Vino e vendemmia (2^ parte): quantitativi in calo e carenza di manodopera

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Si è conclusa da poche settimane la vendemmia di questo 2020. Le condizioni poco favorevoli, determinate dalle restrizioni dovute alla pandemia e da alcune avverse situazioni ambientali, non hanno però rovinato il lavoro svolto dalle case vinicole che, nonostante tutto, esprimono, complessivamente, la propria contentezza per il lavoro svolto.

2^ parte

Per quanto riguarda i quantitativi, l’imprenditore Marco Triacca dell’azienda vitivinicola “La Perla” si dichiara piuttosto soddisfatto: “Siamo appena al di sotto del disciplinare di produzione, ma, comunque, grazie al fatto di aver evitato la grandine, posso ritenermi contento sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo”. L’unico vino della cantina che ha già finito la fermentazione è lo spumante fatto con uva pignola, mentre le uve nebbiolo per lo Sforzato sono ora in appassimento; l’altra uva vendemmiata si trova invece in cantina.

Per la Plozza vini si registra un calo produttivo, rispetto allo scorso anno, del 25% circa. Un po’ meglio è andata alla Casa vinicola Triacca, il cui quantitativo raccolto risulta di circa il 15% inferiore alla vendemmia 2019, la quale era stata pure lievemente inferiore alle precedenti. “Sulla media degli ultimi anni – spiega Giovanni Triacca – si può quindi parlare di un calo del 20%. Questa perdita è dovuta soprattutto alla nottola, che ha colpito la vite in primavera mangiando i germogli”.

“Nonostante queste difficoltà – aggiunge Triacca – possiamo ritenerci comunque abbastanza soddisfatti. Dopo la svinatura delle prime vasche ci siamo trovati di fronte a dei vini di media concentrazione e struttura, quindi non destinati a un lunghissimo invecchiamento, ma molto equilibrati e di buona fragranza”. Anche Marco Triacca è al momento gratificato del lavoro svolto, anche se è prematuro un giudizio complessivo: “10 anni di esperienza sul campo mi consigliano di aspettare, anche perché i miei vini hanno un lungo periodo di affinamento in botte, per cui, finita la fermentazione, ci sono ancora anni di attesa: la bellezza della vinificazione è anche questo”. Prudente anche Andrea Zanolari: “Sui vini nuovi – precisa – sarebbe più prudente dare un riscontro valutativo un pochino più avanti nel tempo, ma da quanto si è visto in cantina sembrano essere molto profumati con un quadro aromatico interessante”.

A margine dell’intervista, il direttore della Plozza Vini desidera portare all’attenzione del pubblico due considerazioni: “La prima, non lo nascondo, porta con sé un po’ di preoccupazione e riguarda la carenza di manodopera che colpisce il settore agricolo: quest’anno abbiamo avuto serie difficoltà a reperire la forza lavoro necessaria per le operazioni di raccolta, e la sensazione è che i giovani non siano interessati a lavorare la terra malgrado le tutele contrattuali e previdenziali che vengono loro riconosciute”.

“Una seconda riflessione, – conclude – del tutto disgiunta dalla precedente e che, al contrario, porta con sé un messaggio di speranza, riguarda questo particolare momento storico che tutti noi stiamo vivendo. Nelle settimane di lockdown, la scorsa primavera, i nostri collaboratori hanno continuato a lavorare la vigna pur nell’assoluta straordinarietà della situazione: la campagna ci insegna, ancora una volta, che la vita, il ciclo naturale non si ferma mai”.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione