“A un certo punto della vita, tutto quello su cui posiamo gli occhi per la prima volta ci è estraneo. Lo guardiamo da turisti, con interesse ma freddamente. Appartiene agli altri”. C’è un punto della vita, dice Natalia Ginzburg nel romanzo “La città e la casa”, in cui si appartiene a qualcosa che ci ha costituito, persone, case, cose, luci di una città, orizzonte di un paese. La radice primaria di una casa, di un luogo da cui si viene: è il nocciolo – spuntodel secondo romanzo epistolare di Natalia Ginzburg, del 1984 (il primo, “Caro Michele” del 1973, è epistolare misto, lettere e narrazione).