Poschiavo nel nuovo libro di Angelini

In vendita online

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“Com’era Poschiavo nei miei ricordi? Non temete, non sono così polverosi, tutt’altro! Leggete il mio libro e ne converrete.” 
Alessandro Angelini

“Il ” come eravamo” di Poschiavo è tutto in sei capitoli di un libro edito da Bookabook di Milano che ha per titolo: “Anni ’60. Viaggio Roma – Capo Nord in Fiat 500 (rossa)”.
È il racconto di un “testimone oculare”, quale è l’autore del libro stesso, che qui, visse, da bambino, due stagioni estive dell’immediato dopoguerra, ospite della zia.

I sei capitoli dedicati alla vita poschiavina di allora, sono la parte intima e nostalgica di un racconto, più ampio che narra, appunto, il viaggio descritto nel titolo. Quindi una specie di parentesi intima, una specie di “Amarcord” nel corso della storia principale incentrata sulle vicende semiserie di due ventenni degli anni ’60, alle prese con cose più grandi di loro e che, però, alla fine, la spuntano, grazie alla loro perseveranza; ” tigna” la chiamano a Roma, loro città di origine.

Il libro è in vendita on-line presso l’editore (prezzo 13 euro) , usando il link scritto in fondo, e, chi lo acquista, se lo vedrà recapitare a domicilio, a settembre, fresco di stampa. Comunque chi freme per leggerlo subito, completato l’acquisto, può scaricare il testo integrale delle bozze e gustarselo immediatamente in santa pace.

Il link è il seguente:
https://bookabook.it/libri/anni-60-viaggio-roma-capo-nord-fiat-500-rossa

Alcuni stralci dell’incipit del libro e di qualche altro brano riguardante Poschiavo

I PREPARATIVI AL BAR DI NANNINA

“Ahó, domattina presto, capito? Il viaggio è lungo. So’ 5000 a andà’ e 5000 a tornà’!”
Con questa frase minacciosa ci eravamo congedati la sera prima, dal nostro ritrovo: “Nannina”, bar/latteria a via Crescenzio, 91. L’intento era quello di arrivare alle estreme propaggini di terra norvegese dopodiché c’è solo Il mare Artico, cioè a Capo Nord.
Da Roma, in macchina, con un mese di tempo, benzina a 150 lire al litro, km circa diecimila… “

ARRIVO IN SVIZZERA E AMARCORD

“Lasciata Tirano e superato il confine, mostrando tanto di documenti personali e del veicolo all’arcigno controllore della dogana elvetica, saliamo verso la val di Poschiavo, bellissima val di Poschiavo, dove ho passato i due semestri estivi nel 1947 e 1948, presso mia zia Maria che adesso ci sta aspettando emozionata di vedermi dopo oltre dieci anni.​
A questo punto chiedo scusa ai lettori, ma non posso non fermarmi qui, a Poschiavo, per alcuni episodi tutti dedicati a quand’ero piccolo e soggiornai qui per rimettermi dagli stenti della guerra.​
Poi il racconto riprenderà con il tratto Poschiavo/Foresta Nera in… “

POSCHIAVO E ZIA MARIA (che poi è lo stesso)

“Zia Maria. È inutile che ve la descrivo.​
È come immaginate… Nonna Papera. Però bella, brizzolata ed elegante. Non come me l’ero immaginata io, chissà perché, vecchia e cadente. Dico Nonna Papera in quanto eccezionale donna di casa: per lei era un’onta andare a mangiare da Foppoli o all’Hotel Suisse e, vista la sua perizia di cuoca, aveva ragione. Tutto il contrario di sua cugina, mia madre (“Che c’è per cena?” “pasta e patate!”, era il solito ritornello di ogni sera, per mesi).”

SALITA AL PASSO DEL BERNINA

“Il giorno dopo, alle cinque del mattino, ero alla stazione del trenino che ci avrebbe portato all’Ospizio Bernina (prima fase della sfacchinata), vale a dire al passo di circa 2400 metri. Ero io con altri quattro.​
Don Felice (merita un capitolo a parte) era anche lui in calzoni al ginocchio, maglione e giacca ed, elegantissimo come era, faceva una gran figura (somigliava a Montgomery Clift). Mi sembrava molto grande, ma aveva solo quarant’anni…​
Poi c’era Felice Lanfranchi, mio coetaneo, che diverrà il mio amico del cuore per tutta l’estate.​”

DON FELICE E LA PRIMA COMUNIONE ( MIA)

“Ci sedevamo e stavamo delle ore a imparare a servire la Messa; al limitare di un bosco o, sull’erba, in mezzo ad un prato. La messa allora era in latino, lingua sconosciuta che ci creava non poche difficoltà.
“Don Felice… tutti questi… “bus”… questi “orum” ma come si leggono?” era la mia domanda. “Come sono scritti, tranne ae che si legge e.” fu la sua risposta. Proprio questa domanda feci, me lo ricordo come fosse oggi!​
Così passavamo molto tempo ad imparare la Messa, finché un bel giorno mi chiese “Ma tu hai fatto la prima Comunione? “risposi di no. “e pensi che i tuoi genitori accetterebbero che tu la faccia qui?”.​


Alessandro Angelini

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