Lardi: “Infondate le voci sullo scarso livello delle professionali”

5
2206
Foto M Travaglia

Durante la seduta di Giunta dello scorso martedì 6 giugno, passando in rassegna il rendiconto 2016, il deputato Fulvio Betti ha approfittato dell’occasione per verificare la consistenza di alcune voci in circolazione, secondo le quali, la qualità della scuola professionale di Poschiavo non sarebbe più così eccelsa.

Stando alle sue fonti d’informazione, continua ancora il capogruppo UDC, pare che molti genitori optino a questo punto per mandare i loro figli direttamente a Samedan, non essendo più soddisfatti del livello d’insegnamento offerto a Poschiavo. “Qual è realmente la situazione”, si chiede Betti?

Alla domanda prova a rispondere il Capodipartimento educazione, cultura, socialità e sanità Renato Isepponi, il quale, ribadendo di non essere al corrente di una simile situazione, afferma comunque che le cifre in suo possesso non indicano una tale tendenza: prova ne è la percentuale di successo agli esami finali, perfettamente in linea con la media cantonale.

Nel contesto, lo stesso Isepponi tiene a riaffermare l’importanza della Scuola professionale di Poschiavo, che dà la possibilità ai nostri giovani di poter assolvere un apprendistato in valle. Dell’ottantina di apprendisti attualmente in formazione presso l’istituto in Via da Melga, circa la metà provengono dalla vicina Italia.

Per il Consigliere di Giunta Reto Capelli, già docente presso la Scuola professionale fino allo scorso anno, le supposizioni riportate dal collega Betti sono fondate, avendo lui stesso constatato, nel corso degli ultimi anni, un graduale abbassamento del livello di formazione, in coincidenza con l’apertura della scuola anche per allievi d’oltreconfine.

Stando allo stesso deputato PLD, le ragioni sarebbero da ricondurre ad uno standard di preparazione asimmetrico tra gli apprendisti provenienti dalle due parti del confine. Oltre a ciò, spiega ancora Capelli, dalla vicina Italia arrivano spesso ragazzi demotivati, non all’altezza della situazione, attratti solo dalle più allettanti prospettive economiche. “La società impresari – spiega ancora Capelli – sottopone gli interessati ad un esame d’idoneità prima d’iniziare a frequentare i corsi, cosa che dovrebbero fare anche tutte le altre categorie.”

Di tutt’altro parere il direttore della Scuola Professionale di Poschiavo, Agostino Lardi, da noi interpellato in merito a questo intervento in Giunta: “Anzitutto mi chiedo come sia possibile fare certe affermazioni senza che siano suffragate con prove alla mano. Da parte mia posso affermare che sono voci assolutamente infondate e che è invece vero l’esatto contrario. La scuola professionale di Poschiavo ha un indice di successo al superamento degli esami finali che va addirittura oltre la media cantonale, attestandosi al 90-95% degli esaminati, con punte che, in taluni anni, hanno raggiunto anche il 100%”.

“Per quanto riguarda gli allievi d’oltre confine – continua ancora Lardi – non posso far altro che garantire la loro grande motivazione. Quest’ultimi iniziano con un bagaglio di formazione spesso superiore al nostro, intraprendendo molti di loro un nuovo cammino professionale ad un’età superiore ai vent’anni, con una formazione in Italia già alle spalle. È chiaro che – sottolinea ancora il direttore – fra i tanti alunni può capitarne taluno un po’ più debole, ma questo rientra nella norma. Spesso, a livello di conoscenze, i ragazzi d’oltre confine risultano essere trainanti per tutta la classe“.

“Certe affermazioni, specialmente se non fondate – conclude ancora Lardi – possono rivelarsi pericolose, in quanto mi piace ricordare che, circa mezzo milione di franchi provenienti dalla perequazione arriva grazie alla Scuola professionale e che si sta facendo il possibile per mantenere in valle un polo formativo di qualità, con grande impegno di tutte le parti coinvolte”.


Piero Pola

5 COMMENTI

  1. Sostengo pienamente la posizione del nostro direttore Agostino ma capisco anche certe preoccupazioni sollevate.
    Ricordiamoci piuttosto che senza gli italiani la nostra scuola professionale andrebbe presumibilmente verso la chiusura non raggiungendo più la quota minima di studenti. Sarebbe un danno economico enorme per la nostra regione !

    Sappiamo che un certo numero di apprendisti indigeni capaci e motivati preferiscano iniziare il tirocinio fuori valle per imparare contemporaneamente anche il tedesco o per staccarsi da casa. Questo è comunque lodevole sapendo che poi una parte ritornerà in valle con un bagaglio umano e culturale arricchito e quindi a disposizione del mercato del lavoro locale.
    Ciò tuttavia non ha niente a che vedere con la qualità della scuola locale ma si basa unicamente su scelte personali.

    Trovo invece inaccettabile che apprendisti formati qui in valle frequentino la scuola di Samedan invece di Poschiavo solamente per presunte voci di scarsa qualità d’insegnamento.
    Ripeto e ne sono convinto: la nostra scuola è all’altezza di tutte le altre. Se uno studente fa fatica a Poschiavo lo farà anche a Samedan o a Coira.

    Andrea Gervasi
    membro della commissione di sorveglianza della scuola professionale

  2. Il lettore (ritengo di non essere “attento”, tantomeno idiota) cosa deve interpretare?
    Un ex insegnante afferma che il livello di formazione é basso e il direttore (non mi stupisce) ribadisce il contrario. Il capodipartimento, non sa nulla. E, nelle bettole (voci in circolazione), si parla. Benvenga!
    Forse é arrivato il momento di valutare la situazione e, se del caso, prendere provvedimenti… Normalmente, si fa cosi. Ma, a Poschiavo, tante cose vengono fatte in altro modo.

    • Giacomo Badoar: “un bel tacer non fu mai scritto”. Semplificando lo possiamo tradurre così: quando non hai niente di intelligente da dire, è meglio se stai zitto.
      Posso chiedere in quale contesto Melanie o Peter Jörger, hanno citato questo librettista e poeta?

  3. Io non ho assolutamento detto che il livello di formazione si sia abbassato, ma che la mancanza di un test di verifica del livello di formazione scolastica porta ad avere dei problemi perchè oltre confine la formazione è più assimetrica che da noi. Si passa da livelli superiori ai nostri a livelli scolastici molto bassi. Dunque basta evitare di ammettere alla scuola professionele allievi che non hanno le basi scolastiche sufficenti. Che gli alunni problematici non siano in una percentuale alta corrisponde. Che tanti sono molto motivati e preparati corrisponde pure. Il test d’entrata può essere sicuramente una soluzione per ovviare al problema. La proposta era propositiva. Purtroppo questi articoli che cercano sempre solamente la sensazione non aiutano a migliorare le cose ma solo a creare polemiche e nuocciono alla causa.