Speciale elezioni – Giovanni Jochum: Proposta basata su libertà, coesione e progresso

1
1124

In vista delle elezioni del 10 giugno prossimo, Il Bernina propone una serie di interviste ai candidati valposchiavini al Gran Consiglio. A seguire domande e risposte da parte del candidato per Poschiavo Giovanni Jochum.

 

Jochum, oltre a lei ci saranno altri tre validi candidati: Franco Vassella, Alessandro Della Vedova e il giovane Lorenzo Heis. In che cosa si differenzia la sua proposta politica?
Sono contento che ci siano altri tre candidati: un segno tangibile che la democrazia è viva. La popolazione potrà scegliere attivamente chi avrà il compito di rappresentare il comune di Poschiavo nel Parlamento cantonale.
La mia proposta politica si basa sui valori del PLD che condivido: libertà, coesione e progresso. Riassumo brevemente cosa intendo.
La libertà va a braccetto con responsabilità, non è intesa come obiettivo fine a sé stesso e termina dove la libertà di un individuo va a limitare la libertà di un altro. Lo stato deve subentrare là dove il Cantone, i comuni o i privati non riescono a far fronte ai compiti loro attribuiti. Insomma, un sistema sussidiario. In questo senso si devono stabilire le regole del gioco in modo semplice e chiaro e non cercare di voler regolare ogni possibile dettaglio. Si deve lasciar spazio al buon senso e all’iniziativa individuale o collettiva che sia.
La coesione è un valore molto importante, specialmente nel Cantone dei Grigioni con le sue tre lingue ufficiali, innumerevoli dialetti, micro culture e vallate. Il sostegno reciproco è importantissimo. Come importante è anche il volontariato. Lo vediamo nella nostra valle: quanto volontariato viene prestato in ambito sanitario, culturale, sportivo ecc.? A mio modo di vedere tantissimo. Questo rafforza la vita comunitaria, permette l’integrazione di nuove famiglie che prendono domicilio in valle e permette a molte associazioni di svilupparsi. Ma coesione può significare anche collaborazione tra le varie correnti politiche per raggiungere obiettivi che altrimenti sarebbero fuori portata. Per una regione periferica come la nostra, se vogliamo farci sentire a Coira, dobbiamo dimostrare di essere uniti e di perseguire gli stessi obiettivi.

Il terzo valore, il progresso, è ciò che tiene in vita una società. Non bisogna accettare tutto il nuovo che viene proposto, ma nemmeno evitarlo. Le nuove idee e i vari progetti hanno spesso e volentieri delle componenti positive e rappresentano un’opportunità. Bisogna saper cogliere quello che è opportuno realizzare nella nostra regione. Chi sta fermo senza evolversi rischia di perdere il treno e alla lunga di regredire al posto di progredire.
Solo due esempi concreti concernenti la nostra valle di cosa può significare progresso:

  1. Il progresso in ambito sanitario è qualcosa di straordinario. Grazie alle nuove tecnologie e alle persone che guidano il nostro centro sanitario è stato possibile collegarlo con specialisti ed esperti che lavorano fuori valle. Essi possono analizzare referti medici e nel giro di pochi minuti esprimere la loro opinione e farla avere direttamente al medico curante in loco.
  2. Anche il progetto 100% Valposchiavo ha un grande potenziale, perché si basa sulla collaborazione tra i vari operatori: produttori, chi elabora la materia prima, ristoratori, distributori ecc. Agire in modo coordinato per raggiungere un obiettivo comune è sicuramente positivo; aiuta a creare plusvalore per i vari soggetti e a creare nuovi prodotti e nuove offerte per i cittadini e i turisti.

Quali saranno i suoi principali obiettivi nel caso venisse eletto?
Fare in modo che il resto del Cantone venga a conoscenza (o continui ad esserlo) delle attività che avvengono in Valposchiavo e delle necessità che abbiamo. Mi impegnerò a difesa degli interessi legittimi della nostra realtà.
Se dovessi venir eletto, pur essendo solo un parlamentare su 120, voglio impegnarmi affinché vengano promosse leggi formulate bene, che si concentrino sui punti quadro principali. Inoltre, nella situazione ideale, per ogni nuova legge si dovrebbe poterne abolire una vecchia. Voglio battermi contro la burocrazia fine a sé stessa. Sono favorevole a procedure snelle e al fatto di lasciare libertà imprenditoriale e di movimento alle nostre aziende, presupponendo che queste si assumino anche la responsabilità delle loro azioni.
Voglio sostenere un Cantone che punti al mantenimento e dove possibile al rafforzamento delle regioni periferiche. Ogni posto di lavoro nelle nostre zone è importantissimo, non solo dal punto di vista fiscale, ma anche per la vita di paese. Ogni persona che vive nel nostro comune dà anche un contributo indiretto alla vita locale usufruendo dei servizi, dei prodotti, delle scuole ecc.

