Repower fiduciosa dell’apertura del mercato energetico

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Intervista a Kurt Bobst, CEO Repower
Il valore dell’idroelettrico nella “Strategia energetica 2050”, la posizione di Repower nei confronti delle energie sussidiate e la liberalizzazione del mercato energetico svizzero, sono i temi dell’intervista rilasciata a IL BERNINA dal CEO Repower Kurt Bobst.

 

Dopo lo spegnimento delle centrali nucleari, la Svizzera riuscirà ad essere autosufficiente dal punto di vista energetico? E quale ruolo dovrà avere l’energia idroelettrica?

Non è possibile per la Svizzera essere autosufficiente a livello energetico, perché l’elettricità coprirà anche in futuro solo il 25% circa dell’intero consumo di energia. Il resto del fabbisogno di energia, specie per il riscaldamento e la mobilità, sarà importato anche in futuro.
Considerando solo la fetta legata all’energia elettrica, l’uscita dal nucleare è una grossa sfida per la Svizzera, poiché si dovranno sostituire due quinti (40%) dell’attuale produzione di elettricità. Per l’idroelettrico potrebbe essere una buona opportunità, ma tutto dipende dalle condizioni quadro, che al momento non sono favorevoli e per il futuro non ancora definite.

Il 2050 è certamente lontano. Ma come pensa di agire Repower per prendere parte di quella fetta (il 40%) dell’energia nucleare che verrà ipoteticamente a mancare sul mercato?

È importante mantenere efficace la produzione di energia idroelettrica per garantire l’approvvigionamento come finora. Inoltre stiamo progettando la centrale Chlus in Prettigovia, il più grande dei progetti idroelettrici realizzabili in Svizzera. Questo impianto, considerato di importanza nazionale da parte dell’Ufficio federale dell’energia, produrrà quasi 240 GWh all’anno, quanto basta per coprire il fabbisogno energetico di circa 80’000 economie domestiche. Se le nuove condizioni quadro, tuttora in discussione in sede parlamentare, saranno favorevoli, il progetto Chlus darà un contributo sostanziale all’aumento generale della produzione idroelettrica in Svizzera. Stiamo inoltre lavorando su diversi altri progetti di risanamento e potenziamento degli impianti attuali. E anche su questo fronte dobbiamo essere molto realisti e poter contare su norme e leggi che non sfavoriscano, come tuttora, la produzione idroelettrica.

E ora come sta intervenendo Repower sul mercato dell’energia elettrica?

Al di là della produzione di energia idroelettrica, ci stiamo posizionando anche nel settore della gestione dell’energia. Dobbiamo offrire diversi servizi ai nostri clienti: se aumenta la produzione d’energia con fonti rinnovabili non programmabili come l’eolico e il fotovoltaico, dobbiamo agire in maniera che questa ulteriore produzione di energia elettrica sia integrata nel sistema; poi dobbiamo aumentare la flessibilità nel consumo, e quindi ottimizzare lo stretto legame tra consumo e produzione. Per farle un esempio Repower sta realizzando un programma di ottimizzazione della gestione dell’energia elettrica delle Ferrovie federali svizzere. Questo è un incarico che attesta a Repower la capacità di sviluppare sistemi tecnologici integrativi molto complessi.

 

Al Consiglio nazionale si è discusso recentemente di sovvenzioni. Quale è la posizione di Repower?

Secondo noi, il modello attuale di mercato è problematico perché queste prestazioni influenzano al ribasso i prezzi per chi produce, ma fanno aumentare il prezzo (più tasse) per il consumatore. Ciò vuol dire che le energie sussidiate entrano sul mercato con costi minimi. In questa maniera, specie in Germania, si immette in rete energia rinnovabile (eolico, fotovoltaico) praticamente a prezzo zero, perché già ampiamente pagata dal consumatore mediante un’alta tassa. Tuttavia, per garantire l’approvvigionamento lungo l’intero arco della giornata occorrono anche altre fonti. In Germania queste altre fonti sono innanzitutto le vecchie centrali a carbone, che sono in grado di produrre a prezzi più bassi. Ora abbiamo un prezzo sul livello di 30-35 euro al megawattora, meno della metà rispetto al 2008. Ne consegue che l’idroelettrico non può più competere con i prezzi bassi dovuti a una grave alterazione del mercato, molto più che circa 20 franchi al megawattora servono per pagare i canoni d’acqua al Cantone e ai comuni.

E quindi che conclusioni si traggono?

Noi non vogliamo essere gli unici a subire gli svantaggi. Se il legislatore decide di assegnare prestazioni per alcune fonti energetiche come l’eolico o il fotovoltaico, non può abbandonare il settore idroelettrico a se stesso, che tra l’altro è in grado di produrre con grande flessibilità e di garantire l’alimentazione di energia elettrica in ogni secondo della giornata. Siamo cautamente ottimisti, in quanto il Consiglio nazionale, riguardo al primo pacchetto per la Strategia energetica 2050, è favorevole a sostenere progetti idroelettrici nuovi, come la nostra centrale di Chlus, ma resta aperto il discorso legato alle centrali esistenti con un’alta potenza installata, che non rientrano nei progetti sostenuti e che purtroppo non rendono più niente, nonostante richiedano importanti investimenti di manutenzione.

E il Progetto Lagobianco potrebbe essere lanciato da qualche sovvenzionamento?

I sistemi di pompaggio, come il Progetto Lagobianco, sono esclusi purtroppo in questo momento dalla discussione sulla strategia energetica 2050. Tuttavia, siamo dell’avviso che la crescita della produzione decentralizzata di energia elettrica abbia bisogno sempre più di sistemi di stoccaggio per riuscire a integrare le crescenti quantità di energia prodotte dall’eolico e dal fotovoltaico. Il discorso sulla necessità dei sistemi di pompaggio rimane aperto più che mai. Dipende dallo sviluppo del mercato.

 

Passiamo alla liberalizzazione del mercato dell’energia in Svizzera. Positivo o negativo per Repower?

Per noi sarebbe un vantaggio visto che siamo posizionati bene sul mercato in Svizzera. Abbiamo poi tutte le esperienze del mercato italiano che è liberalizzato e una buona esperienza nel campo della collaborazione con partner, per esempio con le aziende elettriche di vari comuni. Le opportunità per sviluppare nuovi prodotti e per agevolare nuove forme di collaborazione sono reali e noi su questo lavoriamo intensamente. Chiaramente, se il mercato sarà liberalizzato, corriamo anche noi il rischio di perdere qualche cliente nei Grigioni, ma potremo contare su un alto potenziale di nuovi clienti in Svizzera. .

Il Governo grigionese è favorevole alla liberalizzazione del mercato energetico nel nostro Cantone, ma si oppone in parte al modello proposto dalla Confederazione, ossia il “modello opzionale di approvvigionamento elettrico assicurato”, poiché, afferma il Governo, “un continuo passaggio di consumatori finali dal servizio universale al libero mercato e viceversa andrebbe integralmente a scapito dei gestori di rete indigeni”. Il Governo vi dà così una mano, cosa ne pensate?

Repower è abituata ad adeguarsi alle leggi e alle norme che regolarmente vengono emanate o modificate. Quanto alla liberalizzazione del mercato dell’energia Repower sta elaborando proposte concrete, che mirino a una maggior efficienza della gestione di energia elettrica a ogni livello. Si sta elaborando e affinando la tecnologia per favorire l’integrazione dei sistemi e per offrire ai clienti le soluzioni più interessanti, sicure e convenienti.