“Valposchiavo Centomila”, un obiettivo e non un miraggio

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Kaspar Howald, direttore di Valposchiavo Turismo, ha presentato all’assemblea di AC-V l’obiettivo “Valposchiavo centomila”, inteso come il target di pernottamenti annuali per le strutture valposchiavine. Una relazione, per citare Howald “senza immagini, solo con cifre, economia, grafici. Siamo con i commercianti e gli artigiani e a questo livello ci possiamo capire meglio”.

La relazione è stata introdotta da una riflessione del presidente Andrea Zanolari. “Valposchiavo turismo è il principale attore della promozione, ma non unico. Il turismo è un lavoro di squadra. Promuovere il territorio significa lavorare affinché diventi attrattivo, capace di distinguersi. Perché diventi una destinazione. Non si deve lavorare solo nella veste di operatore attivo. Dalla collaborazione a più mani sono nati progetti validi, su tutti “100% Valposchiavo”. Fare marketing, ovviamente, è più facile se il prodotto attrattivo. Noi, usando una metafora informatica, siamo il software del turismo, ma l’hardware costituito dalle strutture e dalle infrastrutture siete voi con il necessario aiuto politica. Veniamo da un momento particolare, ma ogni crisi è un’opportunità e il turismo ha mostrato capacità di reagire”

Howald ha cercato poi schematicamente di rendere il quanto più comprensibili obiettivi e ragioni tecniche del progetto.

Perché proprio 100.000?
“Nel 2014, quando sono arrivato- dice – tutti parlavano del 2008/10 come un esempio di ottimo anno turistico quando, grazie al centenario della ferrovia, avevamo raggiunto i sessantamila pernottamenti. Ma nel 2019 li abbiamo raggiunti e nel 2020 superati e allora? Tutto bene? Non proprio”.

Il direttore si è detto convinto che turismo ha prospettiva crescita e debba dare il suo contributo. Un settore turistico forte, inoltre, fondamentale per l’economia locale. Tutti gli studi e le analisi indicano il miglioramento degli hotel e il turismo come un importante elemento per realtà come, per esempio, la Valposchiavo e la Bregaglia.
“La nostra capacità ricettiva attuale, se ogni camera fosse piena tutto l’anno, sarebbe di 284.000 pernottamenti. Questo è ovviamente impossibile e non avviene da nessuna parte. Oggi però noi, se calcoliamo quella cifra di 60.000 pernottamenti, ritenuta buona, siamo al 21,1% di tasso di occupazione. È un indice basso, circa dieci punti meno della media cantonale. Questo significa che se i nostri alberghi dovessero essere messi in vendita nessuno li comprerebbe, perché non sono appetibili e convenienti.”
“Se dovessimo arrivare a centomila pernottamenti – ha scandito – raggiungeremmo il 35% di occupazione, ovvero più o meno poco più della media cantonale: è una necessità, non un obiettivo ambizioso”.
Quali sono le ragioni della bassa occupazione? Il turismo locale è fortemente stagionale, da maggio a ottobre si concentrano l’80% dei pernottamenti.

La durata dei soggiorni
La durata media dei soggiorni è di 1,8 notti, molto più bassa della media cantone, che è 2,6. Con l’effetto Covid 2020 era stata di 2 notti, ma non si può definirla soddisfacente né consolidata.
Ci sono destinazioni con medie superiori alle tre notti, soprattutto quelle invernali. La Valposchiavo è quasi ultima, seguita solo da luoghi di passaggio quali Coira. Se gli ospiti si fermassero a Poschiavo una quantità di tempo pari a quella della media cantonale, si giungerebbe già a 88.000 pernottamenti annui. Se si fermassero tre notti… Sarebbero 100.000
Se si osservano le statistiche di arrivi e partenze vi è un movimento ondulatorio in cui i picchi sono rappresentati dal fine settimana e dagli eventi.

Scopi
L’obiettivo della nuova strategia è quello di aumentare il valore aggiunto e non di aumentare gli ospiti diminuendo i prezzi. Si deve naturalmente partire da ciò che esiste, curare gli ospiti abituali, comunicare in maniera chiara e diretta. A questo scopo sarà indispensabile coinvolgere tutti i partner interni e anche esteri e comunicare con l’opinione pubblica.
Non vanno dimenticati i campeggi e le case vacanza, che in anni normali contribuiscono con circa 10.000 pernottamenti ciascuno.

I temi sui cui lavorare
Si deve partire dalla destagionalizzazione: come rendere più attraenti basse stagioni. Non si può lavorare sull’estate, che già è ricca di eventi e di presenze.
Ci si deve concentrare di più su primavera e inverno, incrementando escursionismo, bike (e gastronomia tutto anno, anche cambiando un po’ le zone di riferimento. Il nuovo turismo dovrà tener conto della realtà che evolve, degli inverni senza neve e dei cambiamenti climatici.
Il target di queste stagioni sono soprattutto i pensionati, che hanno tempo e soldi e meno le famiglie, ma sono interessanti anche i gruppi. Anche gli ospiti italiani sono una possibilità, visto che d’inverno già sono maggiormente presenti, nonché le coppie senza bambini. Il problema di questi ultimi hanno i soldi ma non il tempo, perché sono più dediti alla carriera.

Nella Primavera si dovrà puntare su zone quali il fondovalle, bassa valle, e la Valtellina, che non va vista come un concorrente ma come una possibilità da sfruttare.
Cavaglia potrebbe essere promossa come un “centro sportivo” dove arrivare con il terno sui tracciati e si deve puntare sull’escursionismo, sui tracciati ciclistici. Il messaggio può e deve essere che la Valposchiavo è buona non solo per un fine settimana ma per una settimana, perché ci son abbastanza cose da fare qui.

Risultati
Ma in cifre quale sarebbe il risultato dal punto di vista economico? Per Valposchiavo Turismo si tratterebbe di 84.000 franchi in più, ma per la valle il ritorno sarebbe molto maggiore. Calcolando che un turista spende in media in Valposchiavo l’equivalente di 200 franchi a notte, si tratterebbe di circa 7 milioni in più, che verrebbero riversati nell’economia locale.
“Siamo una piccola destinazione a livello cantonale – conclude – e con questo obiettivo miriamo a diventare una media”.

Domande
Costante l’attenzione della platea, che ha per esempio proposto di valorizzare l’acqua e il lago per un pubblico giovane. “Sì è una buona idea – ha risposto Howald- ma l’acqua funziona in estate e noi dobbiamo concentrarci su altre stagioni, perciò ha un’urgenza minore rispetto ad altri interventi.
Un altro quesiti ha riguardato la collaborazione con la Valtellina, sulla quale il direttore ha chiarito che si tratta di una collaborazione operativa, per esempio segnalando monumenti e servizi non disponibili in Valposchiavo, anche per prolungare il servizio. “Chi viene da noi si fermerà da noi, anche utilizzandoci come base in più per un giorno in Valtellina.”


Maurizio Zucchi

Maurizio Zucchi
Membro della redazione