I commenti apparsi sull’ aggiornamento del Centro sanitario (CSVP) riguardanti le cifre del Corona virus del 14 aprile e le domande che più persone per strada mi hanno fatto, mi spingono a scrivere queste righe, poiché mi sono accorta che l’interpretazione dei numeri non è sempre evidente.
Prendiamo i numeri della Valposchiavo in data 14 aprile: 67 positivi.
La perplessità di diverse persone è stata di non leggere i numeri dei guariti. Credo di aver capito il motivo di questa perplessità: probabilmente avrebbero voluto sottrarre il numero di guariti da quello dei positivi per vedere finalmente il numero totale decrescere.
Sta qui il malinteso: la cifra totale dei pazienti positivi al tampone non calerà mai, poiché rappresenta il risultato di un’addizione, non di una sottrazione. Se valutiamo solo questi numeri, messi in curva in un diagramma, assisteremo col tempo ad un appiattimento della curva; vale a dire: quando non ci sarà più nessun nuovo contagio, ovvero nessun tampone positivo rilevato, allora il numero totale, la somma, si fermerà e rimarrà costante. Graficamente quindi nessun picco, ma un appiattimento.
Il famoso “picco” di cui tanto abbiamo sentito parlare e che tutti aspettiamo o abbiamo aspettato è visibile se si valutano i numeri dei nuovi contagi ogni giorno. Se inizialmente questi erano in continua crescita, ora stanno rallentando, mostrando numeri minori. La rappresentazione grafica di queste cifre pertanto avrà un picco (forse più a forma di collina che di picco) con una curva che dopo tanto salire, sì comincerà finalmente a scendere.
Quindi per rispondere alle diverse domande sollevate all’apparire del comunicato del 14 aprile: il picco lo abbiamo raggiunto anche se le cifre della somma dei contagiati non diminuirà. A parte i pazienti deceduti per il virus, tutti gli altri contagiati guariranno, ecco perché non ha senso tenere una tabella numerica dei guariti.
Inoltre i grafici pubblicati con l’evoluzione delle cifre non sono una statistica come li definisce il signor Semadeni Arnoldo nel suo commento, ma per il momento rappresentano solo l’andamento dell’epidemia. Saranno però proprio queste cifre a permettere agli analisti di formulare statistiche utili per capire tante cose.
Ecco.
Concludo ripetendo quanto già detto in un mio commento all’articolo di aggiornamento del 14 aprile: più guariti ci saranno più il contagio rallenterà, ma per avere quella che si chiama immunità di gregge ci vorrebbe almeno l’80% della popolazione con anticorpi (sviluppati grazie alla malattia), copertura che al momento, senza un vaccino, non raggiungeremo. Rimangono pertanto fondamentali le misure preventive di distanza sociale e igiene per un periodo sicuramente non breve.
Serena Bonetti