Airbnb, potenziale risorsa per il turismo valposchiavino

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Alcune delle offerte relative alla Valposchiavo

Nel 2008 nasceva Airbnb, un portale che mette in contatto persone che vogliono affittare il loro spazio in più con turisti di tutto il mondo. A quasi dieci anni di distanza la piattaforma è cresciuta in modo esponenziale e pure un numero ragguardevole di valposchiavini affitta maggesi, appartamenti e camere tramite questo portale.

I numeri di Airbnb sono da capogiro: più di 3 milioni di annunci in 65 000 città di 191 Paesi diversi. Ci sono offerte per tutti i gusti: igloo, case sugli alberi, ville e castelli così come camere nel centro città a prezzi stracciati. Tramite il sito gli utenti possono contattare “l’host”, ovvero la persona che affitta, e chiedere ospitalità, naturalmente pagando, in ogni parte del mondo. Da alcuni anni a questa parte Airbnb offre pure la possibilità di proporre esperienze come concerti live, tour guidati o corsi di cucina. Il colosso della Florida però ha riscontrato parecchi problemi con le autorità di diversi Paesi: le entrate sono difficili da tassare e il numero di pernottamenti è difficilmente controllabile. Per esempio, a Barcellona Airbnb ha provocato un aumento notevole del numero di turisti e ciò ha avuto influssi negativi sulla qualità di vita dei cittadini, come l’aumento degli affitti e il calo dei residenti.

In Valposchiavo le opinioni sono però differenti, infatti, sia il presidente dell’Ente Turistico Valposchiavo Kaspar Howald che l’albergatore Bruno Raselli vedono Airbnb come una risorsa per il turismo valligiano. Raselli afferma: “Al momento non abbiamo riscontrato una concorrenza con Airbnb. Il portale è diretto a una clientela diversa rispetto a quella che sceglie un hotel: il turista che prenota tramite la nota piattaforma solitamente cerca pernottamenti più economici e il dialogo con la persona che li ospita, cosa che in un albergo è più difficile da stabilire. Complessivamente penso sia una risorsa per la valle, possibilità diverse di soggiorno aumentano il grado di conoscenza di una destinazione e questo può avere solamente risvolti positivi”. Pure Howald è entusiasta: “Airbnb è utile specialmente per le case di vacanze, la piattaforma gode di un’ottima visibilità. Inoltre in valle non abbiamo riscontrato i problemi con cui sono confrontate le grandi città: chi vuole affittare il proprio spazio in più tramite Airbnb è tenuto ad annunciarsi presso il comune e, durante il soggiorno, l’ospite deve pagare la tassa di soggiorno come accade negli alberghi”.

Sono diverse le offerte che si possono trovare in valle

Attualmente non sono disponibili statistiche sul numero di pernottamenti in valle, però il numero di annunci è considerevole. Sabina Paganini da quattro mesi a questa parte è diventata un “host” e afferma di essere soddisfatta dell’esperienza: “Anche se non richiesto per gli appartamenti di vacanza, seguo la classificazione della federazione svizzera del turismo. Poter offrire un appartamento che corrisponde alle esigenze del cliente moderno è di grande vantaggio. Gli ospiti sono molto diversi tra di loro: dallo studente all’avvocato, tutte le fasce d’età. Quest’estate è stata la prima volta che ho affittato l’appartamento e i risultati sono stati ottimi”.

Insomma, nonostante in altri Paesi e città abbia creato non poco scompiglio, per la Valposchiavo Airbnb rimane un’offerta ancora tutta da sfruttare.


Alice Isepponi