Solo la bellezza ci salverà, forse!

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A frequenza regolare, sulla stampa cantonale e nazionale si legge e si scrive della valle di Poschiavo decantando la sua autenticità, le sue bellezze paesaggistiche e l’intraprendenza economica e innovativa dei suoi cittadini. La vivacità degli abitanti si intravvede pure a livello di associazioni, in valle se ne contano più di sessanta. Tutto questo dinamismo è positivo per una regione periferica; “tutti si danno da fare” per scongiurare la provocazione lanciata anni fa dall’ex presidente di Economiesuisse, dove si prospettava uno sviluppo economico circoscritto alle regioni dell’altopiano svizzero.

Mentre per quelle di montagna, che rappresentano oltre la metà del territorio nazionale e da tempo si trovano a combattere contro una crescita debole e un esodo di popolazione, si parlava di ridurre gli investimenti pubblici. Investimenti, che secondo la sua opinione, non sono economicamente produttivi e tanto vale trasformarle in un grande parco nazionale. Viste in questa ottica, le regioni di montagna sono l’anello debole del sistema produttivo nazionale, per il fatto che sono caratterizzate da piccoli insediamenti in un vasto territorio, con allacciamenti viari complessi e con prospettive di sviluppo ridotte. Ma chi abita in queste regioni la vede in modo diverso, e anche se le possibilità economiche sono limitate, tentano in qualche modo di trovare soluzioni sostenibili a lungo termine per non abbandonare il territorio.

La fortuna per la nostra valle, a differenza di altre appartenenti all’arco alpino, è che ha una massa sufficiente di abitanti, dispone di buon collegamento viario verso nord e verso sud, di una ferrovia a vocazione turistica e delle centrali idroelettriche che da oltre un secolo offrono dei posti di lavoro. La valle nei suoi quaranta chilometri di lunghezza racchiude paesaggi inconsueti, che spaziano dai ghiacciai alle vigne, con microclimi dalle svariate vegetazioni a dipendenza dell’altezza e alcune peculiarità del territorio e che sono i nostri punti forti. Aggiungiamo che accanto alle cose esistenti da preservare, si deve rafforzare il concetto fra paesaggio, prodotti locali e turismo, in modo da creare valore aggiunto non riproducibile dalla concorrenza. Associando la qualità della produzione e dell’elaborazione dei prodotti locali, il valore turistico, la difesa del territorio, l’aumento della biodiversità, l’incremento delle energie rinnovabili è possibile migliorare con risorse locali la situazione economica della valle. Già questi elementi presi nel loro insieme, ben coordinati e ottimizzati, sono una pubblicità gratuita e rendono l’idea di una valle al passo con i tempi e che ha colto le sue opportunità.

Esiste tuttavia il rischio che si pensi poco ai punti critici e che un ottimismo sconsiderato eviti di analizzare i problemi e trovare delle soluzioni adeguate, o perlomeno che scongiurino delle conseguenze irreversibili. Non sono solamente le opere eclatanti o quelle deturpanti che saltano subito all’occhio e che provocano reazioni dirette a preoccupare. Le più insidiose sono quelle che sembrano irrilevanti, portate avanti sistematicamente e che si sommano negli anni, come una ristrutturazione errata, una materializzazione non conforme al contesto, depositi di vario genere, degrado ambientale, parcheggi, insegne pubblicitarie e si potrebbe continuare con la lista. Non avere un ordine territoriale, paesaggistico e urbanistico, equivale a distruggere l’ambiente; queste pratiche distruttive vengono portate avanti da una parte della popolazione con leggerezza, nella convinzione che il problema non sussista. Non sempre si considera che le proprietà sono private, ma in misura uguale esse sono collocate in un contesto pubblico e devono corrispondere e riallacciarsi al tessuto urbano o al paesaggio esistente.

Sono proprio questi gli aspetti mancanti che vanno curati e non sottovalutati. Occuparsi e aver riguardo del territorio, valorizzare il paesaggio, scegliere e utilizzare correttamente i materiali da costruzione, elaborare un concetto di sviluppo territoriale e pianificare adeguatamente gli insediamenti e le attività sono degli aspetti prioritari. Se distruggiamo il nostro patrimonio e non siamo in grado di dare un indirizzo di qualità e di valore a quello futuro, lentamente ma inesorabilmente andremo a finire nella lista di quelle regioni che non offrono grandi prospettive per le nuove generazioni.


Renato Isepponi

1 COMMENTO

  1. Renato, ben detto e precisato! Che tutti noi, abitanti della valle; in un piccolo “paradiso terrestre”, facciamo – a seconda delle possibilità – il nostro meglio come fin’ora ed in avvenire!