Meditate che questo è stato

0
4830
Pixabay
I forni crematori di Auschwitz

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

a

Non saranno parole nuove, ai più, quelle di apertura. Si tratta della poesia di Primo Levi, che apre il suo libro “se questo è un uomo”. Mi ha sempre colpito la frase “Meditate che questo è stato”. Meditate, scrive Levi, non utilizza un più semplice Sappiate. Meditare, direttamente dal dizionario, significa “esaminare con grande attenzione, considerare a lungo e profondamente’’.
Proprio così, perché a volte, sapere non è sufficiente.
Ne è la prova l’imbarazzante realtà, quella che nel 2019 ha visto una delle ultime sopravvissute di Auschwitz essere messa sotto scorta per il crescente numero di insulti e minacce ricevute ogni giorno. Abbiamo assistito a fazioni politiche astenersi dal votare una commissione contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo. Pochi giorni fa, il figlio di una ex deportata si è svegliato trovando la stella di David, accompagnata alla scritta “Juden hier” sulla porta.
Oltre mezzo secolo dopo l’Olocausto, non sembra bastare conoscere la storia.

Non è scontato mantenere vivo un ricordo che non ci appartiene direttamente, ma è necessario, soprattutto adesso che coloro che hanno vissuto in prima persona l’accaduto sono quasi tutti scomparsi. Prima di farlo però, ci hanno lasciato un patrimonio inestimabile: la letteratura di testimonianza. Hanno rivissuto l’orrore e il dolore di quegli anni per mettere nero su bianco una delle pagine più buie della nostra storia.
Questo sforzo non può essere stato compiuto invano.


Matilde Bontognali