La Pgi con la Consigliera nazionale Anna Giacometti in difesa dell’italiano per gli impiegati di commercio

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La Pro Grigioni italiano aveva sollevato il tema durante l’estate e ringrazia la consigliera nazionale per aver colto la segnalazione.

La Pgi auspica si presti reale attenzione sulla modifica dell’ordinanza, dato che l’abolizione di una seconda lingua straniera avrebbe delle conseguenze sull’insegnamento del francese e dell’italiano in un settore tanto importante come quella della formazione professionale degli impiegati di commercio.  E confida che la volontà di far crescere e far vivere il plurilinguismo possa essere dimostrata con i fatti.

Qui di seguito il testo dell’interpellanza:

La formazione quale impiegato/a di commercio riscuote grande successo ed è conclusa ogni anno da oltre 14’000 studenti, circa un quinto di tutti i giovani che al termine dell’obbligo scolastico scelgono di intraprendere un percorso di formazione professionale. Essa è una delle poche formazioni professionali a prevedere l’insegnamento obbligatorio di due lingue “straniere” (profilo E), di cui una lingua nazionale e dell’inglese. In caso di un’applicazione senza modifiche della prevista riforma “Impiegati di commercio 2022” (IC22), tale situazione sarebbe destinata a mutare, riducendo l’insegnamento obbligatorio a una sola seconda lingua. L’insegnamento di un’ulteriore lingua sarebbe offerto come materia opzionale a scapito di altre discipline o di altri progetti interdisciplinari.

Nell’ottica del rafforzamento del plurilinguismo svizzero, la direzione imboccata dalla riforma “IC22” porrebbe le lingue nazionali in un’insensata concorrenza con l’inglese, danneggiando il valore delle nostre lingue nazionali.

Con la prevista riforma “IC22” si corre il rischio di mettere sotto pressione l’insegnamento del francese nella Svizzera tedesca. Nel Cantone dei Grigioni le conseguenze interesserebbero l’italiano quale lingua nazionale e cantonale, oggi prevista come materia obbligatoria a fianco dell’inglese.

L’abolizione del profilo di formazione e l’assai probabile riduzione degli iscritti all’insegnamento opzionale di una seconda lingua (nella Svizzera tedesca) rischia inoltre di rendere più difficoltoso il passaggio degli studenti al ciclo di formazione per la maturità professionale che attualmente prevede l’insegnamento obbligatorio di due seconde lingue.

1. Il Consiglio federale è consapevole del fatto che la riforma “IC22” tende a penalizzare l’apprendimento obbligatorio di una seconda lingua nazionale?

2. Il Consiglio federale è cosciente del fatto che con questa riforma si promuove l’insegnamento della lingua inglese, a scapito dell’apprendimento di una seconda lingua nazionale?

3. Il Consiglio federale è disposto ad impegnarsi per il plurilinguismo e per l’apprendimento delle nostre lingue nell’ambito della riforma “IC22”, stabilendo che la prima lingua straniera debba essere una lingua nazionale?