Il grande monito da parte della natura e la gerarchia dei valori

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Camille Pissarro, Donna nell’orto, 1878, olio su tela. Firenze, Galleria d’Arte Moderna

In un primo momento ti ritrovi smarrito tra tutte queste nuove regole e comportamenti da seguire sia individuali che di gruppo. In poco tempo, però, cerchi di trovare delle soluzioni a te consone, come pure per gli altri. Ti attieni dunque a tutto quanto ti possa sembrare logico e giusto da seguire. Ti affidi inoltre alla scienza, agli studiosi di pandemie ed alle strategie vincenti applicate da coloro che prima di noi sono stati colpiti dalla malattia. Direi che sia una reazione condivisibile, in quanto non ci sono alternative: ognuno ne è toccato.

Se l’umanità, grazie ad i suoi scienziati, troverà un vaccino, così l’argomento ricorrente, tutto può tornare come prima. Altri, inoltre, argomentano che prima si ricomincia a ripartire, meglio sarà. Meglio se sapremo testare coloro che hanno passato la malattia e risulteranno immuni: siamo, a quanto pare, sulla buona strada. Servirebbe all’economia in caduta libera ma pure alle relazioni sociali e familiari. Sarà più o meno lo stesso di prima!?
Il “sapere” partorirà, con grande probabilità, un miracolo che servirà a tutti.
Orbene, se accetto la scienza, devo avere lo stesso atteggiamento verso quanto ci è rivelato anche dagli altri temi studiati dalla stessa. In modo particolare di quelli che studiano i problemi di salute della terra. Quel pianeta sul quale viviamo e di cui siamo o riteniamo, essere la parte più intelligente, creativa e innovativa. Allo stesso tempo, grazie ai nostri vizi e stili di vita autoreferenziali, siamo anche la parte più distruttiva, rumorosa e inquinante del mondo animale e vegetale.

Non seguire lo stesso percorso, quello di seguire la scienza, vorrebbe dire di credere solo quando ci fa comodo e di trovare sempre una scusa per non farlo. Gli scienziati che studiano il pianeta su cui viviamo, già da oltre 50 anni fanno previsioni e rilasciano moniti. Quest’ultimi sono diventati nel frattempo “fatti misurabili”. Alcuni dei quali, risultano in perfetta sintonia con le ultime pandemie, ben nove, e provenienti sempre da animali.
Lo stesso genere umano, cresciuto a dismisura, si è accaparrato un due terzi del pianeta, ha cambiato foreste (serbatoi di biodiversità) in piantagioni di monocolture, ha fatto stragi di pesci, inquinato con i mezzi di trasporto ogni luogo, sparso immondizie non degradabili, strappato terreni coltivabili alle popolazioni indigene (che poi emigrano) per estrarre materie prime (che inquinano), ha quindi gettato le premesse per farsi avvicinare da ogni genere di animali selvatici. Inoltre si emigra dalla campagna, per sfuggire dalla povertà, dalle malattia, dalla guerra, e da governi corrotti. Insomma: i risultati li abbiamo davanti agli occhi!

In tutta questa tragedia, e per tornare a noi ed alla pandemia in corso, il servizio sanitario Svizzero, anche se all’inizio abbia tentennato sia nel prevedere la gravità della “nuova” pandemia sia del fabbisogno per domarla (speriamo si abbia imparata la lezione), ha dimostrato grandi capacità di adattamento, attaccamento alla propria missione e ha conseguito degli ottimi risultati. Anche grazie alla presenza di professionisti capaci, che provengono delle nazioni a noi vicine (per noi in valle, l’Italia). Si dovrebbe riconoscerlo ufficialmente!

Subito, però, abbiamo capito di avere, oltre alle difficoltà causate dall’isolamento con tutti i suoi risvolti sociali, che ancora tutti stiamo subendo, anche un grande problema economico.
Non tutti, a livello mondiale, possono usufruire di una gestione oculata delle risorse come la Svizzera. Abbiamo sì succhiato dalla grossa e ricca mammella della globalizzazione con i nostri prodotti di qualità, ma siamo stati gestiti dal nostro Governo in modo assennato. Nel momento del bisogno, grazie al freno sull’indebitamento e le relative riserve, con grande tempismo e senza batter ciglio, la Confederazione è stata capace di rispondere ad una situazione economica mondiale rimasta sincronizzata, ma questa volta, al ribasso. Ha usato il comportamento delle famiglie di una volta, quando si acquistava il necessario e si tralasciava il superfluo per avere una riserva nel momento giusto. Sarà stato un insegnamento? Questo debito, se ripartito in modo intelligente, farà il suo effetto. Anche se peserà su tutti noi ed in modo particolare, sulla parte giovane della nostra Confederazione.
Si ha inoltre l’impressione che gli aiuti siano stati dati “a spruzzo”, rievocando economie pianificate di trista memoria. Le persone che ne approfitteranno sono però, questa volta, forse le stesse che hanno permesso, con il loro comportamento responsabile durante la pandemia, a ridurne le infezioni.

Dunque si potrà, un po’ alla volta, ripartire. Come prima, più di prima? Dovremo prima stabilire una gerarchia dei valori.

Come si riuscirà a conciliare business e miglioramento ecologico? Ci basterà il necessario o potremo rincorrere ancora ogni trend della moda e del tempo libero? Ci nutriremo come prima oppure faremo delle scelte più “locali”? Avremo maggior cura del nostro territorio? E così via!

Dall’altra parte, cosa vogliamo offrire e sotto che forma preferiremmo avere degli ospiti?
Di sicuro, in tendenza, se ci riteniamo veramente bravi e coerenti, certe abitudini andrebbero cambiate. Non delegando tutto alla politica (che rimarrà assorbita dai vari interessi di parte), ma e soprattutto ognuno nel suo piccolo ambito.

Tempo per pensare dove siamo e chi siamo, quali abitanti di questa terra, ne abbiamo avuto e, purtroppo, a non far nulla, ne avremo ancora? Non mi illudo, non sarà domani, però “ognuno” nel suo piccolo, creerà tendenza. Ne vale altamente la pena.

Con disciplina e costanza, riferendomi a noi campagnoli, avremo anche delle grosse opportunità (l’abbiamo visto con la telematica in questa occasione) e da allargare in vari settori. Se coerenti nel nostro intento, quello di essere una piccola alternativa ai centri, potrebbe esserci magari un ritorno “misurato” e di qualità, anche nelle vallate tra le nostre montagne?

Ma prima, di tuffarci nel nuovo mondo di vivere, vorrei ancora poter stringere la mano a coloro che stimo ed abbracciare coloro che amo.


Roberto Nussio

2 COMMENTI

  1. Concordo e aggiungo che questa pandemia è stato un chiaro segnale da parte del nostro pianeta malato. E da un secolo che lo maltrattiamo e sfruttiamo a più non posso. Bisogna assolutamente cambiare rotta. Ora. E non parlo solamente dell’inquinamento e distruzione generale delle risorse ma anche in particolare il nostro rispetto e atteggiamento verso gli altri esseri viventi di questo globo.

    E’ accertato che i virus si trasmettono da animale a uomo. Secondo alcune stime macelliamo ogni anno circa 70 miliardi di animali da reddito di cui ca. il 70 % allevati in sistemi intensivi dove la dignità dell’animale è completamente dimenticata. In questi allevamenti si formano, come un atto di ribellione, ogni genere di batteri e virus e noi li combattiamo finchè possiamo con gli antibiotici, ecc. che poi assimiliamo mangiandoli. Inoltre queste strutture sono una grande fonte di inquinamento di gas serra.

    Tutti dovremmo cominciare a preferire il locale, il biologico e i marchi a tutela di ambiente e animali. Se la maggioranza lo facesse anche i prezzi si abbasserebbero. E ovviamente il consumo di carne nei paesi ricchi va ridotto. ( non me ne vogliano i macellai..). Solo così possiamo invertire la tendenza. Nel 2050 saremo in 10 miliardi sulla terra. Sfide enormi ci attendono.