“La casa in collina”, Cesare Pavese

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C’è l’ombra irrequieta e dubbiosa di Cesare Pavese stesso nel suo romanzo forse più intenso e bello, “La casa in collina”. Lo scrittore, che pur fu mandato a un certo punto dai fascisti al confino quale oppositore, non partecipò mai alla Resistenza, non ebbe mai armi in mano e clandestinità fuggiasca. Questa sua reticenza (renitenza?), questo suo stare al bordo (seppure maturando a poco a poco un giudizio netto a favore della parte “giusta” del conflitto) vengono riversati nella sensibilità tormentata e indecisa di Corrado, il protagonista del romanzo. Il quale si muove in una dicotomia continua, in una oscillazione di rifugi e di fughe, di tensioni e sentimenti, solitudine e massa, che ne fanno un giovane intellettuale a coscienza quasi binaria, un insegnante scontento della pochezza vaga del proprio lavoro ma soprattutto di se.

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