Parti a Samedan: Una scelta dolorosa e che nessuno avrebbe voluto

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Come da previsioni, nella seduta di Giunta di lunedì 26 ottobre sono stati numerosi gli interventi intorno al tema dello spostamento dei parti da Poschiavo a Semaden. La presenza in sala del presidente del Comitato del Consiglio di Fondazione del Centro Sanitario Valposchiavo, il Dr. med. Emanuele Bontognali, ha permesso di fugare alcuni dubbi e mettere in chiaro tre cose: ogni possibile strada è stata intrapresa per evitare la chiusura del reparto di ginecologia/ostetrica stazionaria, le contingenze non hanno permesso di evitarlo e, soprattutto, nessuno ha voluto o è contento di questo epilogo.

Le cause principali, come emerso dalla discussione, sono di due tipi: numeriche (i parti annuali sono troppo pochi per poter essere giustificabili, agli occhi del Cantone e della Confederazione, nel lungo periodo) e professionali (risulta impossibile trovare del personale sanitario disposto a lavorare secondo le necessità della Valle, soprattutto nuovi medici anestesisti).

La tematica, che non prevedeva nessuna votazione, è stata introdotta dal podestà Giovanni Jochum che, insieme al consigliere comunale Renato Isepponi, fa parte del Consiglio di Fondazione (CF), l’organo che ha deliberato la dolorosa decisione. “Il tema della sanità – ha esordito Jochum – riveste un’estrema importanza per tutti […] Questa decisione è stata rimandata il più possibile nella speranza di poterla scongiurare, ma purtroppo siamo arrivati ad una scelta sofferta e presa certamente non a cuor leggero”.

Due passaggi del discorso rendono chiaro il pensiero del primo cittadino: da una parte l’emozionalità che porta con sé la tematica dei parti (e dunque del nostro futuro come comunità) e quindi le comprensibili reazioni contrarie, e dall’altra la modalità di gestione dell’informazione sulla chiusura (secondo diverse persone arrivata colpevolmente solo all’ultimo, a decisione presa). In questo senso, ha precisato Jochum, “chi mi conosce sa che sono un sostenitore della democrazia diretta, ma in questo ambito” quello sanitario – ha aggiunto – non funziona, è troppo dispendiosa in termini di tempo e lenta, mettendo a rischio l’esistenza stessa della struttura. Una lettura, quest’ultima, che si contrappone in qualche misura a quella del consigliere comunale Fulvio Betti (UDC) che ha auspicato quantomeno un maggior coinvolgimento della Giunta, soprattutto per quanto riguarda la ricezione delle informazioni (“almeno un ragguaglio annuale”) in merito alle strategie del CSVP.

Gli interventi dei consiglieri Franco Isepponi (PDC) ed Elio Capelli (PDC) hanno poi permesso di chiarire due tematiche: una relativa ad una paventata partecipazione supplementare dei costi da parte di Poschiavo (nell’agosto del 2019) e l’altra relativa all’organizzazione dell’accompagnamento delle partorienti. Rispetto al primo punto, Emanuele Bontognali ha precisato che la richiesta del contributo, chiesto con la finalità di allontanare di qualche anno la chiusura del reparto, era stata cautelativamente congelata (scelta che si è poi rivelata azzeccata) per via della difficoltà nel trovare il personale adatto. Per quanto riguarda l’assistenza alle partorienti, Bontognali ha precisato che presso l’ospedale è garantito il servizio delle levatrici (due di esse, tra l’altro sono ora impiegate con una percentuale presso l’ospedale di Semaden, garantendo una certa continuità del servizio) 24 ore su 24; in caso di urgenze, inoltre, la sala parto rimane funzionante. Per quanto riguarda l’attraversamento del passo, è infine possibile essere accompagnati, in caso di necessità, da un’ambulanza e dal personale sanitario. In poche parole, le partorienti non saranno abbandonate a sé stesse.

In conclusione, la consigliera Gabriela Menghini-Inauen (UDC) ha sottolineato l’importanza di un ampliamento della formazione professionale; grazie ad essa, infatti, sarebbe possibile garantire un ricambio professionale in Valle, contribuendo così a mantenere attivi i servizi ora esistenti. “Questa esperienza – ha dichiarato – ci porta un insegnamento: cerchiamo di assumere un ruolo attivo per la formazione professionale al fine di rendere attrattiva la Valposchiavo”. Un pensiero a riguardo lo ha espresso pure il podestà che, seppur condividendo in pieno la teoria, nella pratica non è facile in quanto ci vorrebbero dei giovani che si propongono: la recente ricerca a vuoto di un apprendista per il Comune ne è una testimonianza.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione