Un’occasione mancata

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Fra le numerose, belle e interessanti manifestazioni che hanno arricchito la scorsa stagione estiva nel contesto artistico e culturale valposchiavino, merita una menzione particolare l’«Aperitivo culturale» voluto dalla Commissione comunale per la promozione della cultura.

Innovativa e azzeccata è stata la scelta dell’officina ferroviaria quale anfiteatro della manifestazione; coinvolgenti – dalla danza al canto – le produzioni artistiche offerte dai giovani (il nostro futuro); avvincenti i testi scelti (da don Felice Menghini a Mario Rigoni Stern) nonché gli spezzoni di interviste proposte. Sorprendente poi, indice di interesse per la cultura, il numero di persone accorse.

Al di là delle varie produzioni di carattere artistico-culturale, è stato proficuo l’incontro faccia a faccia con i membri della Commissione culturale per sentire le loro opinioni, per capire il loro modus operandi, per captare la loro difficoltà nel difficile contesto finanziario. Da parte loro sono stati lanciati due messaggi che, in estrema sintesi, possono essere riassunti nella seguente maniera: la nutrita e variata offerta culturale di cui gode la Valle di Poschiavo è frutto di un’intensa attività di volontariato che rispecchia il profondo senso di responsabilità dei singoli nei confronti del proprio paese, della propria cultura, del proprio essere, responsabilità che genera le emozioni che danno sapore al vivere.

Il secondo appello, rivolto a chi di dovere, auspicava un moderato aumento delle disponibilità finanziarie della Commissione per non dover smorzare, per una mera questione di mezzi, la voglia di fare e di essere insita nel volontariato.
Ricordando doverosamente che il Comune investe – e non poco – in svariati settori dell’ampio arco culturale, dalla Scuola di musica alla Biblioteca, e altrettanto doverosamente ricordando con viva gratitudine che i sottoscritti hanno fruito e fruiscono per le strutture in cui sono attivi di aiuti finanziari pubblici, l’appello all’autorità era pienamente condiviso da parte nostra.

Purtroppo, nell’ultima seduta della Giunta, le cose sono andate in modo diverso. Non ci permettiamo di sindacare né sulle modalità né sulle motivazioni messe in campo per bocciare l’appello; rispettiamo il verdetto anche se, con l’amaro in bocca, ci scappa il monito “Chi investe nella cultura non sarà mai povero”.


Giampietro Crameri, Guido Lardi, Gustavo Lardi, Paolo Raselli

2 COMMENTI

  1. Quando ho letto l’articolo, mi sono posto la stessa domanda di Serena; “quanto costa, non investire nella cultura?”. Se poi rileggo le discussioni riguardo alle centinaia di migliaia di franchi che si sono “spesi” (per non dire buuttati) in progetti inutili… Meglio che mi fermi a questo punto.