Impossibilitati momentaneamente a scendere in pista su percorsi reali, i ciclisti professionisti, che a giugno avrebbero dovuto schierarsi sulla linea di partenza del Giro di Svizzera, si sfideranno su un tracciato virtuale del tutto simile a quello originale.
Grazie al simulatore della piattaforma Rouvy Indoor Cycling Reality i corridori saranno, dalle proprie case, in sella alle proprie bici dotate di rulli speciali che imposteranno fedelmente le pendenze che affronterebbero sulle strade reali. Di fronte a loro avranno uno schermo che mostrerà ad ognuno il proprio “avatar” (proprio come in un videogioco) mentre affronta il percorso. Inoltre, la gara, grazie ad una webcam indossata da un partecipante per squadra, mostrerà sullo schermo dei ciclisti le varie posizioni delle altre squadre. Uno sforzo logistico e tecnologico non indifferente che metterà in collegamento una settantina di professionisti, un percorso del tutto simile a quello reale e varie emittenti tv da tutto il mondo.
Primo appuntamento oggi alle ore 17, a seguire appuntamento quotidiano fino al 26 aprile, per lo svolgimento delle cinque gare virtuali ideate dal progetto “The Digital Swiss 5”. Dopo un certo numero di ore di ogni singola gara ci sarà la possibilità per tutti gli amatori di cimentarsi sullo stesso tracciato virtuale.
Matteo Badilatti, contattato nelle ore prima della partenza da Il Bernina, è pronto a pedalare da casa per la sua Israel Cycling Accademy (Israel Start-Up Nation). Il corridore nostrano dall’inizio dell’emergenza coronavirus si allena da Poschiavo, alternativamente con il rullo interattivo e con le uscite solitarie in sella alla sua bicicletta.
“Trovo che, soprattutto in questo periodo, – ci racconta Matteo – sia giusto avere questa interazione con i colleghi ciclisti e con il pubblico. Mi sembra bello e corretto partecipare a questo evento”.

Dopo aver affrontato ieri la prova generale di gara, Badilatti, che si è tenuto informato anche sulle gare virtuali già andate in scena in questo periodo, sa che non si andrà piano. Dai dati letti, riferiti a tempi e statistiche degli altri colleghi a giri simulati, si è già fatto un’idea di quanto sarà differente una gara virtuale da una gara reale.
“Dobbiamo calcolare che lo sforzo per questo tipo di gara di circa un’ora sarà continuativo, – ci spiega Matteo – mentre noi corridori siamo abituati a stare in gara per 5 o 6 ore, ma alternate. Nel test di ieri si è poi visto quanto logisticamente sia difficile coordinare tutti i circa 70 atleti in gara, ognuno con le sue calibrazioni, statistiche e potenze diverse. Insomma, sarà una bellissima nuova esperienza, ma non paragonabile a una gara vera: in cui sei tu, la tua bici e basta”.
Ivan Falcinella