La formazione dei nostri giovani è importantissima. Sono convito che una scuola di alta qualità a tutti i livelli sia essenziale per una buona formazione e per far sì che i nostri giovani abbiano delle ottime opportunità di inserisi nel mondo del lavoro e di adempiere a quei compiti che verranno loro affidati dai datori di lavoro. Tengo a precisare che questo non vuol dire che tutto debba essere concentrato a Coira. Abbiamo delle ottime scuole dell’obbligo e scuole professionali nelle periferie; esse vanno mantenute e rafforzate. Si deve pure lasciare lo spazio necessario ai licei e alle scuole che operano su base privata. Ho visto un disegno di legge che vorrebbe proibire loro di generare utile… ma allora come devono finanziarsi? Nessuno le sosterrà quando dovranno fare degli investimenti. È assurdo e contro ogni logica se non quella di togliere loro la base esistenziale per poter concentrare tutto a Coira.
Anche le ipotesi che girano nel mondo sanitario secondo le quali si vuole introdurre il numero minimo di casi per operazioni o trattamenti speciali per abilitare una struttura sanitaria alla prestazione di tali servizi sono fuori luogo per il nostro cantone e vanno combattute.
Quale membro del comitato direttivo della Camera di commercio e Associazione degli imprenditori dei Grigioni ho avuto modo di partecipare alla consultazione sulla revisione parziale della legge cantonale sull’energia. Una bozza di legge che impone una miriade di nuove regole e obblighi non accettabili, come per esempio entro quando sostituire gli scaldabagni o i riscaldamenti tradizionali. Questa densità di obblighi porta a una nuova ondata di burocrazia, va contro la politica dell’incentivazione perseguita finora e non lascia spazio a soluzioni alternative più sensate dal punto di vista ecologico e economico.

Se ci saranno i presupposti per delle riduzioni fiscali, cercherò di sostenerle. I soldi delle tasse provengono da ognuno di noi, dalle nostre aziende. Abbiamo il compito, anzi, l’obbligo di spenderli al meglio e non spenderli perché li abbiamo in cassa e perché se non si spendono c’è la spada di Damocle pronta per i prossimi tagli. Nel contesto di spendere bene ritengo opportuno anche analizzare periodicamente l’efficacia e l’efficienza delle nostre istituzioni e amministrazioni e se necessario implementare delle misure atte a migliorarle.
Mi batterò per il mantenimento dell’insegnamento di due lingue straniere già nelle scuole elementari e per il mantenimento della sicurezza nelle nostre zone di confine.
In seno alla frazione liberale vorrei poter prendere parte ai lavori di una delle commissioni permanenti: Ambiente, trasporti, energia – Sanità e politica sociale – Commissione della gestione – Commissione strategica e di politica statale.

Pensa che la sua precedente esperienza in Repower possa tornarle utile? In che modo?
Penso proprio di sì. Tutto il bagaglio di esperienze raccolte durante gli anni serve.
Nella mia attività presso Repower ho avuto modo di affrontare molte sfide e progetti.
La guida e il lavoro con più di 150 collaboratori provenienti da 9 Paesi diversi, ognuno con le proprie caratteristiche e la propria cultura, mi ha insegnato ad ascoltare, analizzare, prendere decisioni e comunicarle, ma anche a fare da ponte tra le varie culture e, dove necessario, a trovare compromessi.
Gestire persone a distanza vuol dire anche lavorare in fiducia, definire gli obiettivi, concedere lo spazio, le competenze e la responsabilità necessari al raggiungimento degli obiettivi. Ma anche saper controllare e decidere.
Quale membro del comitato direttivo di Repower ho partecipato alle discussioni sui vari progetti e attività aziendali. Non sempre eravamo tutti della stessa opinione, ma siamo sempre riusciti a trovare delle soluzioni, dei compromessi. I dibattiti costruttivi hanno permesso di capire i punti di vista dei colleghi, di impostare meglio l’attività e, perché no, anche di rivedere la propria opinione.
Ho inizializzato progetti e li ho portati a termine con successo. Qualche progetto è anche stato volutamente abbandonato, perché cammin facendo ci si è accorti che non avrebbe portato ai risultati attesi. Ho potuto costruire l’attività di trading con i vari supporti (analisi, back office e gestione delle applicazioni dedicate) a Poschiavo. Chi avrebbe mai detto che da Poschiavo saremmo stati collegati con le borse per l’energia di mezza Europa? Sono stato l’artefice della costituzione di Repower in Italia che nel 2017 ha contribuito in modo sostanziale al risultato di gruppo (con 24 milioni di CHF, Ndr). Infine ho dato il mio contributo alla ristrutturazione aziendale anche durante la fase difficile del crollo dei prezzi dell’energia elettrica e del crollo dell’Euro che da CHF 1.60 è passato a CHF 1.00, perdendo più di un terzo del suo valore.

