Philip Roth, il grande scrittore americano (1933-2018) racconta da par suo la drammatica epidemia di poliomielite che nel 1944 colpì la sua città di Newark. Ci sono, nell’esperienza di quella tremenda epidemia (che Roth visse di persona, ragazzino) lo sgomento, l’incertezza brancolante, le paure, i sospetti, le psicosi di ogni evento grave e non controllabile: l’epidemia attuale di Covid 19, pur con tutta la sua diversità, ripropone nondimeno lo stesso sconcerto, la stessa grave inquietudine collettiva, di società. Ma il romanzo di Roth, anche se non tralascia questi aspetti collettivi, punta in modo diretto all’esperienza piscologica, mentale e morale di un protagonista sopraffatto da quell’evento fino ad assumerne la drammaticità nella propria linfa di anima e di corpo.
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