Piccoli passi: il peso del nostro piatto

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Quando si parla d’inquinamento, solitamente si pensa sempre alle emissioni causate dalle automobili, dagli aerei o dalle navi, al consumo di gasolio per il riscaldamento oppure alle emissioni legate all’industria. Quasi nessuno, quando si parla d’inquinamento, pensa alla produzione della carne: anche se è responsabile di circa il 15% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Tanto quanto le emissioni causate da auto, navi, aerei e camion combinati assieme! La produzione di carne necessita anche una grande quantità di risorse, basti pensare che più di un quarto della superficie terrestre e più di un quarto dell’acqua dolce disponibile sul nostro pianeta viene utilizzata per la produzione di carne.

Una delle mie più grandi passioni è il cibo; mi piace molto cucinare, scoprire nuovi ingredienti e naturalmente mi piace anche mangiare. La carne è uno dei miei alimenti preferiti: una buona bistecca, una tartàre, oppure una bella grigliata, mi fanno sempre molto piacere e le mangio volentieri. Solitamente, quando mangiavo carne, non pensavo molto alla provenienza o alla produzione di ciò che c’era nel mio piatto. Un giorno però ho visto un video chiamato “Perché la carne è la peggior miglior cosa del mondo” (https://www.youtube.com/watch?v=NxvQPzrg2Wg sono disponibili i sottotitoli in italiano), che mi ha fatto molto riflettere. Ciò che mangiamo può avere un grande peso sul nostro ambiente, ed il consumo smisurato di carne è un fattore responsabile del cambiamento climatico. Se vogliamo conservare il nostro ambiente è quindi necessario ridurre il consumo di carne.

La carne però fa parte della nostra tradizione culinaria da millenni, le ricette tradizionali contengono carne ed è sicuramente un alimento che piace alla maggioranza della società. È quindi difficile convincere le persone a rinunciarvi e a cambiare le proprie abitudini, specialmente se queste sono legate alle tradizioni. Tuttavia per ridurre il consumo di carne non è necessario stravolgere completamente il nostro stile di vita e mangiare solamente verdura. La chiave per risolvere il problema è cominciare con poco, per poi ridurre sempre più il nostro consumo di carne. Se ad esempio tutti i giorni mangiamo carne, si può cominciare a togliere la carne dal proprio piatto una volta alla settimana. Magari al posto di mangiare due bistecche oppure due polpette possiamo mangiarne solamente una. Un altro sistema per ridurre le proprie emissioni è quello di optare più spesso per il pollo al posto della carne di manzo o di agnello, perché il pollame produce circa un quinto di CO2 rispetto alle carni rosse. La cosa migliore sarebbe passare alla dieta mediterranea: pollo e pesce circa due volte alla settimana e carne rossa una volta al mese. In questo modo sarebbe possibile diminuire di più del 10% le nostre emissioni.

In media uno svizzero mangia circa 50 chili di carne all’anno, e il consumo di carne è in diminuzione di circa l’1%, segno che si sta procedendo nella direzione giusta. A livello mondiale il consumo di carne è però in constante aumento. Se ognuno di noi si impegnasse, sarebbe però possibile fare una grande differenza. Mangiare meno carne fa bene al nostro pianeta, alla nostra salute e al nostro portafoglio. Come detto non c’è bisogno che ognuno di noi diventi vegetariano o vegano. Tuttavia se riuscissimo a limitare il nostro consumo di carne, facendola ritornare qualche cosa di speciale e acquistando solamente carne prodotta localmente, potremmo fare una grande differenza. Non tutti hanno le possibilità finanziarie per acquistare un’auto elettrica o per ricoprire il proprio tetto di pannelli solari, ma ognuno di noi deve mangiare ogni giorno e ha la possibilità di riflettere sull’impatto che le proprie scelte hanno sul nostro pianeta e sulla nostra società.


Daniele Isepponi