100 giorni in Regione per Francesco Vassella: Soddisfazione e tanto lavoro da recuperare

0
1990

Il 1° gennaio di quest’anno, la Conferenza dei Sindaci ha nominato Francesco Vassella “Direttore della Regione Bernina” e “Coordinatore del progetto per lo sviluppo regionale 100% (bio) Valposchiavo”. A 100 giorni di distanza, lo abbiamo intervistato. In questa prima parte ci soffermeremo sugli aspetti legati al segretariato della Regione Bernina.

Foto Marco Travaglia

Buongiorno Francesco, 100 giorni sono serviti per calarti in questo nuovo ruolo? Era quello che ti immaginavi?

Effettivamente 100 giorni non sono molti, sono volati, anche perché c’è tanto da fare. Prima d’iniziare mi immaginavo un lavoro impegnativo, vario, con diversi temi e molti contatti: tutto questo m’ispirava. Ora che ci sono dentro posso dire che c’è più carne al fuoco di quello che immaginavo. Al di là di questo aspetto, sono soddisfatto della sfida professionale intrapresa.

Qual è il problema più grosso che hai trovato nella Regione? E quale invece la potenzialità più grande?

Partiamo dalle potenzialità: c’è molta disponibilità da parte dei collaboratori della Regione a svolgere il proprio lavoro in modo professionale e a migliorare la situazione organizzativa, c’è la disponibilità dei politici della conferenza dei sindaci, su tutti Arturo Plozza, che dimostra di essere molto coinvolto nel progetto. Anche la collaborazione con le le amministrazioni comunali è positiva. Inoltre, è interessante dialogare anche con i vari Uffici cantonali a Coira, così come con la Regione Maloja: in tutto questo si nota la potenzialità di poter costruire qualcosa di interessante. Il terreno è fertile per creare nuove collaborazioni a livello comunale, regionale e con il Cantone.

Per quanto riguarda le criticità, invece, uno dei maggiori problemi risiede nelle risorse a disposizione della Regione. Negli ultimi anni non sono state sufficienti per far fronte ai compiti designati: di conseguenza ora c’è tanto lavoro da svolgere.

A proposito di risorse, quante ne ha a disposizione annualmente la Regione?

Per quanto riguarda i collaboratori, siamo in quattro e raggiungiamo, nel complesso, un grado di occupazionedel 245%: non è molto se si considerano i servizi che svolgiamo. Per quanto riguarda il lato finanziario, i Comuni coprono il disavanzo, che non possono essere recuperate delle prestazioni proprie: nel preventivo 2021 il giro d’affari è di circa 700’000 CHF.

Diversi progetti erano in cantiere quando sei arrivato: sono tutti utili o sono previste delle scremature?

L’utilità dei progetti spesso si vede solo in un secondo tempo: è difficile sapere inizialmente come andrà il progetto e quali saranno le ricadute economiche per la Valposchiavo. C’è sempre un rischio implicito di tagliare progetti potenzialmente importanti. Per quanto riguarda la Regione, in questo momento non sono previste scremature tra i progetti. In futuro contiamo di migliorare per capire come sfruttare al meglio le risorse a disposizione.


I progetti attualmente in cantiere (clicca qui per la versione integrale)

ConValoRe (progetto Interreg nel quale la Regione Bernina è capofila per la parte svizzera)
SinBioVal (progetto Interreg nel quale la Regione Bernina è capofila per la parte svizzera)
LifeLiness (progetto Interreg nel quale Repower è capofila per la parte svizzera, la Regione è partner)  
Punto Rosso (la Regione partecipa al gruppo di riflessione)  
Smart Valley Bio  
100% (bio) Valposchiavo  
Postulato PLD (“Mettiamo le basi oggi per la Valposchiavo di domani”)  

Dalla tua attuale posizione, come valuti ora la fusione dei due comuni valligiani?

In questo momento credo che si debba pensare alla collaborazione tra i due Comuni. In questo senso alcuni temi sono di competenza comunale e vanno affrontati a livello comunale, mentre altri vanno gestiti a livello regionale: attualmente, la Regione è una piattaforma ideale per creare e istaurare collaborazioni intercomunali.

