Giunta, l’italiano non sarà la lingua ufficiale

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Oggi, 22 gennaio, si è tenuta la prima seduta di Giunta dell’anno. La prima discussione ha riguardato la proposta, portata dal neo presidente Reto Capelli, di introdurre l’italiano come lingua ufficiale, e quindi obbligatoria, durante le future sedute di Giunta. La proposta è stata respinta da una netta maggioranza (l’unico voto favorevole è stato quello del proponente).

Fino ad oggi non è esistito nessun regolamento che prevedeva una lingua ufficiale, anche se la scelta comune, finora, è stata quella di parlare prevalentemente il dialetto. Tra le motivazioni principali espresse da Capelli c’era quella di rendere comprensibili i dibattiti anche a chi non parla il poschiavino, poiché le riunioni sono aperte al pubblico. Inoltre, la lingua scolastica e ufficiale del Comune è l’italiano e la Giunta, quale organo comunale, dovrebbe quindi esprimersi con questo idioma. Un altro obiettivo, sempre secondo Capelli, sarebbe stato quello di facilitare gli interventi e le presentazioni di consiglieri e relatori, in quanto spesso vengono preparati per iscritto, e quindi in italiano, evitando così una traduzione continua dall’italiano al dialetto.

Un’opinione diversa è stata espressa dalla maggior parte dei consiglieri, che hanno ribadito l’importanza di una Giunta in cui ognuno possa esprimersi in modo più consono alla sua persona, libertà che l’eventuale imposizione della lingua italiana avrebbe potuto ostacolare: il dialetto sarebbe perciò da considerare come parte della tradizione del Comune e come espressione della propria identità.

Negli ultimi anni, questa la tesi dei contrari alla proposta, la Giunta si è sempre dimostrata flessibile è si è adattata alle necessità linguistiche di ospiti o consiglieri, conducendo all’accorrenza dibattiti in italiano o addirittura in tedesco. Il rifiuto dell’iniziativa, è stato commentato, non rappresenta un affronto alla lingua di Dante, in quanto la decisione presa non esclude l’italiano durante i dibattiti, così come non impone l’uso del dialetto poschiavino.

Riassumendo, la Giunta continuerà quindi come è stato fatto fino ad ora, lasciando la scelta della lingua ai singoli relatori, adeguandosi però in caso di necessità all’uso di una lingua specifica.


Alice Isepponi

4 COMMENTI

  1. Ritengo sia la soluzione migliore; ognuno si esprime come preferisce. Il risultato della votazione, parla molto chiaro, capitolo chiuso!
    Personalmente parlo vianese piu del poschiavino, ma non fatico a comprendere “al brüsasc” o la lingua di Dante. Babilonia Valposchiavina? Ogni paese/regione ha le proprie particolarità; quando si vuol capire si capisce… I problemi veri, sono ben altri e la Giunta, ora che è risolta la questione “linguaggio comune”; si potrà occupare di altre cose (forse piu’ complicate). Mi dispiace per il caro Reto, primo round non a Suo favore.