“I membri del comitato del gruppo PER constatano di non conoscere i sogni, le speranze e gli obiettivi delle nuove generazioni”. Così inizia l’informazione preliminare che precede l’ordine del giorno dell’assemblea generale della PER, tenutasi lo scorso mercoledì 1. febbraio presso l’Albergo Suisse a Poschiavo.
Una realtà che non riguarda solo la PER
Un’introduzione dai contenuti significativi, specchio di un disagio ben più ampio che non si limita alla sola associazione da anni presieduta da Roberto Nussio, ma riguarda anche altri piccoli o grandi sodalizi che alimentano il nucleo vitale della nostra società, molti fra i quali confrontati con il problema di non più essere in grado di gestire il ricambio generazionale.
Un malessere sul quale sarà opportuno chinarsi con serietà, se non si vorrà un giorno vedersi disperdere quel capitale di piccole e laboriose realtà che, ciascuna a suo modo, s’impegna per lo sviluppo e il benessere della nostra società, salvaguardando le varie specificità e i gruppi d’interesse sparsi sul nostro territorio.
“Stand by” in attesa del cambio generazionale
Nel salutare la trentina di soci accorsi all’assemblea, il Presidente Roberto Nussio non fa mistero di questa particolare difficoltà che riguarda la PER, un’associazione venuta alla luce alla fine degli anni ottanta e giunta ora al probabile tramonto del suo ciclo vitale, in assenza di giovani rincalzi disposti a raccoglierne l’eredità intellettuale e pronti a rilanciare la sfida con nuovi stimoli e idee. “Un’assemblea speciale”, ribadisce Nussio all’inizio dei lavori, riferendosi al punto 6 dell’ordine del giorno, in cui si propone lo “stand by” in attesa del cambio generazionale, con relative conseguenze e scenari.
E, proprio nell’ottica d’evitare una possibile chiusura, si apprende che la PER non ha lesinato sforzi nel tentativo di accattivarsi le simpatie di possibili successori, sforzi che non hanno però profuso risultati tangibili, inducendo pertanto il comitato ad optare per uno “stato d’attesa” che, altrimenti detto, significa occuparsi unicamente dell’ordinaria amministrazione ancora per un anno, tralasciando di portare a termine anche quelle importanti attività di cui il gruppo si occupava instancabilmente da anni, come per esempio l’organizzazione della Festa dell’apprendista. “Occorre dare un segnale, – spiega Nussio – in qualche modo bisogna accorgersi che non ci siamo più. Chi vien dietro deve poter percepire che manca qualcosa e che, per poter andare avanti, qualcuno dovrà pur subentrare”. La percezione di un vuoto, quindi, quale stimolo di riflessione che dovrebbe poter generare una ripartenza.

Gestione Fondo Ospedale San Sisto (FOSS)
Prima di procedere con l’eventuale scioglimento dell’associazione sarà comunque indispensabile trovare un accordo con gli amministratori del neo costituito Fondo Centro Sanitario Valposchiavo per la cessione del Fondo Ospedale San Sisto (FOSS), istituito e gestito dalla PER e finalizzato al finanziamento di attrezzature non sussidiate, nonché altri progetti a favore del nosocomio di Poschiavo.
La ricerca di una soluzione sostenibile per far confluire l’importante importo in dotazione al FOSS (attualmente sono ca. 425’000.00 franchi) è nell’interesse di tutte le parti, in quanto, come sostiene lo stesso Nussio, “non sarebbe per nulla elegante consegnare semplicemente il denaro senza vincolare l’uso della stesso ad un accordo che vada nella direzione della volontà di coloro che l’hanno donato. Non mi pare il caso – conclude ancora Nussio – che di quel denaro si possa ritenere di far ciò che si vuole”. Il FOSS rimarrà pertanto ancora aperto per eventuali donazioni fino al raggiungimento di un accordo, dopodiché si procederà alla sua chiusura e al trasferimento dell’intero ammontare.
Un libro sulle attività dei 29 anni della PER
In conclusione rimane ancora il tempo per volgere uno sguardo retrospettivo all’anno appena trascorso, in cui vengono indicati gli alti e i bassi delle varie attività proposte, fra cui spiccano gli sforzi profusi dal comitato per evitare lo scioglimento dell’associazione. “Abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per evitare la “PERexit” – tiene ancora a ribadire Roberto Nussio, che poi conclude dicendo – abbiamo fallito a mandare avanti la nostra idea.”
Una pubblicazione ricorderà i quasi tre decenni d’attività della PER, che hanno visto l’associazione impegnarsi a favore dello sviluppo nei più svariati ambiti operativi del nostro territorio. Una moltitudine di impulsi e di idee spesso precursori dei tempi, che hanno contribuito alla nascita di importanti attività o di concetti per uno sviluppo sano e sostenibile della nostra economia.
Anche se la parola fine non è ancora stata scritta, va comunque dato atto alla PER d’aver lasciato un segno tangibile della sua esistenza e per essere riuscita a far attecchire dei semi anche in terreni solitamente aridi. L’eredità è grande e non sarà cancellata dalla definitiva scomparsa dell’associazione. Ma, appunto, forse c’è ancora speranza, come peraltro indica anche l’inizio delle relazione del Presidente: “In attesa di chiudere oppure passare la mano ai giovani, affinché realizzino i loro sogni.”
Piero Pola