Domenica 19.05.2019 il popolo svizzero ha accettato (come previsto da diversi sondaggi) con una grande maggioranza sia la legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) che l’adeguamento del diritto svizzero sulle armi.
La RFFA viene accettata con 66.38% e con tutti i cantoni a favore. LA RFFA combina due progetti molto importanti e urgenti per la Svizzera, ovvero il sistema fiscale e l’AVS. Per garantire un sistema fiscale competitivo e allo stesso tempo conforme con le regole internazionali, la Svizzera deve abolire i privilegi fiscali accordati alle imprese che operano prevalentemente a livello internazionale. Con questa riforma, dunque, tutte le imprese saranno tassate in linea di principio secondo le stesse regole. Parallelamente, saranno incentivati fiscalmente gli investimenti nelle attività di ricerca e sviluppo. I Cantoni riceveranno ulteriori mezzi dalla Confederazione per attuare il progetto secondo le loro esigenze e mitigare le eventuali ripercussioni per città e Comuni. Inoltre, con l’attuazione della riforma, l’AVS riceverà ulteriori 2 miliardi di franchi all’anno. Più o meno 800 milioni di franchi verranno dalla Confederazione e 1.2 miliardi di franchi dalle imprese e gli assicurati. Questo aumento di tasse riguardante l’AVS è il primo negli ultimi 40 anni; il tasso di contribuzione aumenterà di 0.15% sia per i datori di lavoro che i lavoratori.
La riforma ha avuto un grande successo sia tra i partiti di destra che di sinistra. Uno degli argomenti principali del comitato contro questa riforma era il fatto che la RFFA combina due progetti che in sé hanno poco o niente a che fare tra di loro. Secondo loro il parlamento ha dunque elaborato questa soluzione solo per far sì di compiacere sia quelli di sinistra che quelli di destra. Questa combinazione di due tematiche ben distinte, però, non permette ai cittadini di formarsi una libera opinione perché questi devono decidere di accettare o entrambi i progetti o nessuno dei due. Questo referendum non potrebbe dunque venir presentato in questo modo al popolo svizzero. II comitato a favore invece, trova che questa combinazione sia un ottimo compromesso per poter finalmente iniziare a riformare e trovare una soluzione provvisoria per due progetti molto urgenti.
Questa legge dovrebbe dunque essere piuttosto vista come un passo transitorio e non come soluzione, specialmente nel caso dell’AVS. Quest’ultima avrà bisogno di una riforma strutturale nei prossimi anni, per garantire le rendite anche per le generazioni future. Riguardo alle riforme fiscali, una conseguenza sarà che molti Cantoni tenderanno ad abbassare le imposte sulle imprese per restare attrattivi. Queste riduzioni di imposta, benché correlate, non fanno parte del presente progetto. Sarà però molto probabile che nei prossimi anni ci saranno varie votazioni cantonali o pure comunali riguardo questa tematica.

Il referendum per adeguare il diritto delle armi dalla direttiva UE viene accettata con il 63.73%, con tutti i cantoni a favore, meno il Ticino (54.50% NO). Questa legge prevede l’obbligo di contrassegnare tutte le parti essenziali di un’arma. Obbiettivo di questo adeguamento è di rimanere conformi con il contratto Schengen/Dublino e inoltre di facilitare l’accertamento della provenienza delle armi per la polizia e quello di migliorare lo scambio di informazione con gli altri Stati Schengen. La legge prevede pure delle puntuali modifiche concernenti l’autorizzazione delle armi semiautomatiche. I fucili d’assalto possono tuttavia continuare a essere acquistati direttamente dall’esercito. Ci saranno alcune regolazioni in più, ma che non toglieranno la libertà ai cittadini svizzeri di possedere un’arma in linea di principio e permetteranno quindi di mantenere la tradizione svizzera del tiro.
Il comitato contro questo adeguamento ha lanciato il referendum perché trova questa riforma ingiusta, inutile e, inoltre, secondo loro, viola la Costituzione federale e quindi la volontà del Popolo. Il comitato a favore trova che questa legge protegga ancora di più gli abitanti della Svizzera, permettere di continuare a partecipare a Schengen e Dublino e inoltre questa revisione è in linea con il diritto svizzero in materia di armi.
Questo risultato sembrerebbe indicare che il popolo svizzero preferisca un maggiore controllo sulle armi piuttosto che mettere in gioco il contratto Schengen e Dublino con l’UE.
Lena Baumann