Incontri variabili a Cloe

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Nel 2012 dopo aver visto la prima mostra fotografica di Hans-Jörg Bannwart a Ponte in Valtellina (Sguardi su Fillide), scrivevo:

Di certo ha un dono, e credo allora che un dono così acquista significato se viene condiviso e donato agli altri. E’ un po’ come regalare il tuo sguardo, la tua sensibilità, perché anche altri ne possano godere e esserne contagiati. Per questo ti viene voglia di dire grazie”.

Dopo aver visto questa sua seconda mostra ho pensato esattamente la stessa cosa. Ha un dono Hans-Jörg nel saper catturare l’istante e vedere l’invisibile. Le sue foto hanno una potenza quasi inspiegabile. Guardandole io provavo ad immaginare dove stava lui nel momento dello scatto, e non ci riuscivo. Intuivo invece la direzione del suo sguardo, capace di isolare quei momenti di quotidianità ed elevarli a bellezza. Di certo non poteva immaginare che così facendo regalava anche a noi occhi nuovi per vedere!

Nel locale sul retro, trasformato in sala da cinema, un filmato continua a scorrere ripetendosi in due “versioni”, come fosse un viaggio in due stagioni diverse: emozionante.
E piano piano si capisce anche il riferimento alle città invisibili di Calvino:
a Cloe le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l’uno dell’altro…
Ecco, succede questo a chi guarda queste foto ed è come se per un poco stessimo tutti passando da Cloe.

Vi invito davvero a visitare questa installazione, sorprendente ed emozionante. Prendetevi il tempo, è una visita da fare senza fretta, magari in silenzio, da vedere e, perché no, anche rivedere.


Serena Bonetti