Facce giovani con personalità frizzanti e curricula “polifonici” (almeno uno lo si può leggere in allegria sul sito del Centro): così ci sono parsi Emanuele Campagna, 37 anni, che reggerà per i prossimi anni il Centro, e il quarantacinquenne Alessandro Esposito, pastore a Rimini, i quali, sabato 25 settembre, hanno caratterizzato la presentazione del nuovo corso intrapreso dal Centro Evangelico di Cultura di Sondrio.
Corso che nasce con una nuova insegna: la croce ugonotta del logo storico viene sostituita dal gallo, presente nella Bibbia e sui campanili delle chiese riformate della Valposchiavo (e non solo).
Comunque una evoluzione, non certo uno strappo, rispetto alla storia del Centro. E la storia è stata ben rappresentata dal pastore Paolo Ricca (valdese come i due giovani colleghi), assiduo conferenziere a Sondrio cominciando, si pensi, dall’inaugurazione nel 1974 presieduta insieme al pastore Franco Scopacasa. Ricca ha elogiato la felice scelta di Scopacasa nel non volere porre l’accento principale su di “un nuovo luogo di culto”, bensì su di “un luogo di cultura evangelica” e dunque aperto ai più diversi contributi: sempre con una chiara ispirazione evangelica, con ovvio riferimento religioso in primissimo luogo al “Libro”, ma anche storico e dunque alla Riforma Luterana.


a
Non poteva mancare insieme alla Tavola Valdese l’altra voce fondativa e gestionale del Centro e cioè Protestantisch-Kirchichler Hilfsverein, che si situa oltre confine, per l’occasione rappresentata brillantemente da Romedi Arquint (Zuoz), che ha parlato di “astuzia provvidenziale”: quella del fondatore Scopacasa, di Carlo Papacella e delle numerose e volonterose persone che hanno animato il Centro in tutti questi anni, in sinergia con la Chiesa riformata di Brusio. A questo proposito è arrivata la prima sottolineatura da parte di Paolo Tognina, pastore di Brusio: abbiamo avuto e abbiamo persone volonterose, pastori e non pastori. E poi un secondo affondo: “Oggi dialogano qui, ed è un bene, preti e pastori. Però la fase odierna dovrebbe essere particolarmente proiettata nella società, ove si incontrerebbero persone che non sanno interrogare le Scritture o peggio ancora non sanno che esistono e che comunque a tanti di loro non interessano”, questa la sostanza del pensiero espresso da Tognina.
Chi scrive, sapendo della presenza alla inaugurazione ed anche nel Comitato di reggenza del Centro di almeno tre donne, Heidi Crameri, Brigitte Compagnoni e Maria Angela Costini Matossi, tutte valposchiavine, ha sollecitato un loro intervento, visto che tutte le voci ascoltate in precedenza erano al maschile. Brigitte Compagnoni, pur sorpresa, non si è sottratta.
Sia come sia, la “presenza femminile” appare come questione comune alle diverse confessioni religiose, almeno alle nostre latitudini.
“Alessandro Esposito è un giovane che ama pensare con la sua testa: esercizio non comune, purtroppo, oggi”, così Ricca ha voluto presentare il suo discepolo. Discepolo che ha trattato in modo sorprendente la parabola del Buon Samaritano. Egli infatti si è limitato al preambolo delineato da Luca: “Ed ecco un tale, un dottore della Torah, si alzò per metterlo alla prova, dicendo: «Maestro, facendo che cosa erediterò vita senza fine?» Ed allora egli gli disse: «Nella Torah che cosa c’è scritto? Come leggi?»”.
Tema arduo, ma di grande rilievo. Gesù, da ebreo, come si vede non risponde, ma pone domande. Ed Esposito aggiunge suoi interrogativi, in qualche modo esplicativi:”Come leggi tu, con la tua testa, con il tuo cuore,…come risuona dentro di te?”. A questa chiave possiamo aggiungere quello a cui ci esorta, ci sfida, Paul Ricoeur:“Comprendere noi stessi nello specchio della parola”.


a
a
a
Con la conferenza del 25 settembre si inaugura la prima di tre stagioni che tratteranno il tema delle “relazioni infrante” in chiave pastorale, spiega Campagna.
L’espressione “relazioni infrante” suggerisce la determinazione del CEC ad apportare una relazione d’aiuto fraterna a quanti vivono “nella propria autobiografia le ferite spirituali del territorio valtellinese”.
“Il SondrioCEC, dunque, torna a configurarsi come «spazio e possibilità» di espressione per «ogni voce libera che intenda collaborare con il Centro» proponendo «lo studio e la discussione di argomenti di viva attualità [e approfondire] lo studio della Bibbia» (Statuto 1996)”. Sempre attuale a questo proposito il monito che Franco Scopacasa, riprendendolo dalla prima lettera ai Tessalonicesi, amava ripetere: «Esaminate ogni cosa e ritenete il bene».
Ed ecco per chiudere i prossimi due incontri in programma:
30 ottobre, Riforma XX secolo Italia (Emilio Florio, intro di Gabriella Rustici), con un ospite d’onore;
27 novembre, I protestanti contano (Saveria Masa, intro Paolo Tognina) con un ospite d’onore.
La registrazione dell’intero incontro è reperibile su Facebook all’indirizzo Centro Evangelico di Cultura.
Piergiorgio Evangelisti