La severa protezione del lupo, dettata dalla Convenzione di Berna (nonostante che il canide non fosse per nulla minacciato di estinzione), e la lobby internazionale del rewilding, ossia “ritorno alla natura selvaggia”, il cui obiettivo finale è il definitivo reinsediamento del lupo in Europa (e quindi anche nelle Alpi), hanno creato le basi per trasformare la Surselva grigionese in una regione con una delle più dense popolazioni di lupi.
Negli ultimi due anni, oltre al branco del Calanda e a quello della Val Morobbia (confinante con il Ticino), si sono formate cinque ulteriori famiglie. Così oggi, nel cantone dei Grigioni, contiamo addirittura sette branchi di lupi, con rispettiva prole, a cui si devono assommare i singoli lupi di passaggio.
Per i contadini di montagna e gli alpigiani, la situazione attuale è ormai insostenibile. Nonostante l’enorme mole di lavoro che essi devono svolgere quotidianamente per mettere in sicurezza i loro animali, essi vivono nella costante paura di un imminente attacco di questi grandi predatori. Infatti il lupo è molto scaltro e colpisce anche in barba alle misure di protezione, come recinzioni elettriche, cani di protezione e pastori.
Fino alla fine di agosto di quest’anno, nei Grigioni sono già stati censiti almeno 185 animali predati, la metà dei quali addirittura in presenza di misure di protezione. Non vanno comunque dimenticati gli ulteriori gravi danni collaterali, come gli animali feriti, dispersi, spinti nei burroni e animali agitati e sconvolti in conseguenza della grande tensione che i lupi creano negli stessi (greggi che travalicano le recinzioni, mucche nutrici che attaccano anche l’uomo, padrone compreso, ecc.).
Molti allevatori e pastori gettano scoraggiati la spugna e cessano quindi l’attività di carico degli alpeggi con il loro bestiame, il che per le regioni di montagna è molto grave.
Il 27 settembre, le cittadine e i cittadini svizzeri hanno la possibilità di mostrarsi solidali con la popolazione colpita e con i contadini gravemente provati, votando a favore della modifica della Legge sulla caccia. Con un Sì nell’urna, i cantoni potranno intervenire più velocemente ed efficacemente adottando misure di regolazione. Le nostre regioni di montagna, ben curate, con i loro prodotti genuini, sono molto apprezzate dai turisti come zone di svago. Non è accettabile che il lupo e altri grandi predatori scaccino i contadini di montagna dalle zone che questi sfruttano e curano a vantaggio di noi tutti.
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