti classiche, racconta che vi sia una discendenza con il popolo degli Etruschi. Lo racconta nel primo capitolo: nel 587 a.C. il comandante Reto, scacciato dalla Tuscia (l’odierna toscana) dall’invasione dei Galli, si reca sulle Alpi. Qui si stabilisce con il suo popolo. La leggenda può avere dei semi di verità, ma la motivazione principale di questo inizio è molto probabilmente quello di accreditare la storia dei Reti e della Rezia di un fondamento storico prestigioso, dimostrando che queste popolazioni derivano da una discendenza illustre come è quella etrusca. Questo per rafforzare l’opinione che il territorio della Rezia, la sua storia, i suoi usi e costumi, sono meritevoli di essere raccontati.

 

Torniamo ai nostri tempi. Questa ultima pubblicazione della casa editrice di Andrea Paganini si aggiunge agli altri anelli della collana “L’ora d’oro”. Temi ricercati a livello storico e letterario, la cura dell’analisi, gli approfondimenti necessari, un progetto grafico omogeneo con il dorso dorato (collana che unita in fila sullo scaffale è un vero piacere da guardare), dimostrano la raffinatezza di questi prodotti. E poi in questo volume c’è un inserto veramente particolare: la cartina pieghevole della Rezia disegnata da Tschudi (per la verità un rifacimento post mortem dell’opera cartografica originale) con l’orientamento rovesciato da nord verso sud. Una vera chicca per chi è appassionato di storia dei Grigioni e della Svizzera, una mappa per farsi un’idea di come a quei tempi si poteva vedere il mondo alpino e retico.