Il banchiere anarchico – Fernando Pessoa

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In attesa di leggere l’anarca (che rimando da tempo)mi sono letta il banchiere anarchico. Una lettura interessante e a suo modo illuminante. Una breve lettura impostata con un dialogo quasi socratico che si costruisce via via su una serie di sillogismi volti a dimostrare come un capitalista possa essere un anarchico convinto. In realtà le conclusioni arrivano da premesse fallaci. Ma la logica in sè è lineare. Alla fin fine fa riflettere su una scuola di pensiero molto attuale. “La felicità collettiva è una somma di felicità individuali conquistate in proprio”. “Ogni gruppo finisce con riprodurre il modello che combatte”. “Nessuna rivoluzione collettiva è possibile”. Che poi lo si voglia chiamare anarchia, liberismo o condotte criminali eppoi una questione di etichette.

“Il banchiere anarchico’ è il resoconto di un semplice colloquio tra due uomini al tavolo di un ristorante, a fine pranzo. Un dialogo platonico, genere ricorrente nei manoscritti di Pessoa, ma che è ben diverso dalle imitationes rinascimentali, come, per esempio, per rimanere in area portoghese, i “Dialogos em Roma” di Francisco de Holanda o i più tardi quattro “Apologos dialogais” di Francisco Manuel de Melo. In Pessoa il dialogo non ha mai interlocutori reali. E nel nostro caso il banchiere, personaggio descritto come ricchissimo e monopolista, racconta come e perché sia sempre stato e ancora sia anarchico; mentre lo stupefatto e poco meno che muto spettatore è incapace di ergersi a convincente interlocutore.”


di Consuelo / pagina fb