Il Cantone ha proposto le Regioni come possibili interlocutori per la Cultura (vedi per esempio la Prettigovia). Pensi che possa essere possibile anche per la Valposchiavo?

Assolutamente… La tendenza su cui sta spingendo il Cantone è delegare la gestione di vari temi alla Regione. Può certamente essere una soluzione possibile anche in Valposchiavo e ci sono vari modi per organizzare la questione. Il progetto può essere integrato nei nostri compiti dell’amministrazione regionale oppure la Regione può fare da tramite attraverso un mandato esterno. L’importante è coordinare e integrare le proposte che si originano in Valposchiavo e sfruttare al meglio gli incentivi per migliorare l’offerta culturale.

Cosa ne pensi dell’operazione che ha portato alla creazione del Punto Rosso?

I promotori del Punto Rosso sono molto impegnati nel trovare il giusto utilizzo della struttura e credono nel coinvolgimento delle organizzazioni interessate. Penso che la Regione possa essere un partner per il futuro. Da questo dialogo emerge una nota positiva, e cioè il fatto che i promotori, avendo la volontà di coinvolgere Poschiavo e Brusio insieme, e in questo senso abbiano pensato alla Regione. Per rendere possibile questo, la nostra organizzazione deve essere naturalmente credibile e attiva.

In queste settimane si sta parlando della chiusura del Passo del Bernina, per un giorno, in estate, ai veicoli a motore: cosa ne pensi a riguardo?

Innanzitutto va precisato che, essendo la strada cantonale, la decisione spetta al Cantone. Inoltre, prima di andare in questa direzione, andrebbero sicuramente coinvolti tutti i comuni: Brusio, Poschiavo e Pontresina e perché no, anche Tirano e Livigno.. Per quanto riguarda la data, penso che maggio/giugno o settembre/ottobre forse sarebbero più indicate, in quanto aiuterebbe ad allungare la stagione turistica. Se sfruttato bene, credo possa essere un evento interessante da aggiungere alla nostra agenda.

Foto Marco Travaglia

Qual è l’attuale situazione riguardante il deposito inerti: è possibile entrare di più nei dettagli rispetto a quanto dichiarato nei comunicati?

Di questo tema se ne sta occupando un gruppo di lavoro; per quanto mi riguarda non ho ancora avuto modo di partecipare.

Pensi che la politica intorno ai marchi (100% Valposchiavo, Fait sü etc.) sia stata gestita fin qui in maniera corretta? Quali saranno i prossimi sviluppi?

Ad oggi non ho ancora avuto modo di partecipare alle riunioni della Commissione dei marchi. In generale i marchi aiutano i consumatori a scegliere e sono una garanzia di qualità e di provenienza. Per quel che riguarda i produttori, i marchi aiutano la visibilità e incrementano le vendite. E’ chiaro che, se una ditta produttrice decide di affiancare il proprio nome a queste etichette, è tenuta condividerne i principi, anche attraverso i prodotti: in questo senso, il controllo è importante per garantire la qualità dell’operazione. Nel nostro caso si tratta di un tema sensibile in quanto l’etichetta comprende il nome “Valposchiavo” e quindi, è molto specifica e di conseguenza è un veicolo per l’immagine della Valposchiavo. Per quanto riguarda la mia esperienza come consumatore, penso che sia un tema molto importante: se vedo il marchio sul prodotto so che, acquistandolo, aiuto l’economia della Valle, per questo motivo acquisto spesso prodotti con i nostri marchi

Quali sono i progetti più importanti con cui la Regione dovrà confrontarsi nel prossimo futuro?

Se guardiamo alla Regione come un’organizzazione, credo che sia molto importante definirsi: creare un’identità chiara all’interno dei Comuni e nelle relazioni con il Cantone e le altre Regioni. L’imperativo, inoltre, è garantire la massima professionalità nei servizi al cittadino: facendo così i progetti arriveranno come logica conseguenza alla Regione.

Se guardiamo alla Regione come valle, invece, dovremmo definire una strategia precisa: senza strategia è difficile orientarsi. Penso che sia cruciale concentrarsi su progetti a misura della Valposchiavo in linea con gli obiettivi definiti in precedenza.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione