Polveri fini: quanto ci dobbiamo preoccupare?

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Le risposte dello pneumologo Gianfranco Bolognini
Concludiamo la rassegna di contributi sull’inquinamento da stufe a legna o caminetti con l’intervista a un esperto di pneumologia. Cosa provocano le polveri fini al nostro organismo? Quanto ci dobbiamo preoccupare? La nostra casa è una roccaforte contro le polveri fini? Queste le domande che gli abbiamo posto.

È ormai certo che le emissioni della combustione di legna nella caldaie delle stufe e nei caminetti provocano inquinamento nell’ambiente in cui viviamo. Dai camini delle utenze private escono quindi polveri fini che vengono trasportate dall’aria e che quindi possiamo respirare. Chiediamo al dottor Gianfranco Bolognini, specialista in pneumologia e membro di GOSA (Gruppo Operativo Salute e Ambiente del Canton Ticino), quali sono le conseguenze di una costante inalazione delle polveri fini?

Come tutte le polveri fini anche quelle da combustione di legna sono dannose. Nel corso degli anni i dati scientifici confermano la pericolosità di queste polveri.

Sono polveri invisibili che noi magari odoriamo attraverso il senso dell’olfatto. Ma come agiscono nel nostro corpo?

Proprio perché molto piccole penetrano senza problemi nel nostro organismo tramite i polmoni e attraverso la barriera alveolo-capillare anche negli altri organi del corpo. Infatti, oltre ai ben noti danni ai polmoni (bronchite cronica, cancro) sono stati a più riprese descritti danni ai vasi sanguigni del cuore e del cervello (infarti e ictus).

Quello che mi sto chiedendo è se gli abitanti dei territori di montagna devono seriamente preoccuparsi di girare per le strade sapendo dell’inquinamento delle stufe a legna. Mi può chiarire la questione?

Bisogna sicuramente tener conto che le stufe a legna producono inquinanti, anche polveri fini. Io mi rifaccio ai dati scientifici della letteratura, comunque tutto deve essere relativizzato: se il funzionamento delle stufe e della combustione sono in ordine l’impatto può essere contenuto.

 

Esiste anche un inquinamento di polveri fini all’interno della casa se la stufa è in funzione?

Sì, esiste. Bisogna dire che le nuove tecnologie di costruzione permettono una sufficiente aerazione dei locali, un miglior funzionamento delle stufe stesse, una maggior attenzione e una corretta combustione: tutti fattori che riducono l’impatto dell’inquinamento atmosferico.

Ma negli ambienti interni meno moderni quali accorgimenti bisogna prendere per evitare di inalare troppe di queste polveri?

Questo è un argomento parecchio dibattuto e non ancora completamente risolto. Infatti la combustione di legna ed eventualmente anche di altre sostanze (nei caminetti si trova di tutto e di più) è fonte di inquinamento di polveri fini. Il problema si pone specialmente quando la combustione non è ideale e non esiste scambio con l’esterno. Ciò può capitare specialmente in vecchie abitazioni con rinnovati serramenti, quasi stagni, dove le stufe non sono state cambiate e sono particolarmente inquinanti. In questi casi bisogna trovare un giusto compromesso tra la difesa dall’inquinamento atmosferico esterno e quello interno. Importante è una buona aerazione dei locali: ridotta al minimo nelle giornate di forte inquinamento esterno. Oggi, con la tecnica minergie si pone fortemente questo problema. L’isolamento degli stabili è richiesto per una questione di risparmio energetico, d’altro canto bisogna però garantire la sufficiente aerazione dei locali per quanto detto sopra. Il problema non è sempre di facile soluzione. Personalmente, però, sostenuto da dati scientifici, penso che in ogni caso si possa trovare un giusto compromesso: isolare le case sì, ma è necessario tener conto di aerare sufficientemente i locali con stufe particolarmente inquinanti.

 


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 Nella foto logo il dottor Gianfranco Bolognini.