La Valposchiavo d’estate è viva come non mai e ad animarla negli ultimi anni ci pensano sempre di più anche i “bikers”, ciclisti in mountain bike. Li si incontra lungo i sentieri di montagna, armati di caschi e protezioni colorate oppure li si può trovare nel pomeriggio a rilassarsi mangiandosi un gelato in piazza. Tanti parlano tedesco, o schwyzerdütsch, ma pure inglese o francese. Orlando Lardi ci racconta di questo “turismo che piace alla Valposchiavo”.
Come valuta il potenziale della valle riguardo il turismo biker?
Penso che la Valposchiavo abbia un grande potenziale. Le mete più classiche e blasonate come, per citarne alcune, Livigno, Lenzerheide o il lago di Garda cominciano ad essere affollate e i clienti ricercano posti più piccoli, belli e naturali…come lo siamo noi.
La Valposchiavo può offrire oltre 200 chilometri di sentieri percorribili in bicicletta. Quindi l’offerta è già buona. In più, creando qualche sinergia possiamo invitare i ciclisti a vivere delle gite giornaliere verso Livigno o l’Engadina nelle giornate calde o invece verso la Valtellina quando ancora fa più fresco.
Come stanno reagendo gli albergatori a questo trend?
C’è una buona presa di coscienza degli albergatori verso questa tendenza in crescita. Le strutture alberghiere che hanno aderito al concetto VivaBike son già 6 – 7. Ciò significa strutturare il proprio albergo in modo da soddisfare i bisogni del biker, quindi ad esempio con una piccola officina, un servizio di lavanderia per i panni, lavaggio e custodia sicura della bicicletta.
È un turismo che piace alla Valposchiavo?
Sì, è un bel turismo. In media i bikers hanno tra i 30 e i 45 anni e rappresentano quindi proprio quella fascia d’età alla quale noi miriamo. Inoltre si tratta di un turismo sportivo e benestante.
Esiste un obiettivo concreto concernente questo turismo?
Al momento contiamo all’incirca 50’000 pernottamenti in valle all’anno, puntando su questi bikers che sono alla ricerca di un’offerta come può dare loro la Valposchiavo miriamo a un aumento del 10%, ossia a 5’000 pernottamenti in più all’anno. Non cosa da poco, insomma.
Un dettaglio che piace meno e che ha già fatto discutere nel borgo di Poschiavo è il portabici posizionato nel mezzo della piazza, davanti alla fontana. L’oggetto limita infatti l’accesso a quest’ultima ed è esteticamente discutibile. Si tratta di una soluzione definitiva per le mountain bikes?
No, in effetti si tratta di un tentativo, a mio parere non ottimale, di risolvere il problema delle biciclette in piazza. Il ciclista che decide di bersi un caffè non vuole perdere di vista la propria bici, che spesso ha un valore di qualche migliaia di franchi. Il portabici è un’azione del comune, ma non è la soluzione al problema.

Benvenute quindi idee e proposte per risolvere il problema delle molte bici parcheggiate in piazza durante la bella stagione.
Elisa Bontognali
I biker distruggono la qualità del turismo, come pure la pace dei viandanti che amano la natura e la tranqullità.