STEPS, Festival internazionale della danza: un regalo!

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Ieri sera, giovedì 26 aprile, Steps ha debuttato su un nuovo palcoscenico, 10m X 10m, a Poschiavo.
Si tratta di un Festival internazionale di danza contemporanea, che ogni due anni porta in tournée in Svizzera compagnie di ballo provenienti da tutto il mondo. In poco meno di un mese, su oltre 40 palcoscenici, si tengono circa 90 rappresentazioni!
Grazie alla determinazione, all’impegno e alla passione di Paola Gianoli quello che pareva impensabile, si è avverato: Steps ha pianificato uno spettacolo anche a Poschiavo! Sul palco due Compagnie svizzere: la Scuola di danza moderna di Losanna, Manufacture, e quella di Zurigo, Zürcher Hochschule del Künste, unite in uno spettacolo che già la dice tutta nel titolo, Take off, ovvero Decolliamo!

Il primo decollo devono averlo fatte le due Compagnie nell’affrontare la trasferta, soprattutto chi arrivava da Losanna: sicuramente, guardando la distanza in linea d’area, non si immaginavano i passi, la neve e tutte quelle curve per arrivare sul posto! Eppure, proprio anche grazie a loro, Poschiavo si è avvicinata al centro del mondo, si è infilata come un suono, via via sempre più famigliare, nella grande macchina pubblicitaria dell’evento.

E con la magia che solo l’arte può dare, le palestre di Poschiavo si sono trasformate in un ambiente intimo e scenico: tendoni neri, luci accuratissime, e un palco su cui la poesia dei corpi è andata in scena. Cinque coreografi di fama internazionale ( Annabelle Lopez Ochoa, Fabrice Mazliah, Jasmine Morand, Michael Schumacher, Itzik Galili) hanno studiato per le due compagnie altrettante coreografie davvero affascinanti.

Apre la serata la scuola di Losanna con una performance di 40 minuti, direi, spiazzante.
Uno spettacolo che inizia senza inizio: i danzatori sono già in scena all’entrata del pubblico e quello che sembra un riscaldamento si trasforma invece in spettacolo, disorientando un po’ chi assiste, probabilmente a digiuno da simili sperimentazioni. Inutile cercare di capire, val la pena decollare e gustare, come davanti ad un quadro astratto. La danza dei corpi è impressionante, ha qualcosa di primordiale, pare venire da lontano, anzi di più. La luce è fredda, la musica è un pulsare continuo, senza melodia. Mi ha fatto pensare al sangue che ci circola nel corpo, al suo passaggio da vasi più grandi a quelli più piccoli, tortuosi, per riprendersi attraverso i polmoni, caricarsi di ossigeno e poi arrivare al cuore dove, in una ripetuta sistole e diastole, viene rilanciato in ogni punto del corpo.
Ecco, deve essere quello il rumore del nostro sangue, delle sue onde. E come onde si muovevano i corpi dei danzatori, a sfidarsi, a toccarsi, a incontrarsi, a combattersi, a cercarsi, obbligati su un’isola che alla fine li ha pure inghiottiti, sfaldandosi come se fosse del ghiaccio che apre crepe a primavera!
Bravissimi, e non importa se abbiamo capito poco e ognuno a modo suo!

Dopo questo decollo che ti ha lasciato addosso il senso di gravità e capogiro tipico dell’aereo che s’innalza e si inclina verso la sua rotta, ecco la Compagnia di Zurigo con tre coreografie che come carta assorbente hanno asciugato lo smarrimento del pubblico, portandolo in zone più sicure e altrettanto affascinanti! Ma che bravi! E quante emozioni: bellezza, armonia, forza, umanità, muscoli e grazia, ritmo, poesia, coquetterie, giovinezza, futuro…

A chiudere uno spettacolo eccezionale, un’ultima coreografia con le due scuole unite: la parte più sperimentale e cerebrale si è fusa con quella più carnale e sanguigna in uno spettacolo pieno di armonia, in un continuo e perpetuo entrare e uscire di danzatori. Persino lo sparire dietro le quinte diventava ritmo e spettacolo e sorpresa!

Grazie per questo regalo, grazie davvero.
E a chi non fosse venuto in mente di andare a vedere, un invito: andateci stasera, alle 20.00 in palestra, ne vale la pena!


Testo di Serena Bonetti e foto di Selena Raselli