In campo economico ho potuto partecipare alla valutazione di società da acquisire o vendere e alla valutazione di contratti a lungo termine.
Ho inoltre acquisito importanti competenze in materia di negoziazione. Ho negoziato da solo, in gruppo, con clienti, concorrenti, associazioni ambientaliste, comuni, uffici cantonali, membri del Governo.
In ambito privato ho avuto modo di conoscere da vicino anche una parte del mondo della sanità.

Rispetto agli altri candidati, escluso Lorenzo Heis, è la sua prima esperienza politica. Cosa l’ha spinta a scendere in campo?
Mi sono sempre interessato di politica. Ho seguito quella svizzera a livello federale, cantonale e comunale, ma anche quella italiana e tedesca. Anche se mi era stato chiesto a più riprese, la mole di lavoro e i continui viaggi in Svizzera e all’estero non mi hanno permesso di assumere un ruolo attivo in politica.
Nel 2017 ho costituito con due partner la PKF Bernina e oggi mi occupo di revisioni e di consulenza aziendale. Ora riesco a programmare e gestire meglio il mio lavoro e questo mi dà la possibilità di impegnarmi anche per la causa pubblica.
Penso di avere l’esperienza e le competenze necessarie per poter assumere il ruolo di Gran Consigliere e rappresentare gli interessi cantonali e del Comune di Poschiavo in seno al parlamento cantonale.

Al di là dell’esito delle urne, pensa che si impegnerà anche in futuro in politica? Se sì, in che ruolo?
Non do nulla per scontato, ma se la popolazione del comune di Poschiavo vorrà sostenermi sono pronto e ben contento di impegnarmi politicamente. In quanto al ruolo è presto per dirlo. Prima voglio attendere il risultato del 10 giugno, poi ne parleremo all’interno del PLD e in seguito deciderò sul mio futuro. Alla fine sarà comunque sempre ancora il popolo a decidere. La democrazia è anche questo ed è giusto che sia così.

Raccoglie l’eredità di Karl Heiz. Un onere o un onore? Quali sono stati i suoi consigli?
Karl Heiz era direttore delle Forze Motrici di Brusio, ora Repower, quando sono stato impiegato nel 1993. Abbiamo lavorato per 15 anni insieme e abbiamo imparato a conoscerci bene. Lui mi ha lasciato spazio di manovra. Ci siamo sempre accordati sui punti principali, sulla strategia da seguire.
È stato lui, circa un anno fa, a contattarmi per chiedermi se ero disponibile ad assumermi un ruolo nella politica cantonale. In questo caso il lavoro è dettato dall’agenda politica parlamentare e influenzato dai valori di cui accennavo prima. In varie occasioni ci siamo incontrati a Coira con altri parlamentari e ho avuto l’impressione che Karl Heiz sia una persona stimata e ben vista anche a livello politico, pronta ad ascoltare l’opinione di altri, a trovare dei compromessi, ma anche capace di far capire il suo punto di vista. In questo senso per me è un onore raccogliere la sua eredità. Va anche detto che molti temi da affrontare saranno diversi da quelli trattati da Karl Heiz nei suoi 8 anni di appartenenza al parlamento retico. Inoltre, io ho fatto altre esperienze, ho altre competenze e con questo bagaglio affronterò il lavoro probabilmente in modo leggermente diverso.
Consigli? Non molti. Mi ha reso attento che sarò uno dei 120 parlamentari e dunque di armarmi di pazienza, perché non tutto potrà essere gestito in modo così veloce come nella vita imprenditoriale. Inoltre mi ha detto che il lavoro principale viene svolto nelle commissioni. Se si è ben preparati è lì che si riescono a smuovere le acque. Per questo vorrei poter contribuire ai lavori di una delle commissioni permanenti.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

1 COMMENTO

  1. Tante parole, poco o nulla di nuovo (istruzione su base “privata”; che non mi pare assolutamente una buona cosa). Da questo punto di vista, tipica parlantina da politico, che mi pare di capire ambisca già ora adirittura a diventare podestà. Per quanto riguarda “il fare”, valuto quanto é stato svolto durante la lunga carriera professionale (oso dire unica, seppur brillante) presso KWB, poi Rätia Energie e infine Repower: investimenti in Europa dell’est, in Italia (con risvolti tutt’oggi ancora non chiari, Vedi per es. prezzi dell’energia e centrale di Saline Joniche), in Germania; tutti andati poco bene. Sostegno cocciuto nella produzione a carbone e nucleare. Lo stato attuale del fiore all’occhiello dell’economia del nostro Cantone (Repower), finito in agonia nelle mani di Zurigo. In tutte queste situazioni Jochum, come altre persone della direzione di Repower, “pare non ci fosse e se c’era dormiva”. Comunque, Auguri!