Un classico Segantini nel Museo d’arte Casa Console

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Nel 1886 Giovanni Segantini lascia l’Italia e sceglie dapprima il villaggio grigionese di Savognin, in seguito quello di Maloja, quali dimore per sé e la sua famiglia. Nel corso della sua evoluzione artistica egli si avvicina al movimento divisionista, dapprima con sperimentazioni saltuarie, poi in modo sempre più deciso e netto. Grazie all’attività promozionale dei fratelli Vittore e Alberto Grubicy, la sua fama si estende rapidamente in Svizzera e all’estero, soprattutto dopo la presentazione delle sue opere all’Italian Exibition di Londra nel 1888.

Nel suo rifugio grigionese Segantini trova ispirazione in primo luogo nei motivi della vita semplice della gente di montagna; qui nascono i suoi numerosi capolavori, che lo immortalano come il più raffinato interprete e innovatore della pittura paesaggistica alpina. Le sue opere sono immerse in tipiche atmosfere intense e calme, in cui l’uomo contempla la natura e le montagne, si innamora della loro potenza e trova in esse sollievo ai dolori del corpo e della mente.

A Savognin dipinge, fra altre opere immortali, il quadro Vacca bruna all’abbeveratoio del 1892, in cui il suo talento si esprime in modo insuperabile e trova riconoscimento unanime fra gli estimatori dell’arte. Il dipinto è ricco di fascino per la naturalezza e la gioia che esprime, quasi ad invitare l’osservatore a godere e saziarsi della frescura che trasuda dall’acqua in cui la mucca ha appena immerso la bocca assetata.

Per gentile concessione del Museo Segantini di St. Moritz, l’opera è ora esposta nel Museo di Casa Console, dove essa rimarrà fino a ottobre dell’anno in corso. Da parte sua Casa Console ha ceduto in prestito temporaneo l’opera segantiniana Ritratto di giovane signora, che sarà esposta a St. Moritz durante lo stesso periodo.

Attributi dell’opera:
Giovanni Segantini (1858 – 1899)
Vacca bruna all’abbeveratoio 1892
Museo Segantini St. Moritz
Deposito della Otto Fischbacher Giovanni Segantini Stiftung


Museo d’arte Casa Console Poschiavo
Fondazione Ernesto Conrad