Repower, Leuenberger: La sede principale di Poschiavo non è in discussione

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Il 3 aprile scorso, il CdA di Repower ha annunciato la nomina, quale CEO di Repower AG, di Roland Leuenberger. Negli ultimi dieci anni è stato imprenditore nel settore energetico. Durante questo periodo ha costituito due società di successo, l’una di gestione patrimoniale/investimenti e l’altra di consulting, tuttora attive sul mercato energetico svizzero ed europeo. Nel 2016 ha partecipato in modo determinante al riposizionamento strategico di Repower AG. In precedenza, ha ricoperto diverse posizioni presso UBS SA per dieci anni, l’ultima delle quali come responsabile Finance & Controlling di Wealth Management International. Ha 52 anni e si è laureato in economia all’Università di Zurigo nel 2001 come lic. oec. publ.

Innanzitutto le rivolgiamo i nostri auguri per il suo nuovo importante incarico. Repower riveste un ruolo molto importante per l’economia della Valposchiavo e di conseguenza anche per lo sviluppo sociale della nostra regione. Volevamo rivolgerle questa domanda al termine della nostra intervista, ma ci permettiamo di fargliela subito: Ritiene che la sede principale di Repower resterà a Poschiavo?

Certamente. La questione non è in discussione né per il Consiglio d’Amministrazione né per me personalmente. La storia e l’identità dell’azienda e della gran parte dei nostri collaboratori sono legati strettamente alla Valposchiavo. Non esiste alcun piano di cambiare la sede principale dell’azienda. In questo senso, il rinnovo totale degli impianti della Valposchiavo è una chiara dimostrazione di questa affermazione.

Quali sono il suo rapporto e i suoi legami con la nostra valle?

La prima volta che venni in Valposchiavo, più precisamente a Cavaglia, fu molti anni fa, su invito di un mio amico cacciatore. Fin da subito fui entusiasta della bellezza della valle e delle infrastrutture di Repower e della Ferrovia retica. Da allora mia moglie e io, appassionati di mountain bike, siamo tornati regolarmente in Valposchiavo e nell’Alta Rezia. Scendere in bici da Alp Grüm fino alla Piazza di Poschiavo, e lì gustare un piatto di pizzoccheri al sole, è semplicemente fantastico.

La sua nuova sfida professionale la porterà a trascorrere molto tempo nella nostra regione. Come pensa di organizzare il suo programma di lavoro?

Repower ha collaboratori a Poschiavo, Bever, Ilanz, Küblis, Landquart, Zurigo e Milano. La mia intenzione è di essere vicino a tutti. Ciò significa che dovrò viaggiare molto. Già prima dell’emergenza coronavirus Repower si è avvalsa spesso delle molteplici opportunità offerte dalla comunicazione digitale e continuerà a farlo anche in futuro. Tuttavia, per me è importante mantenere un contatto diretto e personale con i nostri clienti, con i rappresentanti dei Comuni e del Cantone e con i nostri collaboratori. Pertanto, anche in futuro trascorrerò molto tempo in Valposchiavo.

Il Consiglio d’Amministrazione ha fatto passare molto tempo prima di nominarla al posto di Kurt Bobst. Quando è entrato nel Consiglio d’Amministrazione aveva già pensato di poter diventare Direttore generale (CEO) dell’azienda?

Assolutamente no. Nell’ultimo decennio avevo lavorato come imprenditore nel settore dell’energia e in seguito mi sono concentrato sulla mia funzione di membro del Consiglio d’Amministrazione e di presidente del Comitato per il controllo interno di Repower. Dopo le dimissioni di Kurt il Consiglio d’Amministrazione mi chiese se fossi interessato ad assumere l’incarico di CEO ad interim, per consentire di organizzare al meglio la successione. Ho accettato di ricoprire il ruolo fino al maggio 2020. Negli scorsi sette mesi ho avuto però la possibilità di conoscere ed apprezzare molti collaboratori competenti e motivati. Inoltre, sul tavolo c’erano temi la cui attuazione non è ancora stata completata. La cosa ha cominciato a stuzzicarmi e mi sono messo a disposizione del Consiglio d’Amministrazione per la carica di CEO. Dopo un processo di reclutamento professionale esterno, durato alcuni mesi, con candidate e canditati molto validi, il Consiglio d’Amministrazione ha deciso all’unanimità di nominarmi CEO di Repower.

Le dimissioni della signora Brigitte Krapf, dopo solo quattro anni nella Direzione dell’azienda, sono state una conseguenza della sua nomina?

La nomina di un nuovo CEO è per tutti sempre un’occasione per rivalutare la propria situazione e pensare eventualmente a un cambiamento professionale. In tempi difficili, nel suo ruolo di responsabile del settore finanze, Brigitte Krapf ha saputo attuare e sviluppare con successo la strategia finanziaria dell’azienda. Le sono molto riconoscente per il suo grande impegno.

Come il nuovo membro del Consiglio d’Amministrazione Beat Huber, anche lei vanta soprattutto esperienze e conoscenze nel settore finanziario. In ambito industriale ed economico quella dell’energia è diventata una questione puramente finanziaria?

Assolutamente no. Per questo motivo facciamo in modo che, sia in seno al Consiglio d’Amministrazione che nella Direzione, siano rappresentati il più possibile tutti i livelli di competenze. Sono necessarie competenze specialistiche, soprattutto di tipo tecnico e giuridico. Una buona squadra si distingue però anche per molte altre professionalità ed esperienze. Siamo contenti di poter disporre di personalità ben preparate a vari livelli e settori.

Secondo lei quale sarà il settore di Repower che si svilupperà maggiormente? La produzione (e se sì, in quali regioni?), il trading di energia o l’offerta di servizi e di altri prodotti? In questo contesto, quanto conta che una parte rilevante della base azionaria di Repower sia attiva nel mondo della finanza?

Siamo dell’opinione che ci sia potenziale di sviluppo in tutti i settori da lei menzionati, e intendiamo crescere in tutti questi settori. Per Repower era ed è essenziale che il trading di energia dia buoni risultati. Inoltre intendiamo sviluppare i nostri prodotti digitali e i servizi per le altre aziende elettriche e per i gestori dell’infrastruttura. Attualmente stiamo investendo grosse somme nella produzione di energia. Il rinnovo della centrale di Robbia è l’investimento di rinnovo più grande nella storia della nostra azienda. Ciò ci consentirà di garantire il potenziale idroelettrico in Valposchiavo per la prossima generazione. Inoltre spero che in futuro si possa realizzare il progetto di Chlus. Una centrale con il 100 per cento di energia elettrica rinnovabile e indigena fornirebbe un contributo importante all’attuazione della strategia energetica 2050 della Confederazione. Tuttavia, nel contesto attuale, il progetto non sarebbe redditizio. Lo stesso vale purtroppo anche per il progetto Lagobianco.

Centrale di Robbia (Foto di Nicola Pitaro)

A Robbia e a Miralago sono previsti investimenti a breve termine. L’emergenza coronavirus influenzerà il calendario di questi progetti?

L’inizio dei lavori è previsto per la metà di maggio. A causa dell’emergenza coronavirus stiamo valutando se lo scadenzario originario sia ancora opportuno ed efficace. Alla luce dell’attuale situazione non si può escludere che dovremo adeguare nuovamente le scadenze e i processi lavorativi. Repower si atterrà strettamente alle disposizioni delle autorità e terrà in massima considerazione la salute dei suoi collaboratori.

Repower ha un procedimento in corso presso la ElCom. Quali sono i rischi per l’impresa in relazione a questo procedimento?

Stiamo ancora analizzando e ponderando le opportunità e i rischi legati alla decisione parziale emanata dalla ElCom. Già ora si può però affermare che Repower non ha applicato tariffe abusive. Questo è stato confermato chiaramente dall’indagine della ElCom.

Il fatto che l’ex vicedirettore di Repower Felix Vontobel sia stato nominato membro della ElCom potrà aiutare l’azienda che dirige?

La nomina di Felix Vontobel in seno alla ElCom mostra soprattutto quanto sia grande il knowhow tecnico in seno a Repower. Sono orgoglioso che Felix sia stato nominato membro della ElCom e sono assolutamente convinto che svolgerà la sua funzione di personalità indipendente in modo professionale, come ha fatto negli ultimi 33 anni in Repower.

Nell’ambito della strategia energetica 2050, il Consiglio federale vede con favore gli investimenti nelle energie ecologiche e rinnovabili in Svizzera. Qual è la vostra strategia in quest’ambito?

La strategia di Repower prevede di investire soltanto in impianti per la produzione di energia rinnovabile. Il progetto Chlus è classificato dalla Confederazione come progetto di «importanza nazionale», tuttavia, nelle attuali condizioni, la sua realizzazione non sarebbe redditizia. Per poter realizzare un progetto economicamente redditizio, necessitiamo del sostegno di Confederazione, Cantone e dei Comuni. A questo proposito siamo in contatto con le autorità interessate e in particolare ci aspettiamo dalla Confederazione che realizzi con successo la sua strategia energetica anche sostenendo il settore idroelettrico. Il progetto Lagobianco attualmente è fermo. Per la sua realizzazione occorrerebbero investimenti di oltre due miliardi di franchi. Nel contesto attuale ciò non sarebbe responsabile a livello imprenditoriale. Restiamo tuttavia convinti che anche il progetto Lagobianco potrebbe contribuire in maniera importante all’attuazione della strategia energetica 2050.

È ipotizzabile che Repower, ora che non ha più soltanto radici nel Cantone dei Grigioni, possa un giorno pensare a una fusione con un’altra azienda svizzera, se non addirittura straniera?

Le radici di Repower restano nei Grigioni. Come azienda con sede principale a Poschiavo siamo attivi sul mercato svizzero e italiano ed è a questi mercati che guarda il nostro indirizzo strategico. La nostra strategia prevede anche la realizzazione di partnership di successo come Repartner Produktions AG, Repower Renewable, esolva AG e EVUlution AG. In quest’ambito continueremo a essere aperti a tutte le opzioni.


A cura di Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione